L’imprenditore, nipote di Gianni Agnelli, è arrivato a Manhattan giovedì e si è trasferito nell’appartamento di una escort transessuale. Finiti i soldi per la droga, ha cercato di ottenere 10 mila euro dalla famiglia simulando di essere stato sequestrato. È accusato di falsa denuncia. Nel 2005 il precedente a Torino
Lapo, 39 anni, imprenditore della moda, ha contattato la escort appena arrivato in città. L’ha raggiunta nel suo appartamento, sulla 28 Street, nel quartiere di Kips Bay a Manhattan, dando il via a un lungo festino. A un certo punto sarebbero finiti i soldi per procurarsi altre droghe. Lapo ha chiesto alla sua occasionale compagna, 29 anni, di anticipare, promettendo che l’avrebbe rimborsata al più presto.
Dopodiché Elkann ha escogitato quello che doveva sembrargli un piano brillante: ha contattato qualcuno della sua famiglia, fingendo di essere in balia di una donna che avrebbe potuto fargli del male. Ha raccontato ai suoi che servivano 10 mila dollari per togliersi dai guai.
A quel punto si muovono gli Elkann. Un rappresentante della famiglia compare nel tredicesimo distretto di polizia di New York con 10 mila dollari in contanti da consegnare ai presunti sequestratori. Non è ancora chiaro quali fossero state le indicazioni di Lapo. Quel che è certo, invece, che la domenica mattina del 26 novembre gli investigatori hanno messo in scena la consegna del denaro, smascherando immediatamente la goffa manovra dell’imprenditore italiano. L’escort è stata rilasciata, senza alcuna pendenza. Gli agenti, invece, hanno consegnato a Lapo Elkann, l’ordine di comparizione davanti alla Corte.
Il caso ha tutta l’aria di diventare una cosa seria. Normalmente questa procedura riguarda reati minori, teoricamente punibili con la detenzione fino a un massimo di un anno. Ma la causa può essere chiusa con il patteggiamento e pagando un’ammenda.
Lapo, però, è accusato di «falsa denuncia»: una fattispecie sanzionata in modo estremamente diverso. Se viene simulato un reato grave («felony») si rischia una pena pesante: dai due ai dieci anni di carcere. La famiglia Elkann-Agnelli dovrà mobilitare avvocati di peso per limitare il danno. Nel 2005 Lapo aveva rischiato di morire per overdose, in un appartamento di un transgender a Torino.
Dopodiché Elkann ha escogitato quello che doveva sembrargli un piano brillante: ha contattato qualcuno della sua famiglia, fingendo di essere in balia di una donna che avrebbe potuto fargli del male. Ha raccontato ai suoi che servivano 10 mila dollari per togliersi dai guai.
A quel punto si muovono gli Elkann. Un rappresentante della famiglia compare nel tredicesimo distretto di polizia di New York con 10 mila dollari in contanti da consegnare ai presunti sequestratori. Non è ancora chiaro quali fossero state le indicazioni di Lapo. Quel che è certo, invece, che la domenica mattina del 26 novembre gli investigatori hanno messo in scena la consegna del denaro, smascherando immediatamente la goffa manovra dell’imprenditore italiano. L’escort è stata rilasciata, senza alcuna pendenza. Gli agenti, invece, hanno consegnato a Lapo Elkann, l’ordine di comparizione davanti alla Corte.
Il caso ha tutta l’aria di diventare una cosa seria. Normalmente questa procedura riguarda reati minori, teoricamente punibili con la detenzione fino a un massimo di un anno. Ma la causa può essere chiusa con il patteggiamento e pagando un’ammenda.
Lapo, però, è accusato di «falsa denuncia»: una fattispecie sanzionata in modo estremamente diverso. Se viene simulato un reato grave («felony») si rischia una pena pesante: dai due ai dieci anni di carcere. La famiglia Elkann-Agnelli dovrà mobilitare avvocati di peso per limitare il danno. Nel 2005 Lapo aveva rischiato di morire per overdose, in un appartamento di un transgender a Torino.