l “backdoor-gate” che ha visto protagoniste FBI e Apple è stato, sì, risolto grazie all’intervento di una società terza che ha portato allo sblocco dell’ iPhone 5c incriminato, ma ha nel contempo aperto un “vaso di Pandora” contenente numerosi casi analoghi che vedono coinvolta non solo l’azienda di Cupertino, ma anche la rivale Google. La American Civil Liberties Union (ACLU) ha pubblicato una mappa degli Stati Uniti in cui sono indicati 70 casi in cui il governo federale ha fatto esplicito richiamo al Writs Act richiedendo alle due aziende di sbloccare uno smartphone incriminato. Dei 70 casi, ACLU è venuta in possesso di informazioni relative a 63 di questi, 9 dei quali vedono coinvolta Google.
C’è da precisare che non tutti i casi emersi sono equiparabili alla vicenda di San Bernardino: in alcune circostanze si tratta di "semplici" questioni legate al mondo della droga, con il telefono Apple o Google del soggetto colpevole che non necessita di essere sbloccato in quanto già privo di password di sicurezza. È però vero che negli ultimi tempi i governi federali hanno sempre più fatto ricorso al Writs Act, legge considerata essere ultima risorsa che viene applicata oggi anche per obbligare di fatto i produttori di dispositivi mobili a decriptare i dati contenuti all’interno degli smartphone.
C’è da precisare che non tutti i casi emersi sono equiparabili alla vicenda di San Bernardino: in alcune circostanze si tratta di "semplici" questioni legate al mondo della droga, con il telefono Apple o Google del soggetto colpevole che non necessita di essere sbloccato in quanto già privo di password di sicurezza. È però vero che negli ultimi tempi i governi federali hanno sempre più fatto ricorso al Writs Act, legge considerata essere ultima risorsa che viene applicata oggi anche per obbligare di fatto i produttori di dispositivi mobili a decriptare i dati contenuti all’interno degli smartphone.