Araldo: "Per poter preparare il rito, ho sicuramente bisogno del sale, simbolo dell'incantesimo, fortunatamente non occorre posizionarlo in modo preciso ma semplicemente, basta lanciarlo in aria.." -e con un movimento scattante, mentre l'eccesso del sale racchiuso nel suo pugno di mano, calava sul pavimento, quello rimasto rinchiuso acquistò il volo in aria, spargendosi su Jessie e sull'area a sé circostante- "Jessie.. Tu sei una fata, vediamo se riuscirai ad essere superiore anche questa volta.. Con me, non avrai vita facile!" -mentre la ragazza continuava a guardarlo con aria di sfida, conoscendo la storia che aveva alle spalle, e quella in cui Araldo credeva fermamente- "La semplicità di questo incantesimo di sigillo sta nel fatto che gli unici ingredienti necessari, sono il sale e il fuoco.. *Brucia Maxima!*" -ogni singolo granello di sale sparso a terra iniziò a bruciare, scatenando alte lingue di fuoco, prima sul pavimento, e poi sul corpo di Jessie, che rimase ferma e immobile, mentre il suo corpo visivamente bruciava senza freni: non era un illusione- "Questo sigillo non ha lo scopo di bloccare perennemente la vittima, ma semplicemente oscurarne la vista ed impedire al nemico di agire, invocare incantesimi, poiché risulta difficile attaccare l'invisibile, ovviamente.." -disse mentre il corpo di Jessie sembrava un manichino cosparso di benzina intento a bruciare, un grande falò al chiuso-
Prof.ssa Corvelia: "Complimenti Araldo, ottima spiegazione passo dopo passo, e perfettamente esecuzione del rito, nonché azzeccata scelta. Adesso, Jessie cosa pensi di fare? Per una fata è alquanto difficile spezzare un incantesimo di sigillo intrinseco di magia nera: cosa pensi di fare? Vediamo se queste fate sono capaci di sostenere un corso di Magia Nera. Mollerai o continuerai a studiare magia nera per la pura curiosità della materia?" -seduta sulla grande cattedra posta su di un rialzo, con le braccia conserte, mentre osservava con un ghigno perfido stampato sul volto, attendendo-
Non ci fu risposta da parte di Jessie che rimase ferma, continuava a perpetuare nel suo immobilismo, come morta, come assente, come se non fosse lei: la sorpresa dell'agire di Jessie si stava spargendo in tutta l'aula, ogni studente iniziava a chiedersi quale fosse la vera strategia della fata, molte streghe fecero risorgere la loro superiorità, il loro ego smisurato, affermando come la ragazza non sarebbe mai riuscita a spezzare quel sigillo; lo stesso Araldo, dallo sguardo fiero e superbo, iniziò a riservarsi uno sguardo stupito, dubbioso; rimase impassibile la Prof.ssa Corvelia, ancora soffermata sul suo malefico ghigno, mentre fremeva dalla voglia di vedere il misfatto della fata.
Finalmente Jessie si mosse: ogni singolo granello di sale sparso a terra e su di lei, iniziò a congelarsi, si trasformò in pezzi di ghiaccio, imprigionando la fiamma che essi sprigionavano, costituendo intorno alla ragazza una corazza gelida che si frantumò in mille frammenti una volta che ogni singola parte non finì sotto il potere congelante di Jessie. Spezzato il ghiaccio, risorse lo stesso volto che aveva riservato ad Araldo, prima che quest'ultimo la ricoprisse di fuoco.
Jessie: "Non occorreva utilizzare un incantesimo tanto complesso per spezzare questo sigillo: non potevo vedere, le fiamme coprivano i miei occhi e non riuscivo più a percepire, non sarei riuscita a sferrare un attacco diretto seppur a distanza. La miglior soluzione era quella di riservare la mia offensiva, non verso Araldo, ma verso me stessa, verso le fiamme che mi circondavano, le uniche che realmente sentivo. Avrei potuto utilizzare l'incantesimo del "Fragmenta Inerzia", ma lo spettacolo non sarebbe stato lo stesso, e sicuramente Araldo non avrebbe provato la stessa ira che in questo momento sta provando.." -continuando a guardarlo fisso nei suoi occhi rabbiosi, colmi di odio, disprezzo, tanto da fargli abbandonare l'aula, sotto lo sguardo stupito di ogni singolo studente, e della stessa Prof.ssa Corvelia, orgogliosa della corruzione morale che stava operando nei riguardi delle fate che frequentavano le sue lezioni, per la pura curiosità della materia-.
Jessie ritornò al suo posto, con il permesso da parte della Corvelia, ritornando in sé, rendendosi conto del disprezzo con cui aveva trattato Araldo, forse troppo eccessivo, seppur considerando la faida fra i due: al contrario di ciò che stesse pensando, Clatrina le fece i complimenti per come si era comportata, forse normale per le streghe? Ricominciata la lezione teorica della Prof.ssa Corvelia, Jessie decise di sfruttare il momento per poter dare una lettura ad almeno un testo dei quattro che aveva preso in biblioteca a riguardo dello Smeraldo di Sarima..
Clatrina: "Che libro sarebbe quello?" -bisbigliando alla compagna-
Jessie: ""Il Ricordo dello Smeraldo".. Dovrebbe trattare dello Smeraldo di Sarima, crediamo sia grazie a questo smeraldo che i cuccioli siano riusciti a scappare, ma nulla è certo, forse è una pista che non ci porterà a nessun buon finale.." -bisbigliò mentre aprì, a partire dalla copertina polverosa, il grande libro-
Clatrina: "Se posso aiutarti non hai che chiedere!"
Jessie: "Ho altri 3 libri come questo nello zaino puoi iniziare a leggerne un altro?" -senza il bisogno di ripetere, Clatrina fece capire a Jessie che era disposta ad aiutarla, e le chiese, con un gesto della mano sinistra, di darle uno dei tre libri rimanenti-
Jessie le passò sotto il banco il grande librone, e, sfortunatamente per loro, la Prof.ssa Corvelia si rese conto del confabulare delle due ragazze, e fece pericolosamente calare un fulmine sul pieno piano del grande banco, richiamando l'attenzione delle due giovani, rimaste sbigottite dal gesto della strega, seppur conoscendola, ancora non avevano visto la vera ferocia che era capace di raggiungere. Tranquillamente, dopo il tremendo spavento procurato a Jessie e Clatrina, la Corvelia riprese a spiegare ciò che aveva bruscamente interrotto, ristabilendo l'equilibrio perso.
Ci siamo persi un piccolo passaggio: ma cosa si sono detti Cosmia e Locui nell'ufficio della prima, prima che l'origliare di Jessie fosse interrotto da Mrs. Print e la sua voce tutt'altro che femminile? Piccolo flashback...
La preside Cosmia, ristabilitasi dal controllo doloroso delle Forze Ancestrali, rivolgeva il suo sguardo verso il cortile, osservando gli studenti che entravano ed uscivano dalla scuola, si incontravano coi loro compagni, chiacchieravano, si scambiavano opinioni, appunti, discutevano anche: la Preside amava tutto ciò, rimpiangeva il passato e auspicava al futuro in un confuso ottimismo.
Cosmia: "Considerando la forza di Lorden, sicuramente quelle trappole non era state progettate per uccidere.. Ma la scomparsa del corpo di Talessa.. Possibile che sia morta e il suo corpo sia stato portato via da Lorden? Non escluderei un alleanza fra questo e Arcadio, e sappiamo quello che è in conoscenza di Talessa.. Il nemico ha lei viva o morta, ed ha in mano tutto il suo sapere: non possiamo starcene sugli allori, dobbiamo mantenere gli occhi ben aperti. Il futuro non si è mai prospettato così incerto e nefasto come questa volta.." -prima voltandosi verso il collega Locui ed il Prof. Appell, e poi si rigirò verso il grande finestrone, che insieme ad un secondo, ornavano le pareti laterali dell'ufficio della Preside delle fate-
Locui: "Come vuoi procedere con Talessa? Non possiamo di certo aspettare un suo ritorno, da viva o da morta, quel che sia"
Cosmia: "Mi sorprende sentirti parlare così Locui. So che sei il primo a non voler vedere Talessa morta, e non accadrà.." -incamminandosi verso una scalinata luminescente, con gradini quasi invisibili, se non fosse per l'illuminazione giallastra che li caratterizzava, scalinata che l'avrebbe condotta ad un piano superiore dove si trovava il suo reale ufficio: si fermò ai primi gradini e continuò- "Non aspetteremo nessuno. Non possiamo lasciare la scuola priva di protezione da parte dei Professori e dei Presidi, soprattutto adesso che Anvisio è fuori gioco, e senza la presenza di Talessa a dirigere la direzione medica sarà molto dura.. Una squadra di studenti, i migliori, li sceglierò io personalmente: saranno loro a condurre a casa Talessa. Prof. Appell informa in consiglio dei docenti, mentre tu Locui vieni con me, abbiamo una piccola faccenda da risolvere.." -risalì le scale, e lasciò i due uomini a condurre ciò per cui erano stati comandati-.
Locui seguì la preside Cosmia, ed ebbe accesso, non per la prima volta, all'ufficio superiore, dove una grande cattedra centrale era posta nella stanza, di forma circolare il piano di appoggio, superiore ed inferiore, contornata a terra da una striscia, a sua volta circolare, di luce. L'ambientazione spaziale, sembrava come se l'universo fosse stato racchiuso in quella stanza, priva di finestre, priva di balconate: una camera rettangolare, con un soffitto che si apriva all'universo stellato che discendeva sino al pavimento, per tutte le pareti. Il pavimento, avvolto in un bagliore stupendo, ad ogni passo intoccava il suo della pietra lanciata nell'acqua di un lago, seguendo il similare movimento ondulatorio. Era proprio in quella stanza che vi erano "Gli occhi dell'Orso", una grande statua marmorea, con grandi occhi rosso rubino, al quale interno era possibile vedere ciò a cui si voleva volgere lo sguardo.
Cosmia: "Forse non ricordi, ma durante il primo attacco di Arcadio con quei tre suoi polpi, io e Anvisio notammo che al collo del più grosso vi era una gemma, la stessa gemma di corallo che quel mostro usava ai tempi della Compagnia dei Guardiani.." -innalzo la mano e velocemente una stella che costellava il soffitto discese sino a rinchiudersi nel pugno della Preside: mantenne la grande stella, grande quanto due mani aperte, con la sua magia, davanti a lei, scatenando poi una possente scarica luminosa che smembrò gli strati della stella sino a scoprirne il nucleo più profondo, prendo in mano da Cosmia- "Qui dentro c'è la gemma di corallo. Ora, una ragazza del primo anno, è stata colpita dal Negalosma Esogeno, il problema sta nel fatto che non è stata l'unica.. Dopo settimane, alcuni anche mesi, sono stati colpiti dalla stessa malattia, solo ed esclusivamente fate." -e fu interrotta-
Locui: <> -mantenendo il suo spirito fermo e deciso, senza destare meraviglia, senza far trasparire i suoi sentimenti in nessun modo-
Cosmia: "Ti sto per chiedere un qualcosa che mai avrei auspicato di chiedere.. Non voglio che tu pensi che io non mi fidi di te, anzi, sei uno dei pochi nel quale ripongo il massimo rispetto e complicità: so quanto tu sia coinvolto sentimentalmente con Talessa, e non voglio che questo possa intralciare le operazioni di salvataggio.."
Locui: "Non c'è bisogno di così tanti giri di parole Cosmia. Sappiamo entrambi la realtà dei fatti, e mi fidi di te, di te come di nessun altro." -detto ciò, la preside smontò anche il nucleo della stella che aveva spogliato, e disse-
Cosmia: "Darò questa gemma di corallo ad uno studente chiuso ormai in Infermeria da circa 2 mesi, in uno stato confusionale perenne. E' stato pesantemente colpito dal Negalosma Esogeno, lui come nessun altro, ed è mio dovere aiutarlo. Qui entri in gioco tu: ti affido ufficialmente il compito di scovare Arcadio, senza ingaggiare combattimento contro di lui, saresti solo una perdita che si può tranquillamente risparmiare. Il tuo unico compito sarà quello di cercare le sue gemme di corallo, e raccogliere quante più informazioni possibili su Arcadio e sulle sue nuove forze su cui esso conta." -non le restava che sperare in una risposta affermativa da parte del Preside dei Templari-
Locui: "So che ciò che mi stai dicendo non è un ordine, aspetti una mia risposta, e speri, com'è giusto che sia, che la mia risposta sia affermativa. Io posso dirti che accetterò questa tua richiesta, ma se mi ritroverò faccia a faccia con Arcadio, non mi sottrarrò al combattimento: l'amicizia sì, ma non posso tradire i principi che perseguo.." -risposta che Cosmia si sarebbe aspettata da un tipo come Locui-
Ci ritroviamo direttamente al di fuori della Scuola, nel grande cortile, spoglio dalla presenza degli studenti, tutti rinchiusi nelle loro rispettive aule, vi erano solo i due Presidi reggenti, pronti entrambi a fare il proprio dovere per cui erano stati scelti per il loro ruolo:
Cosmia: "Locui, questa scuola rimarrà aperta per te.." -senza smettere di credere nei propri principi, Locui accennò ad un inchino nei riguardi dell'anziana preside, le voltò le spalle, e attese che quest'ultima gli aprisse un portale che lo avrebbe condotto sul Pianeta Utopia, mondo corrotto dallo stesso Arcadio- "A te.." -il portale fu aperto e Locui, senza voltarsi, senza le "ultime parole", oltrepassò il portale cosmico aperto dalla Preside che lo condusse direttamente in una locazione casuale sul pianeta Utopia, data la non conoscenza del posto da parte di Cosmia-.
Il portale si riavvolse, si richiuse nell'aria del vuoto, lasciando spalancata la visione del tramonto ormai giunto, segno della fine di una giornata tanto frenetica quanto ricca di scoperte e sorprese. Regalato tutto ciò agli studenti e ai docenti di Cristaly, quel singolo giorno poteva ormai finire, inoltrandosi nella notte oscura e continuare, nella sua quiete, a regalare nuova conoscenza. Cosmia rientrò, restata solo pochi secondi ad ammirare il panorama, ritornando poi in sé stessa, e nei suoi compiti amministrativi.
Prof.ssa Corvelia: "Complimenti Araldo, ottima spiegazione passo dopo passo, e perfettamente esecuzione del rito, nonché azzeccata scelta. Adesso, Jessie cosa pensi di fare? Per una fata è alquanto difficile spezzare un incantesimo di sigillo intrinseco di magia nera: cosa pensi di fare? Vediamo se queste fate sono capaci di sostenere un corso di Magia Nera. Mollerai o continuerai a studiare magia nera per la pura curiosità della materia?" -seduta sulla grande cattedra posta su di un rialzo, con le braccia conserte, mentre osservava con un ghigno perfido stampato sul volto, attendendo-
Non ci fu risposta da parte di Jessie che rimase ferma, continuava a perpetuare nel suo immobilismo, come morta, come assente, come se non fosse lei: la sorpresa dell'agire di Jessie si stava spargendo in tutta l'aula, ogni studente iniziava a chiedersi quale fosse la vera strategia della fata, molte streghe fecero risorgere la loro superiorità, il loro ego smisurato, affermando come la ragazza non sarebbe mai riuscita a spezzare quel sigillo; lo stesso Araldo, dallo sguardo fiero e superbo, iniziò a riservarsi uno sguardo stupito, dubbioso; rimase impassibile la Prof.ssa Corvelia, ancora soffermata sul suo malefico ghigno, mentre fremeva dalla voglia di vedere il misfatto della fata.
Finalmente Jessie si mosse: ogni singolo granello di sale sparso a terra e su di lei, iniziò a congelarsi, si trasformò in pezzi di ghiaccio, imprigionando la fiamma che essi sprigionavano, costituendo intorno alla ragazza una corazza gelida che si frantumò in mille frammenti una volta che ogni singola parte non finì sotto il potere congelante di Jessie. Spezzato il ghiaccio, risorse lo stesso volto che aveva riservato ad Araldo, prima che quest'ultimo la ricoprisse di fuoco.
Jessie: "Non occorreva utilizzare un incantesimo tanto complesso per spezzare questo sigillo: non potevo vedere, le fiamme coprivano i miei occhi e non riuscivo più a percepire, non sarei riuscita a sferrare un attacco diretto seppur a distanza. La miglior soluzione era quella di riservare la mia offensiva, non verso Araldo, ma verso me stessa, verso le fiamme che mi circondavano, le uniche che realmente sentivo. Avrei potuto utilizzare l'incantesimo del "Fragmenta Inerzia", ma lo spettacolo non sarebbe stato lo stesso, e sicuramente Araldo non avrebbe provato la stessa ira che in questo momento sta provando.." -continuando a guardarlo fisso nei suoi occhi rabbiosi, colmi di odio, disprezzo, tanto da fargli abbandonare l'aula, sotto lo sguardo stupito di ogni singolo studente, e della stessa Prof.ssa Corvelia, orgogliosa della corruzione morale che stava operando nei riguardi delle fate che frequentavano le sue lezioni, per la pura curiosità della materia-.
Jessie ritornò al suo posto, con il permesso da parte della Corvelia, ritornando in sé, rendendosi conto del disprezzo con cui aveva trattato Araldo, forse troppo eccessivo, seppur considerando la faida fra i due: al contrario di ciò che stesse pensando, Clatrina le fece i complimenti per come si era comportata, forse normale per le streghe? Ricominciata la lezione teorica della Prof.ssa Corvelia, Jessie decise di sfruttare il momento per poter dare una lettura ad almeno un testo dei quattro che aveva preso in biblioteca a riguardo dello Smeraldo di Sarima..
Clatrina: "Che libro sarebbe quello?" -bisbigliando alla compagna-
Jessie: ""Il Ricordo dello Smeraldo".. Dovrebbe trattare dello Smeraldo di Sarima, crediamo sia grazie a questo smeraldo che i cuccioli siano riusciti a scappare, ma nulla è certo, forse è una pista che non ci porterà a nessun buon finale.." -bisbigliò mentre aprì, a partire dalla copertina polverosa, il grande libro-
Clatrina: "Se posso aiutarti non hai che chiedere!"
Jessie: "Ho altri 3 libri come questo nello zaino puoi iniziare a leggerne un altro?" -senza il bisogno di ripetere, Clatrina fece capire a Jessie che era disposta ad aiutarla, e le chiese, con un gesto della mano sinistra, di darle uno dei tre libri rimanenti-
Jessie le passò sotto il banco il grande librone, e, sfortunatamente per loro, la Prof.ssa Corvelia si rese conto del confabulare delle due ragazze, e fece pericolosamente calare un fulmine sul pieno piano del grande banco, richiamando l'attenzione delle due giovani, rimaste sbigottite dal gesto della strega, seppur conoscendola, ancora non avevano visto la vera ferocia che era capace di raggiungere. Tranquillamente, dopo il tremendo spavento procurato a Jessie e Clatrina, la Corvelia riprese a spiegare ciò che aveva bruscamente interrotto, ristabilendo l'equilibrio perso.
Ci siamo persi un piccolo passaggio: ma cosa si sono detti Cosmia e Locui nell'ufficio della prima, prima che l'origliare di Jessie fosse interrotto da Mrs. Print e la sua voce tutt'altro che femminile? Piccolo flashback...
La preside Cosmia, ristabilitasi dal controllo doloroso delle Forze Ancestrali, rivolgeva il suo sguardo verso il cortile, osservando gli studenti che entravano ed uscivano dalla scuola, si incontravano coi loro compagni, chiacchieravano, si scambiavano opinioni, appunti, discutevano anche: la Preside amava tutto ciò, rimpiangeva il passato e auspicava al futuro in un confuso ottimismo.
Cosmia: "Considerando la forza di Lorden, sicuramente quelle trappole non era state progettate per uccidere.. Ma la scomparsa del corpo di Talessa.. Possibile che sia morta e il suo corpo sia stato portato via da Lorden? Non escluderei un alleanza fra questo e Arcadio, e sappiamo quello che è in conoscenza di Talessa.. Il nemico ha lei viva o morta, ed ha in mano tutto il suo sapere: non possiamo starcene sugli allori, dobbiamo mantenere gli occhi ben aperti. Il futuro non si è mai prospettato così incerto e nefasto come questa volta.." -prima voltandosi verso il collega Locui ed il Prof. Appell, e poi si rigirò verso il grande finestrone, che insieme ad un secondo, ornavano le pareti laterali dell'ufficio della Preside delle fate-
Locui: "Come vuoi procedere con Talessa? Non possiamo di certo aspettare un suo ritorno, da viva o da morta, quel che sia"
Cosmia: "Mi sorprende sentirti parlare così Locui. So che sei il primo a non voler vedere Talessa morta, e non accadrà.." -incamminandosi verso una scalinata luminescente, con gradini quasi invisibili, se non fosse per l'illuminazione giallastra che li caratterizzava, scalinata che l'avrebbe condotta ad un piano superiore dove si trovava il suo reale ufficio: si fermò ai primi gradini e continuò- "Non aspetteremo nessuno. Non possiamo lasciare la scuola priva di protezione da parte dei Professori e dei Presidi, soprattutto adesso che Anvisio è fuori gioco, e senza la presenza di Talessa a dirigere la direzione medica sarà molto dura.. Una squadra di studenti, i migliori, li sceglierò io personalmente: saranno loro a condurre a casa Talessa. Prof. Appell informa in consiglio dei docenti, mentre tu Locui vieni con me, abbiamo una piccola faccenda da risolvere.." -risalì le scale, e lasciò i due uomini a condurre ciò per cui erano stati comandati-.
Locui seguì la preside Cosmia, ed ebbe accesso, non per la prima volta, all'ufficio superiore, dove una grande cattedra centrale era posta nella stanza, di forma circolare il piano di appoggio, superiore ed inferiore, contornata a terra da una striscia, a sua volta circolare, di luce. L'ambientazione spaziale, sembrava come se l'universo fosse stato racchiuso in quella stanza, priva di finestre, priva di balconate: una camera rettangolare, con un soffitto che si apriva all'universo stellato che discendeva sino al pavimento, per tutte le pareti. Il pavimento, avvolto in un bagliore stupendo, ad ogni passo intoccava il suo della pietra lanciata nell'acqua di un lago, seguendo il similare movimento ondulatorio. Era proprio in quella stanza che vi erano "Gli occhi dell'Orso", una grande statua marmorea, con grandi occhi rosso rubino, al quale interno era possibile vedere ciò a cui si voleva volgere lo sguardo.
Cosmia: "Forse non ricordi, ma durante il primo attacco di Arcadio con quei tre suoi polpi, io e Anvisio notammo che al collo del più grosso vi era una gemma, la stessa gemma di corallo che quel mostro usava ai tempi della Compagnia dei Guardiani.." -innalzo la mano e velocemente una stella che costellava il soffitto discese sino a rinchiudersi nel pugno della Preside: mantenne la grande stella, grande quanto due mani aperte, con la sua magia, davanti a lei, scatenando poi una possente scarica luminosa che smembrò gli strati della stella sino a scoprirne il nucleo più profondo, prendo in mano da Cosmia- "Qui dentro c'è la gemma di corallo. Ora, una ragazza del primo anno, è stata colpita dal Negalosma Esogeno, il problema sta nel fatto che non è stata l'unica.. Dopo settimane, alcuni anche mesi, sono stati colpiti dalla stessa malattia, solo ed esclusivamente fate." -e fu interrotta-
Locui: <> -mantenendo il suo spirito fermo e deciso, senza destare meraviglia, senza far trasparire i suoi sentimenti in nessun modo-
Cosmia: "Ti sto per chiedere un qualcosa che mai avrei auspicato di chiedere.. Non voglio che tu pensi che io non mi fidi di te, anzi, sei uno dei pochi nel quale ripongo il massimo rispetto e complicità: so quanto tu sia coinvolto sentimentalmente con Talessa, e non voglio che questo possa intralciare le operazioni di salvataggio.."
Locui: "Non c'è bisogno di così tanti giri di parole Cosmia. Sappiamo entrambi la realtà dei fatti, e mi fidi di te, di te come di nessun altro." -detto ciò, la preside smontò anche il nucleo della stella che aveva spogliato, e disse-
Cosmia: "Darò questa gemma di corallo ad uno studente chiuso ormai in Infermeria da circa 2 mesi, in uno stato confusionale perenne. E' stato pesantemente colpito dal Negalosma Esogeno, lui come nessun altro, ed è mio dovere aiutarlo. Qui entri in gioco tu: ti affido ufficialmente il compito di scovare Arcadio, senza ingaggiare combattimento contro di lui, saresti solo una perdita che si può tranquillamente risparmiare. Il tuo unico compito sarà quello di cercare le sue gemme di corallo, e raccogliere quante più informazioni possibili su Arcadio e sulle sue nuove forze su cui esso conta." -non le restava che sperare in una risposta affermativa da parte del Preside dei Templari-
Locui: "So che ciò che mi stai dicendo non è un ordine, aspetti una mia risposta, e speri, com'è giusto che sia, che la mia risposta sia affermativa. Io posso dirti che accetterò questa tua richiesta, ma se mi ritroverò faccia a faccia con Arcadio, non mi sottrarrò al combattimento: l'amicizia sì, ma non posso tradire i principi che perseguo.." -risposta che Cosmia si sarebbe aspettata da un tipo come Locui-
Ci ritroviamo direttamente al di fuori della Scuola, nel grande cortile, spoglio dalla presenza degli studenti, tutti rinchiusi nelle loro rispettive aule, vi erano solo i due Presidi reggenti, pronti entrambi a fare il proprio dovere per cui erano stati scelti per il loro ruolo:
Cosmia: "Locui, questa scuola rimarrà aperta per te.." -senza smettere di credere nei propri principi, Locui accennò ad un inchino nei riguardi dell'anziana preside, le voltò le spalle, e attese che quest'ultima gli aprisse un portale che lo avrebbe condotto sul Pianeta Utopia, mondo corrotto dallo stesso Arcadio- "A te.." -il portale fu aperto e Locui, senza voltarsi, senza le "ultime parole", oltrepassò il portale cosmico aperto dalla Preside che lo condusse direttamente in una locazione casuale sul pianeta Utopia, data la non conoscenza del posto da parte di Cosmia-.
Il portale si riavvolse, si richiuse nell'aria del vuoto, lasciando spalancata la visione del tramonto ormai giunto, segno della fine di una giornata tanto frenetica quanto ricca di scoperte e sorprese. Regalato tutto ciò agli studenti e ai docenti di Cristaly, quel singolo giorno poteva ormai finire, inoltrandosi nella notte oscura e continuare, nella sua quiete, a regalare nuova conoscenza. Cosmia rientrò, restata solo pochi secondi ad ammirare il panorama, ritornando poi in sé stessa, e nei suoi compiti amministrativi.