l rapporto conflittuale di Trump con la tecnologia: in campagna elettorale, il nuovo presidente americano ha dichiarato che “dobbiamo chiudere questa Internet in qualche modo”.
La tecnologia e internet hanno fortemente inciso, se non deciso, queste elezioni USA. Non penso solo alla intricata vicenda delle email private di Clinton — risoltasi, a quanto pare, in una bolla di sapone, nonostante influenza probabilmente operata sulla libera scelta di chi aveva già votato al momento della rinuncia all’azione da parte dell’FBI — ma a ciò che ci aspetta adesso, dopo l’elezione di Trump. Nei suoi discorsi in giro per l’America durante la campagna elettorale, il neo Presidente ha spesso parlato di “questa Internet” — come l’ha definita — non sempre a proposito.
Tutti ricordiamo cosa disse a proposito dell’antiterrorismo: “Stiamo perdendo molte persone per colpa di Internet e dobbiamo fare qualcosa. Dobbiamo andare a parlare con Bill Gates e con altre persone che capiscono davvero cosa sta succedendo. Dobbiamo parlare con loro e forse, in certe aree, dobbiamo chiudere questa Internet in qualche modo”. La responsabilità, a suo dire, è degli sciocchi, delle molte persone sciocche che difendono a libertà di parola.
L’intento era solo quello di “chiudere quella parte di Internet dove si trova l’ISIS”, ma la precisazione non è valsa a dirimere le polemiche sorte da queste dichiarazioni.
La chiusura della rete, o di parti di essa, per quanto sembri estranea al nostro mondo, è potenzialmente fattibile, come ben sanno in Egitto e in Turchia, per esempio, e costituisce solo una delle grandi questioni relative ad internet che il Presidente si troverà ad affrontare.
Fonte: Wired.it
La tecnologia e internet hanno fortemente inciso, se non deciso, queste elezioni USA. Non penso solo alla intricata vicenda delle email private di Clinton — risoltasi, a quanto pare, in una bolla di sapone, nonostante influenza probabilmente operata sulla libera scelta di chi aveva già votato al momento della rinuncia all’azione da parte dell’FBI — ma a ciò che ci aspetta adesso, dopo l’elezione di Trump. Nei suoi discorsi in giro per l’America durante la campagna elettorale, il neo Presidente ha spesso parlato di “questa Internet” — come l’ha definita — non sempre a proposito.
Tutti ricordiamo cosa disse a proposito dell’antiterrorismo: “Stiamo perdendo molte persone per colpa di Internet e dobbiamo fare qualcosa. Dobbiamo andare a parlare con Bill Gates e con altre persone che capiscono davvero cosa sta succedendo. Dobbiamo parlare con loro e forse, in certe aree, dobbiamo chiudere questa Internet in qualche modo”. La responsabilità, a suo dire, è degli sciocchi, delle molte persone sciocche che difendono a libertà di parola.
L’intento era solo quello di “chiudere quella parte di Internet dove si trova l’ISIS”, ma la precisazione non è valsa a dirimere le polemiche sorte da queste dichiarazioni.
La chiusura della rete, o di parti di essa, per quanto sembri estranea al nostro mondo, è potenzialmente fattibile, come ben sanno in Egitto e in Turchia, per esempio, e costituisce solo una delle grandi questioni relative ad internet che il Presidente si troverà ad affrontare.
Fonte: Wired.it