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descriptionCaro alunno..... EmptyCaro alunno.....

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Ho trovato sui social questa lettera che girava... mi è piaciuta e la vorrei condividere:

Caro alunno, ti stiamo fregando. Lettera di una professoressa sulla scuola.

Caro alunno,
ti stiamo fregando. E nello “stiamo” siamo compresi proprio tutti: società, scuola, persino i tuoi genitori. La cosa buffa è che non lo facciamo per cattiveria, o per ricavarne chissà qualche strepitoso vantaggio. Ti stiamo fregando per stupidità, per insipienza, perché siamo superficiali e persino un po’ mona. Del resto noi adulti non siamo più saggi di te, solo più vecchi e sfiduciati.
Tu vieni a scuola, ogni giorno, pensando quasi sempre che sia una cosa noiosa che ti tocca fare per legge. Dai sei ai diciotto anni sei costretto a stare lì, in classe, in nostra compagnia, che siamo vecchi e spesso monotoni. Ti lamenti, più di quanto si siano lamentati gli alunni delle generazioni precedenti alla tua, e in maniera più maleducata e persino violenta.
No, la scuola non è più noiosa di un tempo, anzi spesso, fidati, lo è molto meno. Le lezioni sono più interattive e i docenti oggi sanno che devono almeno tentare di essere più vivaci e meno rigidi. Quello che è cambiato è il mondo attorno, l’Italia in cui viviamo.

Tu vivi in un mondo in cui bambini, i ragazzini e gli adulti sono abituati a divertirsi tantissimo, in ogni momento. L’intrattenimento copre ormai tutte le ore della giornata: hai videogiochi, cellulari, tv, cinema, ma anche corsi di sport, attività ludiche, domeniche alle sagre o ai centri commerciali, vacanze stipate di animatori.

I genitori fin dalla culla ti hanno regalato giochi istruttivi in cui la mucca canterina ti insegna l’inglese, un coretto di pinguini i rudimenti della biologia, un fegato ed un pancreas di peluche la chimica delle ghiandole endocrine. Hai videogiochi sopratutto che usano come scenari le guerre mondiali o ti invitano a combattere con Giulio Cesare o contro Hitler (quasi mai facendoti riflettere sul fatto che erano comunque due dittatori abituati a sterminare popoli, ma pazienza). Il mondo contemporaneo ti ha inculcato l’idea che non solo puoi imparare tutto, ma lo puoi fare in poco tempo, senza sforzo e anche divertendoti un sacco, come se l’istruzione fosse un parco giochi.

La prima fregatura sta lì.

Quando tu arrivi a scuola pretenderesti che fosse più simile ad un enorme villaggio vacanze. Gli insegnati nel tuo immaginario sono qualcosa a mezzo fra una baby sitter, un animatore, Siri e Alberto Angela: sorte di ologrammi sorridenti che rispondono alle tue domande, ti offrono soluzioni e alla fine della giornata ti riconsegnano ai tuoi genitori più colto, intelligente, educato ma soprattutto soddisfatto. Non ti mandano in crisi: ti forniscono certezze.

Ecco, no. La scuola non è questo.

Non deve esserlo. La scuola non è un parcheggio dove si viene anestetizzati e indottrinati con nozioni che sono una pappetta pronta. Ti deve mandare in crisi, costringerti a metterti in discussione, altrimenti non è una buona scuola. La scuola è un luogo dove si fatica e si smadonna per imparare a pensare. E imparare a pensare costa fatica, una fatica per altro che devi fare tu e tu solo.
[Noi insegnanti ti possiamo indicare mezzi, strumenti, suggerire strategie. Ma poi chi impara sei tu, non un altro. Per dirla in modo brutale e diretto: non ci sono *******, devi muovere il culo. Se non lo fai, magari potrai trovare insegnanti animatori che ti fanno divertire un sacco, ma poi arriverai alla vita disarmato e pronto a finire maciullato negli ingranaggi del mondo.
Già, ma la scuola non serve niente, mi dirai. E hai ragione. Se non altro perché ogni santo giorno, in ogni dove, ti ripetono che tanto per aver successo nella vita basta avere una idea geniale, o finire in tv. Che i soldi li fanno quelli che non studiano, che i miliardari odierni hanno sì e no un diploma, e certe materie poi, tipo quelle umanistiche, non servono ad una beneamata cippa, perché le aziende in ogni caso vogliono gente che produce, non che sa riconoscere i congiuntivi.

Questa è la seconda fregatura.

Perché, tesoro mio, sono balle. La cultura, la conoscenza e persino un percorso di studi regolare e ben strutturato servono. Non solo per diventare un essere umano migliore, ma anche per fare soldi. E serve soprattutto nel mondo moderno, a tutte le età e per tutti i lavori, la capacità di studiare e di risolvere problemi in maniera sistematica e in modo autonomo, che è quella che impari nelle scuole fatte bene.
Chi ti propone una scuola facile, un ameno parcheggio che non ti crea nessun problema e dà solo nozioni basilari insegnate in maniera superficiale e mnemonica, o addirittura sostiene che una occhiata ad un sito internet e un paio di test siano la stessa cosa di un corso di studi ben strutturato, ti sta fregando. Per capirlo basta che guardi chi sono quelli che lo dicono.
Sono ricchi, tesoro mio. Chi fa questi discorsi di solito viene fuori da buone scuole e ambienti agiati e ha potuto godere di tutto quello che invece vuole togliere a te. Se ti dice che non è importante che tu studi, stai tranquillo che poi lui, sceglierà invece collaboratori con fior di lauree e corsi di specializzazione. E lascerà te nel vuoto e nel nulla. Per giunta facendoti anche intendere – anni dopo – che se non sei riuscito a raggiungere le tue mete nella vita è solo colpa tua, perché sei un poveraccio e un fallito.

Caro alunno, questi sono i motivi per cui ti stiamo fregando. Tutti. E mi ci metto nel mucchio anche io, che scrivo queste righe, e che spesso per quieto vivere e per stanchezza non ho sempre la forza di combattere e romperti le balle, costringendoti a studiare e a imparare a ragionare anche quando non vuoi.
Per cui io ho unica speranza che ripongo per il futuro è che tu non ci caschi, che non ti arrenda. Una volta la lotta di classe si consumava fra le classi sociali. Oggi la lotta di classe si consuma proprio nelle classi e fra i banchi, quelli dove stai seduto tu.
Hai un’arma potentissima per sbaragliarci tutti e dimostrarci quanto siamo stupidi.
Studia e impara.
Confido in te.

Tanti anni fa don Milani scriveva un “lettera ad una professoressa”, in cui indicava tutto ciò che nella scuola di allora era sbagliato.Questa invece è la lettera di una professoressa, per spiegare cose che forse a scuola ai nostri alunni non diciamo mai.

descriptionCaro alunno..... EmptyRe: Caro alunno.....

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Letta tutta, molto bella, ha lo scopo di farti riflettere su come è il mondo oggi, di come affrontare la vita e andare avanti. Non posso che essere d'accordo su tutto Caro alunno..... 3555456103

descriptionCaro alunno..... EmptyRe: Caro alunno.....

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Bella lettera, ti fà capire molto sulla vita e sui sbagli da non fare, grazie del topic Caro alunno..... 2595762641

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Vero, molto profonda...

descriptionCaro alunno..... EmptyRe: Caro alunno.....

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Che bella letterina Caro alunno..... 1765539963

descriptionCaro alunno..... EmptyRe: Caro alunno.....

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Bè sicuramente c'è da dire che ci sono insegnanti e insegnanti... Se sei davvero fortunato becchi coloro le quali ti aiuteranno, nell'arco degli anni che passi a scuola, a capire molte cose prima di uscire ed esporti al mondo reale. Oppure becchi chi entra in classe, si siede con un bel giornale e lascia scorrere i minuti senza insegnarti un caiser.

descriptionCaro alunno..... EmptyRe: Caro alunno.....

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Cara Prof.,
Tante belle parole per nascondere purtroppo una cocente verità: SIETE PROPRIO VOI CHE CI STATE FREGANDO!!!
E con questo non intendo che ci stia fregando la famiglia, il governo o la scuola in sé o i libri di testo (sicuramente fatti male), ma ci state fregando VOI! Ci state fregando da quando non siete più insegnanti, non siete educatori, siete purtroppo quasi tutti gonfi di supponenza, presunzione e ignoranza. Qualcuno diceva: Nessuno è mai da più del suo maestro. E' purtroppo una grande verità, che paghiamo a nostre spese. E infatti oggi siamo tutti ignoranti.
E il modo in cui ci state fregando è palese:
- Nessuno di voi si preoccupa più di educare gli alunni ad un comportamento consono e a pretendere in classe educazione e rispetto;
- Nessuno di voi (tranne a volte alcuni insegnanti ai limiti della pensione) ci si presenta come persona degna del nostro rispetto in quanto portatore di scienza o sapienza (almeno nella sua materia). E come rispettare un insegnante che in classe LEGGE letteralmente il libro perché non sa nemmeno di cosa parli l'argomento del giorno; come rispettare chi dovrebbe insegnarti la grammatica italiana e non conosce l'uso delle subordinate (e a volte non sa riconoscere gli avverbi!); come rispettare chi dovrebbe insegnarti la grammatica greca o latina e mentre ti interroga deve consultare il manuale o ancora più grave non ti corregge errori grossolani; come rispettare chi è colluso nella scelta dei libri e ti costringe a comperare 4-5 volumi e poi ti fa studiare sì o no 100 pagine....; come rispettare chi ti mette 4 e ti consiglia ripetizioni puntualmente NON fatturate e dopo 2 giorni passi da 4 a 7! Come rispettare chi entra in classe e legge il giornale o consulta continuamente un cellulare... e tanto altro ci sarebbe da dire.
- Nessuno di voi rifiuterebbe un incarico retribuito pur non conoscendo la materia (io personalmente ho avuto per i primi 2 anni in un liceo scientifico un insegnante di Matematica che in realtà conosceva solo l'informatica  e ovviamente non ha mai fatto lezioni di MATE (sic!).
- Nessuno di voi si preoccupa di venire incontro ai ragazzi quando essi sono pressati, insicuri o necessitano di un supporto psicologico (eh ma per questo c'è lo psicologo che nemmeno ti conosce e non vive con te ogni mattina).
Mia madre e mia nonna mi raccontano ancora quando i loro insegnanti (ed erano multidisciplinari: mi raccontano che uno insegnava all'epoca Italiano, Latino, Greco, Storia e Geografia) entravano in classe citando a memoria tutta l'Iliade, l'Odissea in metrica e con relativa traduzione, senza mai dover consultare il libro; spiegavano con minuzia, ti stavano vicino e se avevi problemi, rimanevano in Istituto per portarti al livello degli altri compagni; se leggevano una poesia lo facevano con "sentimento" per permetterti di penetrare nel ritmo e nel significato del pezzo. Per loro era un fallimento non riuscire con un alunno. Oggi di ciò ve ne fregate, un alunno è solo uno strumento su cui riversare la vostra ignoranza e scaricare i vostri fallimenti.
Mi spiace, cara prof, indipendentemente da ciò cui ci spingono i nostri genitori e indipendentemente da ciò che ci aspetta il futuro (che non vi riguarda) se tra voi ci fosse un poco più di professionalità, non creereste un mondo di falliti, ma un mondo di persone colte. Oggi la cultura devi fartela da solo ed il vostro aiuto oggi come oggi rappresenta solo un ulteriore ostacolo al nostro futuro già tanto incerto.
Mi fermo qui per non risultare io superba e supponente, ma Vi prego di tornare ad essere educatori di sapienza, di correttezza, di moralità  e di amore: siamo ragazzi e anche tanto insicuri, ragazzi che hanno bisogno spesso di conforto e di aiuto. Ricordate che il tempo che passiamo in famiglia è poco rispetto a quello che passiamo con voi e sui libri. Siate voi la nostra seconda famiglia e non i nostri ignoranti aguzzini.
Una studentessa ignorante.
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