...Potremmo andare da qualche parte.. Non so.. Vuoi qualcosa da bere?" -tentando di mascherare l'imbarazzo che lo stava persuadendo, stava invadendo il suo corpo, ed un modo per evitarne l'esposizione eccessiva era deviare lo sguardo, mai incontrare quello della ragazza-
Kami: "In realtà si.. Ma non voglio crearti imbarazzo! Cioè.. forse non avrei dovuto dirlo.. Credo di avertene creato ancor di più oddio.. SCUSAMI!" -azioni involontarie, e solo in un secondo momento metabolizzate-
Zack: "Nono figurati! Vogliamo andare? …Nulla è un segreto con questa ragazza.. Mi piace!" -Alzandosi dalla panchina, rialzando i pantaloni di jeans lievemente scesi, aspettando che anche la giovane ragazza si alzasse, per ricominciare la breve passeggiata prima di raggiungere un ottimo bar conosciuto dal giovane-.
Si fece sera inoltrata, Vanessa era in giro con Kai, cercando di passare una dolce serata, evitando argomento bollenti che non avrebbero fatto altro che scatenare ira, odio, discussioni: era meglio un silenzio freddante, piuttosto che un incendio devastatore. Ci si conosceva, si approfondiva il sapere dell'uno e dell'altra, consolidando il proprio legame, mostrandosi disponibili a portare avanti quella loro storia, che tanto sembrava strana, quanto romantica, dolce, anche focosa. Vanessa era sicura, si sentiva sicura quando Kai la affiancava: le piaceva stringere la sua mano forte e grande, sentire il calore del contatto, vederlo lì, insieme a lei, era già così importante, era fondamentale ormai. Ma c'era qualcosa che la stava frenando, sapeva il "cosa", ma non voleva farlo presente a sé stessa, quasi come a vergognarsene.
Ad interrompere quella riflessione fu una chiamata da parte della madre di Kai: senza indugiare, fu una telefonata repentina e corta, il giovane si alzò, si scusò con Vanessa dandole un dolce bacio, che abbandonò le labbra di lei quasi subito, andandosene via di fretta.
Vanessa prima di far ritorno a casa, decise di farsi un giro in Centro, avendo urgenza di rischiarirsi le idee, confuse e numerose: dall'amore alla carriera.
Vanessa: "Fare chiarezza dei miei sentimenti? Io li so purtroppo, li ho dentro, e non vorrei averli: Conosco le mie debolezze, ciò che mi perseguita eppure voglio affrontarli da sola.. Se sono miei ci sarà un motivo.. è un compito che spetta a me, nessuno può aiutarmi se non me stessa. E se li esponessi a Kai e a James? Non sarebbe meglio prendere in questione le cause dei miei problemi d'amore? Ma a cosa andrei incontro? Una faida tra fratelli per chi deve aggiudicarsi il mio amore? E poi, io non sono neanche sicura che James mi ami, non me lo ha mai dimostrato, forse sono solo io che mi faccio dei film mentali così contorti, ma in realtà la soluzione è così semplice.. Ma se mi rassegnassi con James, userei Kai come ripiego, come ruota di scorta, e non voglio che lui si senta così.. così inutile? Chi sono io per etichettarlo in quel modo.. Non ne ho diritto.. E la Band? è quasi un ostacolo.. Mi impedisce di agire di pancia, di fare ciò che dentro mi sento di fare.. Devo per forza ragionare, sempre elaborare prima di agire, ma io non sono così.. E se lasciassi la Band la mia carriera andrebbe in fumo per cosa? Per amore?.." -continuando a passeggiare per il viale centrale, accostandosi alla grande fontana centralmente posizionata, osservando lo scorrere continuo dell'acqua, che ritorna e ritorna sempre a girare; un giro eterno, senza fine, come il suo rimuginare, eterno e senza una luce in fondo al tunnel-.
Si era fatto abbastanza tardi ed era arrivato il momento di rientrare a casa, sua madre si sarebbe preoccupata della sua prolungata assenza: imboccò la strada a destra, la più corta per raggiungere il suo quartiere. Percorse qualche passo, finché non si bloccò di colpo alla vista, esterrefatta, di James. Era buio, ma alla luce dei lampioni era riuscita a vederne il volto ed era sicura fosse lui..
Vanessa: "Ma cosa ci fa qui.. Da solo poi.." -chiedendosi curiosa mentre..
Kami: "In realtà si.. Ma non voglio crearti imbarazzo! Cioè.. forse non avrei dovuto dirlo.. Credo di avertene creato ancor di più oddio.. SCUSAMI!" -azioni involontarie, e solo in un secondo momento metabolizzate-
Zack: "Nono figurati! Vogliamo andare? …Nulla è un segreto con questa ragazza.. Mi piace!" -Alzandosi dalla panchina, rialzando i pantaloni di jeans lievemente scesi, aspettando che anche la giovane ragazza si alzasse, per ricominciare la breve passeggiata prima di raggiungere un ottimo bar conosciuto dal giovane-.
Si fece sera inoltrata, Vanessa era in giro con Kai, cercando di passare una dolce serata, evitando argomento bollenti che non avrebbero fatto altro che scatenare ira, odio, discussioni: era meglio un silenzio freddante, piuttosto che un incendio devastatore. Ci si conosceva, si approfondiva il sapere dell'uno e dell'altra, consolidando il proprio legame, mostrandosi disponibili a portare avanti quella loro storia, che tanto sembrava strana, quanto romantica, dolce, anche focosa. Vanessa era sicura, si sentiva sicura quando Kai la affiancava: le piaceva stringere la sua mano forte e grande, sentire il calore del contatto, vederlo lì, insieme a lei, era già così importante, era fondamentale ormai. Ma c'era qualcosa che la stava frenando, sapeva il "cosa", ma non voleva farlo presente a sé stessa, quasi come a vergognarsene.
Ad interrompere quella riflessione fu una chiamata da parte della madre di Kai: senza indugiare, fu una telefonata repentina e corta, il giovane si alzò, si scusò con Vanessa dandole un dolce bacio, che abbandonò le labbra di lei quasi subito, andandosene via di fretta.
Vanessa prima di far ritorno a casa, decise di farsi un giro in Centro, avendo urgenza di rischiarirsi le idee, confuse e numerose: dall'amore alla carriera.
Vanessa: "Fare chiarezza dei miei sentimenti? Io li so purtroppo, li ho dentro, e non vorrei averli: Conosco le mie debolezze, ciò che mi perseguita eppure voglio affrontarli da sola.. Se sono miei ci sarà un motivo.. è un compito che spetta a me, nessuno può aiutarmi se non me stessa. E se li esponessi a Kai e a James? Non sarebbe meglio prendere in questione le cause dei miei problemi d'amore? Ma a cosa andrei incontro? Una faida tra fratelli per chi deve aggiudicarsi il mio amore? E poi, io non sono neanche sicura che James mi ami, non me lo ha mai dimostrato, forse sono solo io che mi faccio dei film mentali così contorti, ma in realtà la soluzione è così semplice.. Ma se mi rassegnassi con James, userei Kai come ripiego, come ruota di scorta, e non voglio che lui si senta così.. così inutile? Chi sono io per etichettarlo in quel modo.. Non ne ho diritto.. E la Band? è quasi un ostacolo.. Mi impedisce di agire di pancia, di fare ciò che dentro mi sento di fare.. Devo per forza ragionare, sempre elaborare prima di agire, ma io non sono così.. E se lasciassi la Band la mia carriera andrebbe in fumo per cosa? Per amore?.." -continuando a passeggiare per il viale centrale, accostandosi alla grande fontana centralmente posizionata, osservando lo scorrere continuo dell'acqua, che ritorna e ritorna sempre a girare; un giro eterno, senza fine, come il suo rimuginare, eterno e senza una luce in fondo al tunnel-.
Si era fatto abbastanza tardi ed era arrivato il momento di rientrare a casa, sua madre si sarebbe preoccupata della sua prolungata assenza: imboccò la strada a destra, la più corta per raggiungere il suo quartiere. Percorse qualche passo, finché non si bloccò di colpo alla vista, esterrefatta, di James. Era buio, ma alla luce dei lampioni era riuscita a vederne il volto ed era sicura fosse lui..
Vanessa: "Ma cosa ci fa qui.. Da solo poi.." -chiedendosi curiosa mentre..