Vanessa e Kai non videro tornare il terzo componente della band, ormai allontanatosi da loro da parecchi minuti, ognuno di questi fondamentale, vitale dato che ormai il tempo era giunto alla fine ed il momento tanto atteso, la salita su quel palco, difronte ad un pubblico così vasto e rinominato, era ormai giunto. Non ci fu il tempo per cercare il fratello di Kai scomparso anche lui come l’ormai ex compagno di band Gabriele, affiliatosi completamente alle schiere nemiche, che ormai parteggiava contro di loro, traditi e pugnalati in una sola giornata, la stessa che doveva essere coltivata e ricordata come il più bel giorno della loro vita, si è trasformata nell’anniversario della fine della band. Vanessa e Kai non si tirarono indietro, non volevano farsi sfuggire dalle mani un’occasione unica come quella, non potevano permetterselo, dopo tanti sacrifici, giornate intere a provare e riprovare, come se quel Festival fosse una questione di vita o di morte, come se il loro futuro venisse fuori da quella giornata.
Vanessa: "James non arriva.. Forse gli è successo qualcosa? Siamo sicuri di voler ancora partecipare? E se non fossimo all’altezza?" -chiese al fidanzato che caldamente le stringeva la mano, la tenne stretta fino al momento in cui salirono sul palco, senza mai lasciarla, e pacatamente le rispose-
Kai: "Siamo arrivati fin qui, dopo tutto questo tempo di note consumate, corde vocali andate a farsi friggere, dopo giorni interi passati a provare, fallimenti dopo fallimenti, e finalmente siamo riusciti a raggiungere questo punto, arrivare fino a questo momento in cui siamo ancora insieme, mano nella mano, diretti su uno stesso palco. James non c’è, ma ricordati cosa ci ha detto prima? “Vivremo comunque anche senza Gabriele e Zack”. Non credi che vorrebbe che noi salissimo su questo palco? Lo merita, seppur non ci sia, lo merita anche Miriam.." -e le sorrise, dolcemente, forse forzato, un sorriso preoccupato per cosa fosse successo al fratello smarrito, e triste dato il ricordo della sorella, ma voleva, quella singola sera, mettere al centro di tutto Vanessa, come da abitudine, in rispetto del sentimento che entrambi provavano l’uno per l’altra, perché finalmente entrambi avevano trovato il giusto equilibrio, un rapporto ambivalente, normale, giusto, sistemico, colmo di amore e odio-.
Vanessa sorrise al compagno, strinse ancor di più la sua mano e al suono dei loro nomi, o meglio, del nome della loro band, sbucarono dalle tende, uscirono allo scoperto, solcarono la pista fino a raggiungere le stelline posizionate sul pavimento, posizionandosi al centro del palco, mentre i loro completi eleganti luccicavano alla luce dei riflettori, e quel fil di vento, dava un non so che di magico ai loro corpi, alla loro esibizione, ai loro abiti, alle loro movenze, alla loro voce: un’atmosfera magica, amabile, calorosa, palpabile a tutto il pubblico. Le luci calarono, lo splendore dei loro abiti si placò e, continuando a mantenere strette le loro mani, senza mai mollarsi, mai ci pensarono, mai sentirono il sudore che sgorgava nel mezzo di queste, mai desiderare il distacco, la prima nota uscì, e “Che sia Benedetta” della Mannoia ebbe la sua cover perfetta:
Gli sguardi del pubblico ammagliati dalla bellezza del duo, dall’amore che ogni nota emanava, dal sentimento palpabile, dalla purezza del loro affetto, mentre quelli dei due artisti, i performers, tentarono molte volte un contatto visivo, illuminante, appariscente, alimentante, accompagnato il più delle volte da un sorriso, dall’espressione della soddisfazione, del benessere, del successo, della voglia di intonare la prossima nota, cercando di mantenere la purezza del suono e quella del sentimento.
Conclusero. Lo spettacolo chiuse i sipari dell’amore e li aprì a quelli della danza, il movimento, lo sprint che quella coppia doveva ancora dare per un’ultima esibizione finale, quella di Ojos Así di Shakira, pronti a dare il massimo, a regalare al pubblico non solo la bellezza del sentimento platonico, l’eros beato che albergava nei loro cuori, ma anche quella della passione, il ritmo sfrenato del ballo, la liberazione delle loro anime ribelli, pronte ormai da mesi ad uscire fuori! Piccolo annuncio del presentatore, urlato a gran furore alla folla ricca di personaggi rinomati, importanti impresari nell’industria musicale, cantanti di fama internazionale, il vincitore della scorsa edizione del Festival Habbesco Internazionale di Habbo City, un certo Kaleb, talentuoso cantante Statunitense, il più giovane vincitore del Festival, di soli 18 anni, ormai sbarcato a pieno titolo nelle classifiche internazionali, pronto a pareggiare i conti con i grandi artisti mondiali da anni conosciuti e vecchi dominatori del passato. Il pubblico costituito anche da gente comune, tra cui anche, ovviamente, i genitori delle due famiglie, i Bennet, la famiglia di Vanessa, e quella di Kai, i Chiarabelli, meravigliatisi nel vedere, sì il legame saldo e palpabile che univa i due giovani sul palco, come del resto anche i genitori di Vanessa, ma anche stupiti dall’assenza del fratello del figlio maggiore, James, iniziandosi anche ad insospettire, conoscendo il bene che Kai prova nei riguardi nel fratello non avrebbe mai permesso che questo potesse sfuggire all’evento, o lo avrebbe cacciato con le sue stesse mani. Improvvisamente, al chiudersi della prima canzone e all’aprirsi della seconda, Vanessa staccò l’abito elegantissimo, nero, corto, a campana, scalato, con le braccia ricoperte da guanti, di pizzo, a manica lunga, con una collana di perle, regalatale dalla madre il giorno del suo diciottesimo compleanno, che contornava il suo collo, dando quel tocco di eleganza ad un abito già di per sé elegante. Lo lasciò cadere, dando vista del nuovo ed aderente vestito: bianco, perfettamente in contrasto con i tacchi neri in tinta con l’abito precedente, ricco di frange che contornavano la zona della cintura fino a scendere e raggiungere il pavimento. Cintura nera ed il busto che lasciava scoperte le spalle, mentre le braccia rimanevano coperte dai lunghi guanti dell’abito precedente. In tutto ciò, Kai rimase rigorosamente immerso nello stesso abito, nella prima e nella seconda canzone: evitata fu la camicia, visionaria era solo un accenno alla muscolatura coperta da una giacca bianca, semplice, solo un particolare dettaglio di strass blu decorava la parte destra della stessa, una splendida rosa. La stessa tonalità era seguita nelle eleganti scarpe, mentre il pantalone in tinta con il colore degli strass. L’esibizione ebbe finalmente inizio:
James stava ascoltando, tristemente, dal suo desolato e buio corridoio, povero, spoglio, la canzone tanto gioiosa, ritmica, danzante, della coppia che tanto amava. Voleva essere lì, accanto a loro, intonare anche lui quelle note tanto dolci, perfettamente riuscite a Kai e Vanessa, sentite a bassa frequenza da James, ma pur sempre sentite. La voglia di essere su quel palco, affiancare il fratello tanto amato, e l’amica che tanto aveva desiderato, non riusciva però a prevalere sulla rabbia, sulla delusione degli ex membri dei Better Baby, non riusciva a dimenticare, stendere un possente e grande velo che potesse ricoprire lo scempio compiuto da Gabriele e Zack, impossibile, irrealizzabile. Continuò a restare lì, seduto a terra, con le lacrime che ormai si erano asciugate sul volto del giovane, alcune spazzolate via dal passaggio delle mani, mentre le orecchie erano protese all’ascolto, attente ad ogni singola nota che i due performers intonavano sul palco, senza lasciarsene scappare una. Quella canzone, quei suoni, quell’ambiente, quello stress, quella tensione, quell’esibizione mancata, aprirono a James il suo vero e reale futuro, la sua prospettiva lavorativa nella carriera musicale poteva giungere ad un’importantissima e vitale svolta, rivoluzionaria, inaspettata, a malincuore accolta.
L’esibizione ebbe il suo finale, perfetto, come desiderato, come sperato, mancante di qualcosa, di qualche membro perso per strada, di qualche gioia strappata via, di quel pizzico di ansia che meglio poteva essere goduto, eppure nulla è perfetto, nulla è come lo si desidera, tutto ha una sua anima che viaggia per fatti suoi, incurante della volontà propria. I due giovani salutarono e ringraziarono il pubblico che con tanto affetto aveva ascoltato, amorevolmente, le loro due performance: lasciarono il palco abbandonandolo al trio delle meraviglie, odiato, successivo a loro, in aperta rivalità, astio, una faida musicale che di precedenti non ve ne furono. Zack, Gabriele e Kami vennero chiamati sul palco, con un volto sorridente, soddisfatto, puro, con le coscienze che svolazzavano per aria, meno quella di Kami, più sensibile, più sporca delle altre perché si addossava anche le colpe degli altri, soprattutto della persona per cui iniziava a provare un qualche sentimento, una qualche emozione iniziava a nascere nel suo cuore. A malincuore Kami, solcò quel palco, non volle e poté abbandonarlo, per lei e per il suo amato, chissà se corrisposto, ma lasciare tutto e andare via non li avrebbe di certo avvicinati, anzi, avrebbe avuto l’effetto contrario: da quando Gabriele aveva tradito i Better Baby, era entrato in perfetta coesione con Zack, con il compagno perduto, ricomponendo il duo precedentemente scomposto, senza badare troppo al terzo in comodo del gruppo quale Kami, isolata, dimenticata, come un oggetto vecchio smarrito da qualche parte, eppure lei non si sentiva così, non voleva immaginarsi così, in vigore di quell’amore di quel sentimento puro e passionale, al momento platonico, distaccato, che covava nei riguardi di Zack. Non riusciva più a vedere la persona che in quel viale aveva incontrato, indeciso sul taglio ed il colore dei capelli, non riusciva più a vedere la timidezza nei suoi occhi, non riusciva più a vedere la sua debolezza, che in quel momento ostentava ad occultare, nascondere agli occhi degli altri, per non rischiare che il suo mito, il forte e tenace Zack, potesse spaccarsi in mille pezzi. Ritornando ai Better Baby, finita la loro esibizione, ormai stanchi di badare troppo a quelle che erano le azioni di Gabriele e Zack, decisero di non badare alla loro performance ed occuparsi di ritrovare il perduto James, finito chissà dove.
Vanessa: "Credevo che lo avremmo trovato dietro le quinte, ma così non è.. Dove credi possa essere andato? Forse ha paura di beccarsi una predica?" -disse ruotando a destra e sinistra la testa, camminando, insieme al suo partner, lungo il corridoio principale, volgendo lo sguardo ad ogni singolo camerino bello in vista-
Kai: "Oh fa bene ad avere paura! Ci ha mollati così, su due piedi. Non è da mio fratello! Non credo faccia così nelle sue performances in discoteca! E già quello, appena l’ho sentito, mi è parso stranissimo! Mio fratello, James, il tipo pacato, altruista, timido e affettuoso che balla come un pazzo scatenato in una discoteca?! Roba da matti!" -accelerando sempre di più il passo-
Vanessa: "Ma quindi ci hai sentiti in camerino.. Ma come.." -dubbiosa ed ormai scoperta-
Kai: "Certo che vi ho sentiti, queste porte fanno passare tutto, anche il più piccolo dei rumori, era inevitabile sentirvi.." -subito la fossa scavata voleva essere coperta-
Vanessa: <> -cercando l’ironia dove non c’era, come spesso si fa, mascherare tutto con questo in modo che il vero messaggio non passi oltre-
Kai: "Amore, non c’è bisogno di mentirmi, ti riesce malissimo" -si rese conto che ormai era stata scoperta, colta nel momento del misfatto- "Non sono arrabbiato con James, lui ormai maggiorenne può fare quello che vuole, ma voglio solo una spiegazione per cui non è salito sul palco insieme a noi, tutto qua! Me la merito una motivazione no?"
Vanessa: "Beh prima, prima che iniziasse lo spettacolo, James ci ha lasciati lì, nel backstage, ad aspettare la nostra salita sul palco, forse aveva dimenticato qualcosa o non so, cercava qualcuno.. Non credi sia rimasto deluso dal fatto che non sia riuscito a partecipare al Festival? Dopo settimane di preparazione?" -disse senza mai distogliere l’attenzione dalla loro ricerca-
Kai: "Sicuramente! Non dico che non ci sia rimasto male, ma per una cosa, o una persona, ha mandato in fumo un’ottima occasione di esordio nella discografia musicale? Non credo proprio! Ci dev’essere qualcosa di più.." -voltò velocemente la testa verso destra e lo trovò, lì, accasciato a terra, con gli occhi pienamente aperti, osservanti il soffitto, in silenzio, da solo, come un cane bastonato o un barbone di strada, attraversando col pensiero ogni sua azione, ogni fase della sua vita, ciò che ha perso e ciò che ha conquistato, ma come ultima domanda: “cosa mi è rimasto?”- "James!" -Vanessa rimase indietro, voleva lasciarli da soli, lasciarli parlare, discutere, non voleva intromettersi in qualcosa che era più grande di lei-.
Kai si avvicinò, rimase prima in piedi per qualche secondo, poi scivolò a terra, accostandosi al fratello e senza dire neanche una parola, senza la ramanzina che Kai aveva auspicato di fare, senza litigi, senza urla, il ragazzo penitente disse:
James: "Vi ho abbandonati proprio come hanno fatto loro. Vi ho lasciati, non ho avuto il coraggio di salire su quel palco dopo averli ascoltati.." -disse mentre Kai e Vanessa ascoltavano, mentre quest’ultima tentò di avvicinarsi pacatamente- "Prima, quando mi sono allontanato da voi, volevo cercare di trovare Gabriele, ormai era sparito dalla mattina, da quando si era schierato con Zack, e volevo persuaderlo dal non stare con lui, farlo ritornare da noi, dai suoi amici, noi che ci siamo sempre stati per lui.." -ormai non piangeva più, disse ciò mentre continuava a fissare eternamente la parete difronte a sé- "Sono andato nel luogo più ovvio, dove sicuramente lo avrei trovato, seppur sperassi il contrario. Era lì, nel camerino di Zack, chiacchierava e rideva come se niente fosse con il suo vecchio amico e compagno di avventure. Li ho affrontati, gliene ho dette di tutti i colori, ma alla fine mi hanno riso in faccia, Gabriele mi ha definito una “femminuccia che fa le migliori serate in discoteca”, vi ha definiti esseri senza cervello, ci ha trattati mali, mi ha trattato male. Mi ha fatto sentire un rifiuto, lo scarto della band, un fallimento, come persona e come amico, mi ha rinfacciato tutto, dalla a alla z, senza sé e senza ma, non si è risparmiato su nulla, lui e anche Zack. Non ho avuto il coraggio di rispondere, e per questo ho una rabbia dentro che non so cosa farei, perciò me ne sto qui, seduto a fissare una parete morta, e ho preferito evitare di salire su quel palco perché avrei rischiato di farvi fare brutta figura con uno spirito inadatto e sicuramente anche impreciso. Ho evitato e ho scelto. Gabriele e Zack hanno scelto di lasciare la band, hanno fatto la loro decisione, io farò la mia: voi due siete una coppia fantastica, vi amate, siete bellissimi sul palco, non vi ho visti ma vi ho sentiti, siete in perfetta sintonia.. Il fratello che mi è rimasto e l’amica che tanto ho desiderato di avere, li ho entrambi e la musica è solo l’intruso.." -un sentimento di angoscia, stupore, uno spirito temerario albergava negli animi di Kai e della ragazza-
Vanessa: "Cos’hai intenzione di fare James..?" -disse ricevendo una risposta netta, sonora, sentita e pensata a fondo-
James: "Questa band è stato tutto per me, non ripudierò mai questi anni, la vostra compagnia, gli alti e i bassi, ma non c’è più posto per uno come me. Decido di lasciare la band, e vi prego di accettare la mia decisione." -alzatosi in piedi, insieme al fratello, intonando parole che mai, nessuno, né Vanessa né Kai né lo stesso James, avrebbero mai voluto udire, ma la decisione era ormai stata presa e tornare indietro non avrebbe fatto altro che alimentare una crepa già di per sé abissale-.
Vanessa: "James non arriva.. Forse gli è successo qualcosa? Siamo sicuri di voler ancora partecipare? E se non fossimo all’altezza?" -chiese al fidanzato che caldamente le stringeva la mano, la tenne stretta fino al momento in cui salirono sul palco, senza mai lasciarla, e pacatamente le rispose-
Kai: "Siamo arrivati fin qui, dopo tutto questo tempo di note consumate, corde vocali andate a farsi friggere, dopo giorni interi passati a provare, fallimenti dopo fallimenti, e finalmente siamo riusciti a raggiungere questo punto, arrivare fino a questo momento in cui siamo ancora insieme, mano nella mano, diretti su uno stesso palco. James non c’è, ma ricordati cosa ci ha detto prima? “Vivremo comunque anche senza Gabriele e Zack”. Non credi che vorrebbe che noi salissimo su questo palco? Lo merita, seppur non ci sia, lo merita anche Miriam.." -e le sorrise, dolcemente, forse forzato, un sorriso preoccupato per cosa fosse successo al fratello smarrito, e triste dato il ricordo della sorella, ma voleva, quella singola sera, mettere al centro di tutto Vanessa, come da abitudine, in rispetto del sentimento che entrambi provavano l’uno per l’altra, perché finalmente entrambi avevano trovato il giusto equilibrio, un rapporto ambivalente, normale, giusto, sistemico, colmo di amore e odio-.
Vanessa sorrise al compagno, strinse ancor di più la sua mano e al suono dei loro nomi, o meglio, del nome della loro band, sbucarono dalle tende, uscirono allo scoperto, solcarono la pista fino a raggiungere le stelline posizionate sul pavimento, posizionandosi al centro del palco, mentre i loro completi eleganti luccicavano alla luce dei riflettori, e quel fil di vento, dava un non so che di magico ai loro corpi, alla loro esibizione, ai loro abiti, alle loro movenze, alla loro voce: un’atmosfera magica, amabile, calorosa, palpabile a tutto il pubblico. Le luci calarono, lo splendore dei loro abiti si placò e, continuando a mantenere strette le loro mani, senza mai mollarsi, mai ci pensarono, mai sentirono il sudore che sgorgava nel mezzo di queste, mai desiderare il distacco, la prima nota uscì, e “Che sia Benedetta” della Mannoia ebbe la sua cover perfetta:
Ho sbagliato tante volte nella vita..
Chissà quante volte ancora sbaglierò..
In questa piccola parentesi infinita..
Quante volte ho chiesto scusa e quante no..
Chissà quante volte ancora sbaglierò..
In questa piccola parentesi infinita..
Quante volte ho chiesto scusa e quante no..
Gli sguardi del pubblico ammagliati dalla bellezza del duo, dall’amore che ogni nota emanava, dal sentimento palpabile, dalla purezza del loro affetto, mentre quelli dei due artisti, i performers, tentarono molte volte un contatto visivo, illuminante, appariscente, alimentante, accompagnato il più delle volte da un sorriso, dall’espressione della soddisfazione, del benessere, del successo, della voglia di intonare la prossima nota, cercando di mantenere la purezza del suono e quella del sentimento.
In questo traffico di sguardi senza meta
in quei sorrisi spenti per la strada
quante volte condanniamo questa vita
illudendoci di averla già capita....
non basta.... non basta....
Che sia benedetta.
in quei sorrisi spenti per la strada
quante volte condanniamo questa vita
illudendoci di averla già capita....
non basta.... non basta....
Che sia benedetta.
Conclusero. Lo spettacolo chiuse i sipari dell’amore e li aprì a quelli della danza, il movimento, lo sprint che quella coppia doveva ancora dare per un’ultima esibizione finale, quella di Ojos Así di Shakira, pronti a dare il massimo, a regalare al pubblico non solo la bellezza del sentimento platonico, l’eros beato che albergava nei loro cuori, ma anche quella della passione, il ritmo sfrenato del ballo, la liberazione delle loro anime ribelli, pronte ormai da mesi ad uscire fuori! Piccolo annuncio del presentatore, urlato a gran furore alla folla ricca di personaggi rinomati, importanti impresari nell’industria musicale, cantanti di fama internazionale, il vincitore della scorsa edizione del Festival Habbesco Internazionale di Habbo City, un certo Kaleb, talentuoso cantante Statunitense, il più giovane vincitore del Festival, di soli 18 anni, ormai sbarcato a pieno titolo nelle classifiche internazionali, pronto a pareggiare i conti con i grandi artisti mondiali da anni conosciuti e vecchi dominatori del passato. Il pubblico costituito anche da gente comune, tra cui anche, ovviamente, i genitori delle due famiglie, i Bennet, la famiglia di Vanessa, e quella di Kai, i Chiarabelli, meravigliatisi nel vedere, sì il legame saldo e palpabile che univa i due giovani sul palco, come del resto anche i genitori di Vanessa, ma anche stupiti dall’assenza del fratello del figlio maggiore, James, iniziandosi anche ad insospettire, conoscendo il bene che Kai prova nei riguardi nel fratello non avrebbe mai permesso che questo potesse sfuggire all’evento, o lo avrebbe cacciato con le sue stesse mani. Improvvisamente, al chiudersi della prima canzone e all’aprirsi della seconda, Vanessa staccò l’abito elegantissimo, nero, corto, a campana, scalato, con le braccia ricoperte da guanti, di pizzo, a manica lunga, con una collana di perle, regalatale dalla madre il giorno del suo diciottesimo compleanno, che contornava il suo collo, dando quel tocco di eleganza ad un abito già di per sé elegante. Lo lasciò cadere, dando vista del nuovo ed aderente vestito: bianco, perfettamente in contrasto con i tacchi neri in tinta con l’abito precedente, ricco di frange che contornavano la zona della cintura fino a scendere e raggiungere il pavimento. Cintura nera ed il busto che lasciava scoperte le spalle, mentre le braccia rimanevano coperte dai lunghi guanti dell’abito precedente. In tutto ciò, Kai rimase rigorosamente immerso nello stesso abito, nella prima e nella seconda canzone: evitata fu la camicia, visionaria era solo un accenno alla muscolatura coperta da una giacca bianca, semplice, solo un particolare dettaglio di strass blu decorava la parte destra della stessa, una splendida rosa. La stessa tonalità era seguita nelle eleganti scarpe, mentre il pantalone in tinta con il colore degli strass. L’esibizione ebbe finalmente inizio:
Le pido al cielo sólo un deseo
Que en tus ojos yo pueda vivir
He recorrido ya el mundo entero
Y una cosa te vengo a decir....
Que en tus ojos yo pueda vivir
He recorrido ya el mundo entero
Y una cosa te vengo a decir....
James stava ascoltando, tristemente, dal suo desolato e buio corridoio, povero, spoglio, la canzone tanto gioiosa, ritmica, danzante, della coppia che tanto amava. Voleva essere lì, accanto a loro, intonare anche lui quelle note tanto dolci, perfettamente riuscite a Kai e Vanessa, sentite a bassa frequenza da James, ma pur sempre sentite. La voglia di essere su quel palco, affiancare il fratello tanto amato, e l’amica che tanto aveva desiderato, non riusciva però a prevalere sulla rabbia, sulla delusione degli ex membri dei Better Baby, non riusciva a dimenticare, stendere un possente e grande velo che potesse ricoprire lo scempio compiuto da Gabriele e Zack, impossibile, irrealizzabile. Continuò a restare lì, seduto a terra, con le lacrime che ormai si erano asciugate sul volto del giovane, alcune spazzolate via dal passaggio delle mani, mentre le orecchie erano protese all’ascolto, attente ad ogni singola nota che i due performers intonavano sul palco, senza lasciarsene scappare una. Quella canzone, quei suoni, quell’ambiente, quello stress, quella tensione, quell’esibizione mancata, aprirono a James il suo vero e reale futuro, la sua prospettiva lavorativa nella carriera musicale poteva giungere ad un’importantissima e vitale svolta, rivoluzionaria, inaspettata, a malincuore accolta.
Viajé de Bahréin hasta Beirut
Fui desde el norte hasta el Polo Sur
Y no encontré ojos así
Como los que tienes tú!
Fui desde el norte hasta el Polo Sur
Y no encontré ojos así
Como los que tienes tú!
L’esibizione ebbe il suo finale, perfetto, come desiderato, come sperato, mancante di qualcosa, di qualche membro perso per strada, di qualche gioia strappata via, di quel pizzico di ansia che meglio poteva essere goduto, eppure nulla è perfetto, nulla è come lo si desidera, tutto ha una sua anima che viaggia per fatti suoi, incurante della volontà propria. I due giovani salutarono e ringraziarono il pubblico che con tanto affetto aveva ascoltato, amorevolmente, le loro due performance: lasciarono il palco abbandonandolo al trio delle meraviglie, odiato, successivo a loro, in aperta rivalità, astio, una faida musicale che di precedenti non ve ne furono. Zack, Gabriele e Kami vennero chiamati sul palco, con un volto sorridente, soddisfatto, puro, con le coscienze che svolazzavano per aria, meno quella di Kami, più sensibile, più sporca delle altre perché si addossava anche le colpe degli altri, soprattutto della persona per cui iniziava a provare un qualche sentimento, una qualche emozione iniziava a nascere nel suo cuore. A malincuore Kami, solcò quel palco, non volle e poté abbandonarlo, per lei e per il suo amato, chissà se corrisposto, ma lasciare tutto e andare via non li avrebbe di certo avvicinati, anzi, avrebbe avuto l’effetto contrario: da quando Gabriele aveva tradito i Better Baby, era entrato in perfetta coesione con Zack, con il compagno perduto, ricomponendo il duo precedentemente scomposto, senza badare troppo al terzo in comodo del gruppo quale Kami, isolata, dimenticata, come un oggetto vecchio smarrito da qualche parte, eppure lei non si sentiva così, non voleva immaginarsi così, in vigore di quell’amore di quel sentimento puro e passionale, al momento platonico, distaccato, che covava nei riguardi di Zack. Non riusciva più a vedere la persona che in quel viale aveva incontrato, indeciso sul taglio ed il colore dei capelli, non riusciva più a vedere la timidezza nei suoi occhi, non riusciva più a vedere la sua debolezza, che in quel momento ostentava ad occultare, nascondere agli occhi degli altri, per non rischiare che il suo mito, il forte e tenace Zack, potesse spaccarsi in mille pezzi. Ritornando ai Better Baby, finita la loro esibizione, ormai stanchi di badare troppo a quelle che erano le azioni di Gabriele e Zack, decisero di non badare alla loro performance ed occuparsi di ritrovare il perduto James, finito chissà dove.
Vanessa: "Credevo che lo avremmo trovato dietro le quinte, ma così non è.. Dove credi possa essere andato? Forse ha paura di beccarsi una predica?" -disse ruotando a destra e sinistra la testa, camminando, insieme al suo partner, lungo il corridoio principale, volgendo lo sguardo ad ogni singolo camerino bello in vista-
Kai: "Oh fa bene ad avere paura! Ci ha mollati così, su due piedi. Non è da mio fratello! Non credo faccia così nelle sue performances in discoteca! E già quello, appena l’ho sentito, mi è parso stranissimo! Mio fratello, James, il tipo pacato, altruista, timido e affettuoso che balla come un pazzo scatenato in una discoteca?! Roba da matti!" -accelerando sempre di più il passo-
Vanessa: "Ma quindi ci hai sentiti in camerino.. Ma come.." -dubbiosa ed ormai scoperta-
Kai: "Certo che vi ho sentiti, queste porte fanno passare tutto, anche il più piccolo dei rumori, era inevitabile sentirvi.." -subito la fossa scavata voleva essere coperta-
Vanessa: <> -cercando l’ironia dove non c’era, come spesso si fa, mascherare tutto con questo in modo che il vero messaggio non passi oltre-
Kai: "Amore, non c’è bisogno di mentirmi, ti riesce malissimo" -si rese conto che ormai era stata scoperta, colta nel momento del misfatto- "Non sono arrabbiato con James, lui ormai maggiorenne può fare quello che vuole, ma voglio solo una spiegazione per cui non è salito sul palco insieme a noi, tutto qua! Me la merito una motivazione no?"
Vanessa: "Beh prima, prima che iniziasse lo spettacolo, James ci ha lasciati lì, nel backstage, ad aspettare la nostra salita sul palco, forse aveva dimenticato qualcosa o non so, cercava qualcuno.. Non credi sia rimasto deluso dal fatto che non sia riuscito a partecipare al Festival? Dopo settimane di preparazione?" -disse senza mai distogliere l’attenzione dalla loro ricerca-
Kai: "Sicuramente! Non dico che non ci sia rimasto male, ma per una cosa, o una persona, ha mandato in fumo un’ottima occasione di esordio nella discografia musicale? Non credo proprio! Ci dev’essere qualcosa di più.." -voltò velocemente la testa verso destra e lo trovò, lì, accasciato a terra, con gli occhi pienamente aperti, osservanti il soffitto, in silenzio, da solo, come un cane bastonato o un barbone di strada, attraversando col pensiero ogni sua azione, ogni fase della sua vita, ciò che ha perso e ciò che ha conquistato, ma come ultima domanda: “cosa mi è rimasto?”- "James!" -Vanessa rimase indietro, voleva lasciarli da soli, lasciarli parlare, discutere, non voleva intromettersi in qualcosa che era più grande di lei-.
Kai si avvicinò, rimase prima in piedi per qualche secondo, poi scivolò a terra, accostandosi al fratello e senza dire neanche una parola, senza la ramanzina che Kai aveva auspicato di fare, senza litigi, senza urla, il ragazzo penitente disse:
James: "Vi ho abbandonati proprio come hanno fatto loro. Vi ho lasciati, non ho avuto il coraggio di salire su quel palco dopo averli ascoltati.." -disse mentre Kai e Vanessa ascoltavano, mentre quest’ultima tentò di avvicinarsi pacatamente- "Prima, quando mi sono allontanato da voi, volevo cercare di trovare Gabriele, ormai era sparito dalla mattina, da quando si era schierato con Zack, e volevo persuaderlo dal non stare con lui, farlo ritornare da noi, dai suoi amici, noi che ci siamo sempre stati per lui.." -ormai non piangeva più, disse ciò mentre continuava a fissare eternamente la parete difronte a sé- "Sono andato nel luogo più ovvio, dove sicuramente lo avrei trovato, seppur sperassi il contrario. Era lì, nel camerino di Zack, chiacchierava e rideva come se niente fosse con il suo vecchio amico e compagno di avventure. Li ho affrontati, gliene ho dette di tutti i colori, ma alla fine mi hanno riso in faccia, Gabriele mi ha definito una “femminuccia che fa le migliori serate in discoteca”, vi ha definiti esseri senza cervello, ci ha trattati mali, mi ha trattato male. Mi ha fatto sentire un rifiuto, lo scarto della band, un fallimento, come persona e come amico, mi ha rinfacciato tutto, dalla a alla z, senza sé e senza ma, non si è risparmiato su nulla, lui e anche Zack. Non ho avuto il coraggio di rispondere, e per questo ho una rabbia dentro che non so cosa farei, perciò me ne sto qui, seduto a fissare una parete morta, e ho preferito evitare di salire su quel palco perché avrei rischiato di farvi fare brutta figura con uno spirito inadatto e sicuramente anche impreciso. Ho evitato e ho scelto. Gabriele e Zack hanno scelto di lasciare la band, hanno fatto la loro decisione, io farò la mia: voi due siete una coppia fantastica, vi amate, siete bellissimi sul palco, non vi ho visti ma vi ho sentiti, siete in perfetta sintonia.. Il fratello che mi è rimasto e l’amica che tanto ho desiderato di avere, li ho entrambi e la musica è solo l’intruso.." -un sentimento di angoscia, stupore, uno spirito temerario albergava negli animi di Kai e della ragazza-
Vanessa: "Cos’hai intenzione di fare James..?" -disse ricevendo una risposta netta, sonora, sentita e pensata a fondo-
James: "Questa band è stato tutto per me, non ripudierò mai questi anni, la vostra compagnia, gli alti e i bassi, ma non c’è più posto per uno come me. Decido di lasciare la band, e vi prego di accettare la mia decisione." -alzatosi in piedi, insieme al fratello, intonando parole che mai, nessuno, né Vanessa né Kai né lo stesso James, avrebbero mai voluto udire, ma la decisione era ormai stata presa e tornare indietro non avrebbe fatto altro che alimentare una crepa già di per sé abissale-.