Stefania: "Susu qua siamo venuti per festeggiare non per guardare voi sbaciucchiarvi! Mi metto a piangere se continuate!" -e i due amanti si distaccarono, afferrandosi per le mani, intrecciandole fra di loro, mentre un preciso sguardo, quello di Gabriele, dimostrava il suo malcontento, facendo trasparire i suoi veri sentimenti della sua vera anima-
James: "Ah Vanessa, dato che ci siamo, ti ho vista l'altra sera.." -accennando ad un sorriso, avvicinandosi a lei, rendendo evidente la frase anche a Kai-
Vanessa: "Oddio James scusami.. Non volevo metterti in imbarazzo, cioè.. Mi vergogno enormemente.. Forse quella in imbarazzo sono io non tu.." -rivolge lo sguardo verso il basso, cercando di nascondersi dietro l'enorme spalla destra di Kai, mentre questo ascoltava e ammirava in silenzio, nella piena ignoranza del tutto-
James: "Nono quale imbarazzo! Ho sbagliato io, dovevo raccontarti tutto prima.." -e la ragazza uscì dal suo nascondiglio-
Kai: "Mi fate capire di cosa state parlando?" -accennando a degli sguardo sia a Vanessa che al fratello-
Vanessa: "Niente amore! Piccolo segretuccio con tuo fratello ahah!" -guardando James, intonando una piena e sentita risata, con la risposta che risiedeva nello sguardo del giovane-
Kai: "Ah! Pure i segreti con mio fratello adesso?" -piegando la testa, verso la ragazza, che lo rispose solo e soltanto con un sorriso, baciandolo ripetutamente diverse volte, e ad ogni bacio il sorriso, su entrambi i volti, tendeva ad aumentare, sfoggiandolo, sul finire, nella sua perfetta forma, con tutti i 32 denti in bella vista-
Stefania: "Forza giovanotti, stasera vi porto in un bel posticino!" -avviandosi verso l'uscita del giardino di Vanessa, portando con sé anche le enormi buste contenenti gli acquisti del giorno, programmato già che le avrebbe lasciato al suo appartamento-
Vanessa: "No aspetta tesò dove mi avvio in queste condizioni" -indicando le ciabatte con entrambe la mani, notando poi, chi la stesse ascoltando, i capelli scompigliati, il caro e tanto caldo pigiama indosso, coperto parzialmente soltanto da un giaccone-
Stefania: "E qual è il problema!" -aprendo la vestaglia che aveva indosso, la quale, nella penombra, sembra essere un vestitino leggero, troppo per il freddo della notte, denotando beatamente il pigiamone che la ragazza indossava: l'unico elemento salvifico erano gli scarponcini, dai quali, nella piega al collo di questi, vi era la lana che fuoriusciva dall'interno- "Tanto non ci sta nessuno in giro cammina!" -e Vanessa lasciò la presa possente ed il calore delle mani di Kai, corse verso Stefania, saltandole addosso, per poi prenderla sotto braccio ed avviarsi verso l'orizzonte ed oltre-.
Il giorno dopo, il tanto e temutissimo giorno giunse, e come fu accolto dai ragazzi? Tutti distesi sul grande letto matrimoniale dell'appartamento di Stefania, incasinato, ricco di rifiuti di bibite, cartoni di pizza scarsi sul tavolo da pranzo, mentre le coperte del grande lettone si erano come scomposte: un pezzo sulla coscia di Vanessa, un altro copriva le braccia di Kai, un altro ancora copriva longitudinalmente i busti di Stefania e James, mentre solo uno, già verso le 7:05 del mattino, aveva fatto il suo risveglio, ovviamente Gabriele. Si era alzato senza la preoccupazione di svegliare qualcuno, dato essere stato l'unico ad aver dormito sul divano, evitando il trambusto della camera da letto: alzatosi, si preparò il caffè, un bel tazzone di questo e, a pieno petto nudo, portando addosso soltanto i suoi boxer, spalancò la finestra della cucina, e vi si affacciò godendosi il panorama industriale, reso molto evidente data l'altezza considerevole del palazzo in cui Stefania viveva, da sola, senza nessun controllo, da fiera ed assoluta indipendente. La porta della camera da letto era socchiusa, era possibile vedere i quattro distesi: Gabriele, silenziosamente, insieme alla sua calda tazza di caffè, cercò di scorgere dall'uscio coloro che stava cercando. Guardava, invidiosamente Kai, notava il suo corpo, la sua possente muscolatura, perfettamente proporzionata, nei limiti, e poi, volgendo lo sguardo verso Vanessa, fece discendere una goccia di bollente caffè lungo la sua gola, ammirando la bellezza della ragazza, seppur il suo viso era quasi totalmente nascosto dai beati capelli ricciolini, tanto amati dal giovane, proprio come Gabriele amava i suoi occhi verde-celestini, la sua bocca con una perfetta forma, le sue guance rosee che invitavano ad afferrarle, il suo corpo, il suo modo così spavaldo di fare, di dire, dara trasparenza a sé stessa, prima di tutto, e poi agli altri.
James: "Vuoi continuare ad osservarla ancora per molto?" -interrompendo il silenzio della stanza, parlando naturalmente a tono di voce basso, ristabilendo ordine nella testa di Gabriele, riportandolo alla realtà-
Senza rispondere, Gabriele, richiuse la porta della camera da letto e ritornò in cucina, seguito, qualche minuto dopo, da James, che si sedette al tavolo, mentre l'amico gli presentò davanti una tazzina di caffè.
James: "Grazie.." -afferrando il manico laterale, deglutì un sorso e disse- "Non credi di doverti sfogare? Reprimere i sentimenti non è mai cosa buona da fare.." -racchiudendo la tazzina di caffè tra le sue mani, volgendo lo sguardo all'amico, in piedi, davanti a lui, incrociando il suo sguardo-
Gabriele: "Avevo già una persona con cui mi sfogavo, peccato che questo gruppo lo ha cacciato via"
James: "Parli di Zack vero?" -e a queste parole Gabriele si voltò contro la finestra, dando le spalle all'amico- "So quanto tu fossi connesso con Zack, ma il destino ha deciso ciò che sarebbe dovuto accadere.. Forse abbiamo sbagliato, anzi sono sicuro che io, in primis, ho sbagliato, ho tremendamente sbagliato a non dare una possibilità a Zack. Ho voltato le spalle alla sua amicizia, proprio come tu adesso le volgi a me.. Non ho saputo perdonare, ho offuscato la mia vista con la rabbia, l'odio, forse anche artificiale, forse irreale, ma in quel momento era quello: rabbioso contro Zack, proprio come lo eri tu, perché tutti, e ripeto tutti, in quel momento, lo eravamo, non potevamo guardare in faccia Zack altrimenti la rabbia sarebbe scorsa e sgorgata nelle nostre vene, senza che noi potessimo bloccarla.." -fu bruscamente interrotto-
Gabriele: "Hai ragione. Ero arrabbiato, furioso, non sapevo cosa pensare, non sapevo spiegarmi ciò che era accaduto, eppure, non ho rinchiuso il mio cuore in una gabbia di ferro! Mi sono aperto al perdono perché è giusto che sia così!" -cercando di sopprimere l'alto volume della voce che bramava di sfociare- "Non abbiamo perdonato Vanessa quando fece quel tremendo floop alle "Ali Azzurre", al nostro primo concerto? E da chi è partito il perdono?" -attendendo una risposta dall'amico-
James: "Da me.." -due parole e Gabriele sbatté il pugno sul tavolo, scuotendo questo e trasferendo vibrazione alla tazzina di James, poi allontanandosi nervosamente dall'amico, camminando avanti e indietro nel salone- "Si lo sono, sono stato uno sciocco, parassita, menefreghista, vuoi mettermi in croce per questo?" -e furiosamente si alzò, afferrando l'amico per le braccia, bloccandolo- "Oggi è la nostra occasione, l'unica possibilità che abbiamo, concreta, di poter emergere nella discografia nazionale, te ne rendi conto? Credi davvero che Zack si faccia tali pensieri alle 7 del mattino?!" -fissando, concentrato, gli occhi dell'amico, i quali lasciavano tremendamente emergere la delusione e la tensione-
James: "Ah Vanessa, dato che ci siamo, ti ho vista l'altra sera.." -accennando ad un sorriso, avvicinandosi a lei, rendendo evidente la frase anche a Kai-
Vanessa: "Oddio James scusami.. Non volevo metterti in imbarazzo, cioè.. Mi vergogno enormemente.. Forse quella in imbarazzo sono io non tu.." -rivolge lo sguardo verso il basso, cercando di nascondersi dietro l'enorme spalla destra di Kai, mentre questo ascoltava e ammirava in silenzio, nella piena ignoranza del tutto-
James: "Nono quale imbarazzo! Ho sbagliato io, dovevo raccontarti tutto prima.." -e la ragazza uscì dal suo nascondiglio-
Kai: "Mi fate capire di cosa state parlando?" -accennando a degli sguardo sia a Vanessa che al fratello-
Vanessa: "Niente amore! Piccolo segretuccio con tuo fratello ahah!" -guardando James, intonando una piena e sentita risata, con la risposta che risiedeva nello sguardo del giovane-
Kai: "Ah! Pure i segreti con mio fratello adesso?" -piegando la testa, verso la ragazza, che lo rispose solo e soltanto con un sorriso, baciandolo ripetutamente diverse volte, e ad ogni bacio il sorriso, su entrambi i volti, tendeva ad aumentare, sfoggiandolo, sul finire, nella sua perfetta forma, con tutti i 32 denti in bella vista-
Stefania: "Forza giovanotti, stasera vi porto in un bel posticino!" -avviandosi verso l'uscita del giardino di Vanessa, portando con sé anche le enormi buste contenenti gli acquisti del giorno, programmato già che le avrebbe lasciato al suo appartamento-
Vanessa: "No aspetta tesò dove mi avvio in queste condizioni" -indicando le ciabatte con entrambe la mani, notando poi, chi la stesse ascoltando, i capelli scompigliati, il caro e tanto caldo pigiama indosso, coperto parzialmente soltanto da un giaccone-
Stefania: "E qual è il problema!" -aprendo la vestaglia che aveva indosso, la quale, nella penombra, sembra essere un vestitino leggero, troppo per il freddo della notte, denotando beatamente il pigiamone che la ragazza indossava: l'unico elemento salvifico erano gli scarponcini, dai quali, nella piega al collo di questi, vi era la lana che fuoriusciva dall'interno- "Tanto non ci sta nessuno in giro cammina!" -e Vanessa lasciò la presa possente ed il calore delle mani di Kai, corse verso Stefania, saltandole addosso, per poi prenderla sotto braccio ed avviarsi verso l'orizzonte ed oltre-.
Il giorno dopo, il tanto e temutissimo giorno giunse, e come fu accolto dai ragazzi? Tutti distesi sul grande letto matrimoniale dell'appartamento di Stefania, incasinato, ricco di rifiuti di bibite, cartoni di pizza scarsi sul tavolo da pranzo, mentre le coperte del grande lettone si erano come scomposte: un pezzo sulla coscia di Vanessa, un altro copriva le braccia di Kai, un altro ancora copriva longitudinalmente i busti di Stefania e James, mentre solo uno, già verso le 7:05 del mattino, aveva fatto il suo risveglio, ovviamente Gabriele. Si era alzato senza la preoccupazione di svegliare qualcuno, dato essere stato l'unico ad aver dormito sul divano, evitando il trambusto della camera da letto: alzatosi, si preparò il caffè, un bel tazzone di questo e, a pieno petto nudo, portando addosso soltanto i suoi boxer, spalancò la finestra della cucina, e vi si affacciò godendosi il panorama industriale, reso molto evidente data l'altezza considerevole del palazzo in cui Stefania viveva, da sola, senza nessun controllo, da fiera ed assoluta indipendente. La porta della camera da letto era socchiusa, era possibile vedere i quattro distesi: Gabriele, silenziosamente, insieme alla sua calda tazza di caffè, cercò di scorgere dall'uscio coloro che stava cercando. Guardava, invidiosamente Kai, notava il suo corpo, la sua possente muscolatura, perfettamente proporzionata, nei limiti, e poi, volgendo lo sguardo verso Vanessa, fece discendere una goccia di bollente caffè lungo la sua gola, ammirando la bellezza della ragazza, seppur il suo viso era quasi totalmente nascosto dai beati capelli ricciolini, tanto amati dal giovane, proprio come Gabriele amava i suoi occhi verde-celestini, la sua bocca con una perfetta forma, le sue guance rosee che invitavano ad afferrarle, il suo corpo, il suo modo così spavaldo di fare, di dire, dara trasparenza a sé stessa, prima di tutto, e poi agli altri.
James: "Vuoi continuare ad osservarla ancora per molto?" -interrompendo il silenzio della stanza, parlando naturalmente a tono di voce basso, ristabilendo ordine nella testa di Gabriele, riportandolo alla realtà-
Senza rispondere, Gabriele, richiuse la porta della camera da letto e ritornò in cucina, seguito, qualche minuto dopo, da James, che si sedette al tavolo, mentre l'amico gli presentò davanti una tazzina di caffè.
James: "Grazie.." -afferrando il manico laterale, deglutì un sorso e disse- "Non credi di doverti sfogare? Reprimere i sentimenti non è mai cosa buona da fare.." -racchiudendo la tazzina di caffè tra le sue mani, volgendo lo sguardo all'amico, in piedi, davanti a lui, incrociando il suo sguardo-
Gabriele: "Avevo già una persona con cui mi sfogavo, peccato che questo gruppo lo ha cacciato via"
James: "Parli di Zack vero?" -e a queste parole Gabriele si voltò contro la finestra, dando le spalle all'amico- "So quanto tu fossi connesso con Zack, ma il destino ha deciso ciò che sarebbe dovuto accadere.. Forse abbiamo sbagliato, anzi sono sicuro che io, in primis, ho sbagliato, ho tremendamente sbagliato a non dare una possibilità a Zack. Ho voltato le spalle alla sua amicizia, proprio come tu adesso le volgi a me.. Non ho saputo perdonare, ho offuscato la mia vista con la rabbia, l'odio, forse anche artificiale, forse irreale, ma in quel momento era quello: rabbioso contro Zack, proprio come lo eri tu, perché tutti, e ripeto tutti, in quel momento, lo eravamo, non potevamo guardare in faccia Zack altrimenti la rabbia sarebbe scorsa e sgorgata nelle nostre vene, senza che noi potessimo bloccarla.." -fu bruscamente interrotto-
Gabriele: "Hai ragione. Ero arrabbiato, furioso, non sapevo cosa pensare, non sapevo spiegarmi ciò che era accaduto, eppure, non ho rinchiuso il mio cuore in una gabbia di ferro! Mi sono aperto al perdono perché è giusto che sia così!" -cercando di sopprimere l'alto volume della voce che bramava di sfociare- "Non abbiamo perdonato Vanessa quando fece quel tremendo floop alle "Ali Azzurre", al nostro primo concerto? E da chi è partito il perdono?" -attendendo una risposta dall'amico-
James: "Da me.." -due parole e Gabriele sbatté il pugno sul tavolo, scuotendo questo e trasferendo vibrazione alla tazzina di James, poi allontanandosi nervosamente dall'amico, camminando avanti e indietro nel salone- "Si lo sono, sono stato uno sciocco, parassita, menefreghista, vuoi mettermi in croce per questo?" -e furiosamente si alzò, afferrando l'amico per le braccia, bloccandolo- "Oggi è la nostra occasione, l'unica possibilità che abbiamo, concreta, di poter emergere nella discografia nazionale, te ne rendi conto? Credi davvero che Zack si faccia tali pensieri alle 7 del mattino?!" -fissando, concentrato, gli occhi dell'amico, i quali lasciavano tremendamente emergere la delusione e la tensione-