...questo è davvero ingiusto.." -una tremolante ed insipida voce si sentì provenire dal prigioniero che Luana stava guardando con la coda dell'occhio, rivolge lui domande pur sapendo che non avrebbe ricevuto risposta-.
Per tutta sorpresa della ragazza, sentitasi ancor di più abbattere dalle condizioni di salute che quel soggetto emanava, si rivolse verso il criminoso soggetto, gettandosi a terra, dicendo:
Luana: "Scusami.. Puoi mostrarti? Lo so che è una domanda che potrebbe crearti timore o cosa, ma ti giuro.. Se ne ho la possibilità ti libererò da qui.. Odio questa sofferenza e l'incapacità di immedesimarmi in voi ugualmente.." -afferrando due sbarre di corallo che dividevano lei ed il prigioniero, avvolto nell'ignoto dell'oscurità, schifato dalla luce-
???: "La tua anima è buona.. piccola Luana.. Ma nessuno è come te.. Qui la pietà non è ammessa.. viene lasciata all'esterno.. oltrepassa l'ingresso a questo posto... e i tuoi sentimenti scompaiono.." -strisciando per terra, privo di ogni forza, tossendo o trattenendo ad ogni parola, mordicchiandole qua e là, trascinando quel discorso come fosse un macigno in piena salita-
Luana: "Come fai a conoscere il mio nome.. sembra che tu.. sembra che tu mi conosca bene.. sei forse.." -innalzando il busto, avvicinandosi con velocità ancor più alle sbarre, stringendo i pugni ad esse, come mossa da un sospetto, o una speranza, o un voglioso desiderio di scoprire con chi stava parlando-.
L'infelice soggetto si mostrò a quell'effimera luce che da una piccola apertura proveniva, abbastanza per la visione del suo volto, pallido, rugoso ancor di più, spento o sul punto di farlo. Accennò ad uno scialbo sguardo verso Luana, mentre i capelli ne ostacolavano la piena vista, cercando di spostarli appena, ma non troppo:
Luana: "Mamma.. Mamma sei tu! O mio dio.." -cercando di allungare le proprie braccia all'interno della gabbia, non riuscendo però a raggiungere la perduta madre- "Ti ho cercata ovunque.. finalmente ti ho trovata.. Sono troppo felice oddio.." -afflosciando le braccia, facendole cadere a terra, capendo che era impossibile raggiungere il tocco diretto, abbandonandosi poi ad un pianto liberatorio, disperato, rigorosamente di gioia- "Scusami scusami! Non devo farmi vedere così.. Hai bisogno adesso della mia forza, ma.." -guardando sempre verso il basso, non volendo ricercare uno sguardo diretto con la madre, data la paura che provava nel vederla in quello stato-
Politea: "Tesoro.. Non devi piangere.. ti chiedo solo di guardarmi.. Sono sempre tua madre.. più vecchia.. più brutta.. ma sono sempre io.. guardami.." -avvicinandosi ancor di più alle sbarre coralline, cercando le mani della figlia, volendole afferrare per farle sentire il suo affetto, la sua presenza, seppur gelidamente sentita- "Ti ringrazio.." -disse mentre una lacrima, tra le poche rimaste, scavava nelle rughe delle sue guance, capendo, seppur già risaputo, che non avrebbe mai più rivisto il viso della figlia- "Ma ora.. ora che finalmente ho potuto rivederti.. ho potuto rivedere quel dolce viso.. ora ho l'ho rivisto, devi andartene.. non puoi restare qui.." -soffocando la frase in una tremenda tosse improvvisa, lasciando la presa delle mani della figlia, accasciandosi completamente a terra, agonizzante e gelida-
Luana: "Mamma! No Mamma ti prego.. Io non posso lasciarti qui.. non voglio.." -alzandosi, guardando la madre con occhi pieni di tristezza, sentendosi in colpa per la rassegnazione che le aveva mostrato, e per la forza che Politea era riuscita a darle seppur in quelle condizioni- "Se rimarrai qua, non vorrò uscire di qui viva! DI QUI NON ME NE VADO SENZA DI TE, QUESTA VOLTA NO! Non lascerò fare al destino, ma sarò io a costruirlo, pezzo dopo pezzo!" -girando il capo a destra e sinistra ricercando un qualcosa da utilizzare per aprire quella cella, mossa dalla fretta e vogliosa di liberare finalmente sua madre dalle grinfie delle catene-.
Voltandosi, in un angolo, riuscì a trovare una roccia..
Per tutta sorpresa della ragazza, sentitasi ancor di più abbattere dalle condizioni di salute che quel soggetto emanava, si rivolse verso il criminoso soggetto, gettandosi a terra, dicendo:
Luana: "Scusami.. Puoi mostrarti? Lo so che è una domanda che potrebbe crearti timore o cosa, ma ti giuro.. Se ne ho la possibilità ti libererò da qui.. Odio questa sofferenza e l'incapacità di immedesimarmi in voi ugualmente.." -afferrando due sbarre di corallo che dividevano lei ed il prigioniero, avvolto nell'ignoto dell'oscurità, schifato dalla luce-
???: "La tua anima è buona.. piccola Luana.. Ma nessuno è come te.. Qui la pietà non è ammessa.. viene lasciata all'esterno.. oltrepassa l'ingresso a questo posto... e i tuoi sentimenti scompaiono.." -strisciando per terra, privo di ogni forza, tossendo o trattenendo ad ogni parola, mordicchiandole qua e là, trascinando quel discorso come fosse un macigno in piena salita-
Luana: "Come fai a conoscere il mio nome.. sembra che tu.. sembra che tu mi conosca bene.. sei forse.." -innalzando il busto, avvicinandosi con velocità ancor più alle sbarre, stringendo i pugni ad esse, come mossa da un sospetto, o una speranza, o un voglioso desiderio di scoprire con chi stava parlando-.
L'infelice soggetto si mostrò a quell'effimera luce che da una piccola apertura proveniva, abbastanza per la visione del suo volto, pallido, rugoso ancor di più, spento o sul punto di farlo. Accennò ad uno scialbo sguardo verso Luana, mentre i capelli ne ostacolavano la piena vista, cercando di spostarli appena, ma non troppo:
Luana: "Mamma.. Mamma sei tu! O mio dio.." -cercando di allungare le proprie braccia all'interno della gabbia, non riuscendo però a raggiungere la perduta madre- "Ti ho cercata ovunque.. finalmente ti ho trovata.. Sono troppo felice oddio.." -afflosciando le braccia, facendole cadere a terra, capendo che era impossibile raggiungere il tocco diretto, abbandonandosi poi ad un pianto liberatorio, disperato, rigorosamente di gioia- "Scusami scusami! Non devo farmi vedere così.. Hai bisogno adesso della mia forza, ma.." -guardando sempre verso il basso, non volendo ricercare uno sguardo diretto con la madre, data la paura che provava nel vederla in quello stato-
Politea: "Tesoro.. Non devi piangere.. ti chiedo solo di guardarmi.. Sono sempre tua madre.. più vecchia.. più brutta.. ma sono sempre io.. guardami.." -avvicinandosi ancor di più alle sbarre coralline, cercando le mani della figlia, volendole afferrare per farle sentire il suo affetto, la sua presenza, seppur gelidamente sentita- "Ti ringrazio.." -disse mentre una lacrima, tra le poche rimaste, scavava nelle rughe delle sue guance, capendo, seppur già risaputo, che non avrebbe mai più rivisto il viso della figlia- "Ma ora.. ora che finalmente ho potuto rivederti.. ho potuto rivedere quel dolce viso.. ora ho l'ho rivisto, devi andartene.. non puoi restare qui.." -soffocando la frase in una tremenda tosse improvvisa, lasciando la presa delle mani della figlia, accasciandosi completamente a terra, agonizzante e gelida-
Luana: "Mamma! No Mamma ti prego.. Io non posso lasciarti qui.. non voglio.." -alzandosi, guardando la madre con occhi pieni di tristezza, sentendosi in colpa per la rassegnazione che le aveva mostrato, e per la forza che Politea era riuscita a darle seppur in quelle condizioni- "Se rimarrai qua, non vorrò uscire di qui viva! DI QUI NON ME NE VADO SENZA DI TE, QUESTA VOLTA NO! Non lascerò fare al destino, ma sarò io a costruirlo, pezzo dopo pezzo!" -girando il capo a destra e sinistra ricercando un qualcosa da utilizzare per aprire quella cella, mossa dalla fretta e vogliosa di liberare finalmente sua madre dalle grinfie delle catene-.
Voltandosi, in un angolo, riuscì a trovare una roccia..