Il ministro Speranza: "Il pericolo non è scampato.
Ci aspettano mesi ancora difficili. Il nostro compito è creare le condizioni per convivere con questo virus"
“Dobbiamo dire la verità. La situazione resta drammatica. L'emergenza non è finita. Il pericolo non è scampato. Ci aspettano mesi ancora difficili. Il nostro compito è creare le condizioni per convivere con questo virus. Ecco, il verbo giusto è convivere. Almeno fino a quando non avremo il vaccino o una cura". Il ministro della Salute, Roberto Speranza, torna ad invitare al rispetto delle misure di contenimento, pur cominciando a tracciare gli scenari futuri di convivenza con il Virus, oggi come ieri nelle interviste con la stampa e nei tg.
Lo fa mentre i dati confermano efficacia delle misure di contenimento. Ecco la lettura che ha fatto il Presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, alla conferenza del 4 aprile:
“Senza le misure intraprese, uno studio autorevole ha definito che avremmo perso almeno 30mila vite. Quanto messo in atto è servito a contenere la diffusione epidemica e a ridurre il numero dei nostri concittadini deceduti e quelli costretti a ricorrere alla terapia intensiva”.
“Il ministro Speranza – ha detto Locatelli - ha ricordato l'importanza di rispettare le norme di distanziamento sociale. Ma il sindaco di Milano ha sottolineato l'incremento degli spostamenti. Ognuno di noi deve avere dei comportamenti improntati al più alto senso di responsabilità individuale. È l'unico modo per onorare la memoria dei nostri concittadini che hanno perso la vita”.
Il presidente del Css ha poi evidenziato come “in Italia centrale e meridionale c'è stata la capacità del sistema sanitario di contenere una crescita importante del numero di soggetti infetti. Non era scontato ottenere questo risultato”.
“Il primo obiettivo – ha aggiunto - era abbassare R con zero per portarlo a uno, ossia ogni positivo ne contagia solo un altro. Questo obiettivo è stato raggiunto, ora vogliamo andare oltre, ancora di più ridurre questo dato e portarlo sotto uno, per avere l'evidenza che la diffusione epidemica nel Paese si è quantomeno assestata come incremento giornaliero, meglio ancora declina. Per un po' di mesi dovremo convivere con questa infezione, ovviamente l'obiettivo è ridurre sempre di più questo numero”.
Ci aspettano mesi ancora difficili. Il nostro compito è creare le condizioni per convivere con questo virus"
“Dobbiamo dire la verità. La situazione resta drammatica. L'emergenza non è finita. Il pericolo non è scampato. Ci aspettano mesi ancora difficili. Il nostro compito è creare le condizioni per convivere con questo virus. Ecco, il verbo giusto è convivere. Almeno fino a quando non avremo il vaccino o una cura". Il ministro della Salute, Roberto Speranza, torna ad invitare al rispetto delle misure di contenimento, pur cominciando a tracciare gli scenari futuri di convivenza con il Virus, oggi come ieri nelle interviste con la stampa e nei tg.
Lo fa mentre i dati confermano efficacia delle misure di contenimento. Ecco la lettura che ha fatto il Presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, alla conferenza del 4 aprile:
“Senza le misure intraprese, uno studio autorevole ha definito che avremmo perso almeno 30mila vite. Quanto messo in atto è servito a contenere la diffusione epidemica e a ridurre il numero dei nostri concittadini deceduti e quelli costretti a ricorrere alla terapia intensiva”.
“Il ministro Speranza – ha detto Locatelli - ha ricordato l'importanza di rispettare le norme di distanziamento sociale. Ma il sindaco di Milano ha sottolineato l'incremento degli spostamenti. Ognuno di noi deve avere dei comportamenti improntati al più alto senso di responsabilità individuale. È l'unico modo per onorare la memoria dei nostri concittadini che hanno perso la vita”.
Il presidente del Css ha poi evidenziato come “in Italia centrale e meridionale c'è stata la capacità del sistema sanitario di contenere una crescita importante del numero di soggetti infetti. Non era scontato ottenere questo risultato”.
“Il primo obiettivo – ha aggiunto - era abbassare R con zero per portarlo a uno, ossia ogni positivo ne contagia solo un altro. Questo obiettivo è stato raggiunto, ora vogliamo andare oltre, ancora di più ridurre questo dato e portarlo sotto uno, per avere l'evidenza che la diffusione epidemica nel Paese si è quantomeno assestata come incremento giornaliero, meglio ancora declina. Per un po' di mesi dovremo convivere con questa infezione, ovviamente l'obiettivo è ridurre sempre di più questo numero”.