..per ben due giorni rimasi lì, disperandomi, per loro e per me, che non avevo fatto altro che nascondermi.. Eh.." -accennando ad una risata nervosa- "Chi lo avrebbe mai detto che una come me si sarebbe nascosta in una simile situazione, eppure, lo feci, malauguratamente lo feci. Dopo un tale episodio, la mia anima rimase macchiata per sempre, lo è tuttora, perché il tempo passa, ma il senso di colpa, che non è una ferita superficiale, non si rimargina, e non lo farà mai. Fu da quel momento, dopo averli seppelliti, che giurai vendetta: avrei fatto di tutto, pur di ottenere giustizia. Studiai ogni singola mappa, scappatoia, di quel maledetto palazzo del sovrano, giorno dopo giorno, senza mai fermarmi, covando dentro di me un odio indescrivibile, pensando e ripensando a quell'ingiustizia e martirio subiti, rimembrando chi era stato a fare tutto ciò, immaginando mille modi per torturarlo, per finalmente toglierlo da mezzo. Costruii da lì la mia reputazione: mi feci credere un'assassina, una senza cuore, sangue freddo e non solo. Perché ti ho seguito in questa tua pazza missione salva-vita? Perché volevo rimediare a ciò che non feci 10 anni fa.. Perché ti ammiro per come sei.. E seppur qualche volta io mi sia voltata bruscamente contro di te, rimproverandoti, l'ho fatto quando riconoscevo in te i miei stessi errori passati.. Non sono quella che pensi che io sia: non sono mai stata la donna forte, sicura di sé, potente. Nulla di questo mi appartiene, è solo una maschera" -mentre una lacrima, incatenata lì da troppi anni, come tanto altre, discese per la sua guancia-.
Luana ascoltò in silenzio la sua storia, senza commentare, come da Kamelia richiesto, ma non poté far altro che afferrargli le mani, guardando dritta negli occhi l'ormai sorella, mentre la madre fu scesa dalla schiena della sirena, riuscita anche lei a sentire un pezzo di storia:
Luana: "Mi hai paragonata a tua sorella, ma io non sono così coraggiosa come lei.. Piuttosto, somiglio di più a quella bambina che rimase nascosta, uscendo poi solo per piangere. Kamelia è il mio specchio, e proprio come tu hai imparato da tua sorella, io imparo dalla mia" -si trattennero in un tenero sguardo, mentre le mani di entrambi continuavano a stringersi forte, come a consolidare quel legame che ormai tanto potente era diventato-.
Si guardavano; Sapevano che da quel momento una avrebbe contato sull'altra, senza compromessi, senza pensieri distorti, senza incomprensioni. A fare da anello di congiunzione in quel legame, non vi era nessun patto, nessuna missione salva-vita, nulla fuorché amore reciproco, finalmente riconosciuto.
Quella gioia smise di propagarsi, si bloccò nel solo momento in cui, un dolore lancinante oltrepasso il braccio di Kamelia, invogliandola a mollare la presa con Luana, scostando bruscamente la madre di quest'ultima: era un dolore inspiegabile, fitto, perenne, lungo l'avambraccio destro, mentre con la mano sinistra afferrò quest'ultimo e la mano destra si limitò a stringersi a mo’ di pugno..
Sentiva la pelle bruciare, come se qualcosa stesse sorgendo dai tessuti profondamente insidiati, qualcosa di forte, marcata, assurda.
Luana: "Che succede?! Kamelia!" -intenzionata ad assisterla, partita anche nel farlo, ma bloccata dallo sguardo doloroso, sembrava quasi rabbioso-
Pian piano venne marcato sulla cute della sirena una scritta, dolorosamente applicata: frasi e parole sanguinarie e risentite.
"E cosa sceglierai adesso? Quali dei due amori?"
Con le lacrime del dolore agli occhi, lesse quella frase, aggrottando le ciglia, come a concentrarsi, pensare a cosa stessero indicando quelle parole, e poi a chi ebbe scritto quelle:
Luana: "Cosa significa? Chi e come ti ha fatto una cosa del genere?" -afferrandole il braccio dolcemente, timorosa di provocarle dolore-
Kamelia: "Non so dirti.. Non capisco.." -continuando ad osservare quella frase misteriosamente comparsa dal nulla, mentre Politea mirava il suo sguardo verso i suoi occhi-
Luana: "Quando finirà.."
Luana ascoltò in silenzio la sua storia, senza commentare, come da Kamelia richiesto, ma non poté far altro che afferrargli le mani, guardando dritta negli occhi l'ormai sorella, mentre la madre fu scesa dalla schiena della sirena, riuscita anche lei a sentire un pezzo di storia:
Luana: "Mi hai paragonata a tua sorella, ma io non sono così coraggiosa come lei.. Piuttosto, somiglio di più a quella bambina che rimase nascosta, uscendo poi solo per piangere. Kamelia è il mio specchio, e proprio come tu hai imparato da tua sorella, io imparo dalla mia" -si trattennero in un tenero sguardo, mentre le mani di entrambi continuavano a stringersi forte, come a consolidare quel legame che ormai tanto potente era diventato-.
Si guardavano; Sapevano che da quel momento una avrebbe contato sull'altra, senza compromessi, senza pensieri distorti, senza incomprensioni. A fare da anello di congiunzione in quel legame, non vi era nessun patto, nessuna missione salva-vita, nulla fuorché amore reciproco, finalmente riconosciuto.
Quella gioia smise di propagarsi, si bloccò nel solo momento in cui, un dolore lancinante oltrepasso il braccio di Kamelia, invogliandola a mollare la presa con Luana, scostando bruscamente la madre di quest'ultima: era un dolore inspiegabile, fitto, perenne, lungo l'avambraccio destro, mentre con la mano sinistra afferrò quest'ultimo e la mano destra si limitò a stringersi a mo’ di pugno..
Sentiva la pelle bruciare, come se qualcosa stesse sorgendo dai tessuti profondamente insidiati, qualcosa di forte, marcata, assurda.
Luana: "Che succede?! Kamelia!" -intenzionata ad assisterla, partita anche nel farlo, ma bloccata dallo sguardo doloroso, sembrava quasi rabbioso-
Pian piano venne marcato sulla cute della sirena una scritta, dolorosamente applicata: frasi e parole sanguinarie e risentite.
"E cosa sceglierai adesso? Quali dei due amori?"
Con le lacrime del dolore agli occhi, lesse quella frase, aggrottando le ciglia, come a concentrarsi, pensare a cosa stessero indicando quelle parole, e poi a chi ebbe scritto quelle:
Luana: "Cosa significa? Chi e come ti ha fatto una cosa del genere?" -afferrandole il braccio dolcemente, timorosa di provocarle dolore-
Kamelia: "Non so dirti.. Non capisco.." -continuando ad osservare quella frase misteriosamente comparsa dal nulla, mentre Politea mirava il suo sguardo verso i suoi occhi-
Luana: "Quando finirà.."