I nomi dei proprietari effettivi dei trust in chiaro anche ai fini fiscali. Con una modifica in preparazione alla Quarta direttiva antiriciclaggio la Commissione Ue prova a sferrare un nuovo attacco all’evasione internazionale, e a reagire, dopo lo scandalo dei Panama papers, la divulgazione a opera di un consorzio di giornalista di 11,4 milioni di file fiscali dello studio panamense Mossack Fonseca, che ha visto coinvolti nomi di spicco della politica internazionale e personaggi famosi. E non è la sola. Da Washington, in occasione di un incontro Ocse, organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, il G5, nelle persone dei ministri dell’economia di Gran Bretagna, Germania, Italia, Francia e Spagna hanno scritto una nota comune in cui annunciano l’implemento nello scambio di informazioni del dato legato al proprietario beneficiario del trust.
Sul fronte europeo, in una lettera al ministro delle finanze Olandese Jeroen Dijsselbloem, il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha ricordato gli step in tema di contrasto all’evasione, intrapresi dalla Commissione negli ultimi mesi: «Le priorità della mia Commissione sono quelle di un mercato interno più corretto e abbiamo già presentato molte importanti iniziative al Parlamento europeo e al Consiglio, e le recenti rivelazioni mettono in evidenza più che mai quanto sia rilevante il lavoro che è stato fatto».
Per Juncker, la nuova black list dei paradisi fiscali per l’Ue «è un potente strumento per identificare e sanzionare paesi terzi che consentono volentieri l’evasione fiscale». Ed è chiaro l’avviso proprio a Panama, paese al centro dello scandalo internazionale. «La maggior parte dei paesi terzi in cui le imprese off-shore citate nei Panama papers sono allocati in una lista Pan-Eu». Juncker si attende che gli stati membri supportino il Consiglio per la nuova lista al più presto.
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Per Juncker, la nuova black list dei paradisi fiscali per l’Ue «è un potente strumento per identificare e sanzionare paesi terzi che consentono volentieri l’evasione fiscale». Ed è chiaro l’avviso proprio a Panama, paese al centro dello scandalo internazionale. «La maggior parte dei paesi terzi in cui le imprese off-shore citate nei Panama papers sono allocati in una lista Pan-Eu». Juncker si attende che gli stati membri supportino il Consiglio per la nuova lista al più presto.
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