Operai costretti a lavorare per 12 dollari al giorno, a dormire all’aperto e senza accesso all’acqua potabile: la casa di produzione di caramelle più famosa al mondo, la Haribo, è sotto accusa perché userebbe manodopera in condizioni di semi schiavitù in Brasile, per la raccolta di cera di carnauba. La denuncia arriva da una serie di documentari tedeschi, Markenchek, ovvero «Check brand», che analizza le condizioni di lavoro dei grandi marchi di produzione. Uno degli ultimi episodi è stato dedicato proprio ad Haribo, e ha mostrato immagini delle condizioni inaccettabili di lavoro nelle piantagioni in Brasile dove gli operai raccolgono la cera che poi servirà a rendere lucidi e non appiccicosi gli orsetti gommosi, le girelle di liquirizia e tutte le altre specialità di Haribo. «Siamo estremamente preoccupati dalle immagini mostrate nel programma dei consumatori», ha detto una portavoce di Haribo «Le condizioni di lavoro sembrano insopportabili», ha aggiunto, precisando che l’azienda sta verificando con i suoi fornitori di primo livello quali sono le condizioni nelle piantagioni e nelle aziende agricole che li forniscono dei prodotti che acquistiamo.
L’uso della cera carnauba: dalle caramelle al lucido per scarpe
L’Haribo è stata fondata nel 1920 e impiega 7 mila persone in 10 Paesi: non è l’unica azienda che si rifornisce di cera di carnauba, un prodotto naturale ricavato dalle foglie di alcune palme, assai diffuse in Brasile: le foglie si raccolgono quando sono ancora chiuse, vengono battute per sciogliere la cera, che viene lavorata e poi sbiancata. Prodotta nella zona nord-est del Brasile, la cera di carnauba viene poi esportata in tutto il mondo per essere utilizzata in diverse categorie di prodotti, dall’olio per le automobili al filo interdentale al lucido per le scarpe. Etichettata come E903, è un agente di rivestimento innocuo. Un funzionario brasiliano del ministero del Lavoro ha rivelato che negli ultimi tempi ci sono molte lamentele sull’industria della cera carnauba e che molte persone sono state trovate a lavorare in condizioni «che potrebbero essere descritte di schiavitù, con i lavoratori trattati peggio degli animali».
L’uso della cera carnauba: dalle caramelle al lucido per scarpe
L’Haribo è stata fondata nel 1920 e impiega 7 mila persone in 10 Paesi: non è l’unica azienda che si rifornisce di cera di carnauba, un prodotto naturale ricavato dalle foglie di alcune palme, assai diffuse in Brasile: le foglie si raccolgono quando sono ancora chiuse, vengono battute per sciogliere la cera, che viene lavorata e poi sbiancata. Prodotta nella zona nord-est del Brasile, la cera di carnauba viene poi esportata in tutto il mondo per essere utilizzata in diverse categorie di prodotti, dall’olio per le automobili al filo interdentale al lucido per le scarpe. Etichettata come E903, è un agente di rivestimento innocuo. Un funzionario brasiliano del ministero del Lavoro ha rivelato che negli ultimi tempi ci sono molte lamentele sull’industria della cera carnauba e che molte persone sono state trovate a lavorare in condizioni «che potrebbero essere descritte di schiavitù, con i lavoratori trattati peggio degli animali».
Fonte: Corriere della Sera