Prof.ssa Tressavia: "Non mi sembra affatto giusto, ma rimane il fatto che voi, come me, come ogni professore di questa scuola, non può farci nulla, la situazione va così.." -disse mentre vedeva con i suoi occhi, nelle poche occasioni che le erano capitate, di vedere l’anziana preside più affranta che mai, la quale si sedette a capo della sua scrivania, abbattuta come un meteorite in caduta-
Cosmia: "E’ proprio questo senso d’impotenza che non mi fa dormire, non mi fa stare calma, sulle mie.. Come posso pretendere che gli altri non facciano nulla quando io sono la prima a voler smuovere mari e monti per riportare quella ragazza qui?" -osservando una sfera di cristallo svolazzante sulla scrivania alla quale era seduta, dove dentro questa vi era proiettata l’immagine dei tre ragazzini che complottavano un qualche piano per riuscire a riportare indietro l’amica perduta- "Ciò che stanno facendo va contro tutte le regole, ogni regola che io personalmente e chi mi ha preceduta ha scritto, di proprio pugno, eppure come faccio a impedire loro di ricercare la ragazza? Se volessimo basarci su tutte quelle regole, a quest’ora dovremo essere dei soldatini, impassibili, apatici, statici. Sono diventata preside perché amavo questa scuola, amo tutti i miei studenti e voi professori, ma ciò che è stato fatto in passato è completamente un errore, un bruttissimo errore che sta compromettendo il presente: non posso abbandonare il mio ruolo, altrimenti sarei già partita per Pàgos, dato che Anvisio è ancora ricoverato e Locui è partito, devo limitarmi a proteggere dall’interno la mia e la nostra scuola, ma ho già fallito, neanche il tempo d’iniziare.." -concluse, passandosi entrambe le mani in faccia, stanca, eppure non così tanto da indurla a dormire, perché involontariamente la forza del pensiero la conduceva ai suoi fallimenti, che stavano risorgendo dal passato, dilaniandola-
Prof.ssa Tressavia: "Capisco che tutto il rancore del passato sta risorgendo, ma non dobbiamo commettere lo stesso errore dell’ultima volta, altrimenti per la ragazza sarà davvero finita.. Ora la mia domanda, preside, è: cosa avete intenzione di fare?" -bisognava concludere quella serata con una decisione, non poteva solo rivelarsi uno sfogo passivo, privo d’utilità, ma bisognava porre una soluzione ad una spiacevole situazione presentatasi-
Cosmia: "Lascerò al trio tentare un loro salvataggio, non mi intrometterò in quanto preside.." -la Tressavia apparve visibilmente sorpresa delle parole della Preside, subito pronta a ribattere a ciò che stava dicendo, paradossale rispetto a ciò che ebbe detto prima, ma prima che la professoressa ebbe occasione di esporre la sua contrarietà, Cosmia riprese- "Non mi intrometterò come preside in quanto il mio ruolo e i patti passati me lo impediscono, ma nessuno mi impedisce che a salvare la ragazza sia lei.." -le braccia che teneva poggiate sui braccioli della sedia sulla quale era seduta, le portò davanti a sé e, partendo dall’alto, le fece scendere in senso perpendicolare, con una luce azzurra che illuminava le sue mani, e man mano che le calava verso il basso, uno specchio si stava materializzando davanti a lei e alla Tressavia, con una sorgente luminosa blu dalla quale stava comparendo e che gli stava dando la giusta forma rettangolare-.
Una figura femminile stava prendendo forma man mano che lo specchio si materializzava difronte alla professoressa che ammirava stupita, ma non troppo, e incuriosita dalla strategia che la fata voleva adottare. Lo specchio si era completamente materializzato dando vita all’immagine di una ragazzina: treccine nere che cadevano sul davanti del suo busto, un rossetto nero come la pece sulle labbra, una canotta con le spalline bombate beige il quale colore proseguiva anche su un leggins che percorreva tutta la lunghezza delle gambe fino a raggiungere la caviglia dove due possenti tacchi neri andavano a spezzare la tonalità chiara.
Prof.ssa Tressavia: "Non mi dite che.." -aveva già immaginato qualcosa o meglio, iniziò a sospettare qualcosa nel mentre analizzava i particolari che caratterizzavano la ragazza riflessa-
Cosmia: "Userò la stessa tecnica che era stata usata da Talessa con, quello che credevamo essere, il professore d’Alamberto, anche se lei era più brava di me nel controllare a distanza uno pseudo-vivente, senza neanche preoccuparsi troppo di mantenere la concentrazione per paura di perderne il controllo: io, al contrario suo, devo rimanere costantemente concentrata affinché il piano prosegua nel migliore dei modi e voi professori tutti dovete stare al gioco, chiaro?" -alzandosi dalla grande sedia alla quale era seduta, posizionandosi proprio accanto al grande specchio riflettente il quale, al solo tocco della fata, lasciò uscire la strana ragazza riflessa-
Prof.ssa Tressavia: "Non smetterò mai di meravigliarmi per come siete capace di porre rimedio ad ogni situazione, ma in quanto singola fata, anziana oltretutto, e non si offendi.." -e la preside scosse la testa- "Non può sperare di porre rimedio a tutto, anche se questa volta devo ammettere che la vostra idea è davvero geniale, seppur ci sia un problema.." -e sul viso della preside apparve un’espressione dubbiosa- "Se lei dovrà controllare questo essere, chi svolgerà il classico ruolo che spetta alla preside Cosmia, diretta interessata?" -e qui si aprì un nuovo capitolo, una nuova soluzione da porre, un rinnovato utilizzo acuto del cervello-
Cosmia: "Il mio ufficio, finché questa missione non sarà risolta, dovrà rimanere barricato, darò ordine a Mrs. Print di non far entrare nessuno, neanche il mio più stretto collaboratore, e le funzioni amministrative strettamente legate a me le affiderò a te cara la mia Ginevra Tressavia, tu che più di tutti mi conosci e sai ogni mio segreto, come io so i tuoi.." -rimase scossa per qualche momento la diretta interessata, mentre Cosmia scese per i gradini che dividevano l’entrata dall’alta scrivania dove prima era posizionata- "Mi affido al tuo rigore, al tuo giudizio, temperamento, al tuo spirito, al tuo potere, alla tua forza, all’amica che so di avere.." -camminò sino a raggiungere le scale che conducevano al piano superiore- "Eri pronta a diventare preside e lo sei tutt’oggi ma mai l’hai voluto fare, adesso però è arrivato il tuo momento: fai vedere al mondo cosa sa fare la Tressavia, una donna che oltre alla sua corazza inaccessibile, ha tanto altro da dare al mondo, alla scuola, agli studenti e studentesse.." -salì i primi gradini ed anche la terza ed ultima preside fece la sua uscita di scena, o almeno, non la vedremo più sotto le spoglie di “Cosmia preside di Cristaly”, ma sotto le mentite spoglie di una ragazza nuova, ignota ancora, tutta da scoprire, la fotocopia dell’anima e dello spirito dell’anziana preside- "A presto Ginevra!" -e agli occhi della professoressa, la preside sparì, salendo al piano superiore, lontana da possibili sguardi indiscreti, immersa nello spazio che la tutelava come fosse sua figlia-
Prof.ssa Tressavia: "Bel fardello mi hai lasciata Cosmia.. Adesso tocca a me ripagarti!" -disse mentre improvvisamente l’essere creato da Cosmia prese vita, ciò significava che la preside si era connessa completamente, prendendo possesso del corpo della ragazza da lei creato, pronto a fare il suo dovere, come dai piani pattuito- "Cara mia è arrivato il momento di fare il tuo ingresso in questa scuola..".
Finalmente l’eterna notte che aveva portato dispiaceri, colpi di scena, attese infinite, decisione importanti, ebbe fine e si sostituì a lei una mattinata piena di movimento, cose da fare, altrettante decisioni e colpi di scena, ma questa volta con un dinamismo maggioritario. Le lezioni ebbero inizio, purtroppo per i ragazzi, queste non poterono essere rimandate, perciò venne dato l’incarico a Riccio e a Spongy, da parte del trio, di condurre delle ricerche in biblioteca, data la possibilità che veniva data agli studenti di poter incaricare i loro protettori, per fini didattici, per la riscossione di libri, manuali, appunti di dominio pubblico. I tre avevano già chiesto ai due cuccioli di andare in biblioteca e questo fu presto fatto, mentre loro continuavano ancora a prepararsi per accorrere alla prima lezione del mattino quale “Origine della Magia” con un nuovo docente, accorso da poco alla scuola di Cristaly, pronto a farsi conoscere e a conoscere gli studenti.
Clatrina: "Da quel che so e che mi hanno detto ieri, dopo la lezione di Magia Nera, questo nuovo prof sembra essere davvero carino! Sarà uno di quei playboy, nuovi di zecca, che mai ti aspetteresti nella tua vita ma che casualmente te lo ritrovi nella tua classe ad insegnare? Un sogno!" -fermandosi quasi ad ogni parola mentre cercava di mettere nella borsa i libri che le sarebbero serviti quel giorno, incantata ed estasiata allo stesso tempo di incontrare finalmente il nuovo professore amabilmente descritto-
Lucas: "Secondo me sono le ragazze che esagerano nella descrizione.. Vai a vedere e ti ritrovi un uomo di mezza età, pelato, barba che lo fa sembrare più vecchio di quanto non sia, e un completino retrò quanto questa scuola, un classico!" -uno sguardo fulminante provenne dall’amica la quale riprese a porre i libri nella borsa più velocemente che mai-
Clatrina: "E io dico che secondo me l’unico uomo di mezza età, però senza barba, con troppi capelli per i miei gusti e anche con uno stupido completino soprattutto quando si trasforma, sei tu!" -finì di prendere ciò che le sarebbe servito, afferrò la borsa, sbattendola anche addosso all’amico e se ne andò altezzosamente, anche se prima d’uscire disse- "Stella ti aspetto fuori! Vado solo con chi sa apprezzare la vera bellezza!" -e da lì richiuse la porta-
Lucas: "Ma che ho detto di male?" -rivolgendosi dubbioso e stranito all’altra ragazza-
Stella: "Un consiglio per la prossima volta: non dire mai il contrario di ciò che pensa Clatrina, o almeno non in sua presenza, altrimenti te la ritrovi incavolata nera per il resto della giornata" -prese anche lei la borsa pronta ad uscire- "E seconda cosa: il nuovo prof è bello sei solo invidioso!" -sbatté anche lei contro Lucas e lasciò la camera, lasciandolo da solo in mezzo ai libri anche da prendere, ancor più confuso di prima-.
Le due ragazze avevano già raggiunto la classe dove si sarebbe tenuta la lezione, mentre Lucas fu tra gli ultimi ad arrivare, eppure il professore ancora non aveva fatto il suo ingresso da quella porta. Non appena tutti gli studenti di quell’anno e di quel corso erano arrivato in classe, l’ultimo ad entrare fu proprio il professore, proprio quando l’ultimo studente arrivò, seppur questo non sia stato proprio l’ultimo:
Clatrina: "Ohoh eccolo!" -indicando l’arrivo del playboy favolosamente descritto a Stella, che le stava accanto, il quale ripose uno strano bastone, forse lungo 20 centimetri, caratterizzato da una tipica forma a spirale con una piccola sfera posta sulla sommità di colore viola- "E’ bellissimo.." -osservando ogni movimento del nuovo professore, con la testa poggiata su entrambe le mani- "Te l’avevo detto che era meraviglioso! Diffidente!" -scuotendo l’amico Lucas che stava al lato opposto rispetto a Stella, il quale dovette, oggettivamente, ricredersi-
Prof. Makal: "Salve a tutti! Per chi non mi conosce, io sono il nuovo professore Pulao Makal, vostro insegnante di “Origine della Magia”, lieto di fare la vostra conoscenza!" -tutti ascoltarono ogni sua singola parola, lettera per lettera, ammagliate, in primis le ragazze, dalla straordinaria bellezza dei suoi occhi verdi smeraldo e da quei capelli corti che avvolgevano tutto il capo, cadenti verso il basso- "Ho avuto occasione di conoscere già alcuni di voi, vi riconosco dai volti e credo che sprecare altro tempo in presentazioni sia controproducente, se non fosse che devo accogliere una nuova studentessa giunta dal lontano pianeta Uzarat.." -e qui il cervello di Clatrina si come scollegò per un attimo, in quanto aveva riconosciuto il nome e capito che la nuova studentessa proveniva dallo stesso pianeta d’origine di Lorden- "Prego vieni avanti e presentati alla classe.." -una strana figura entrò in classe: due paia di lunghe e nere trecce cadevano lungo il busto frontale della ragazza,, il tratto più rilevante che risaltò subito agli occhi, un tratto accattivante seppur caratteristico di una ragazza all’impatto timida e riservata, o almeno era questa la prima impressione che destò, soprattutto appena proferì parola-
Dakota: "Buongiorno a tutti.. Io sono Dakota Talento e vengo da Uzarat, molto piacere.." -l’imbarazzo poteva trasparire tranquillamente dalle sue parole, tanto quanto il rossore del viso che andava ad oscurare anche il volto biancastro a lei naturale-
Prof. Makal: "Prego Dakota prendi posto così possiamo iniziare la lezione ufficiale dato che le presentazioni sono finite.." -come chiesto dal prof così la ragazza, mantenendo sempre un profilo basso, fece, accomodandosi proprio dietro Stella, la quale le fece un caldo sorriso di benvenuto mentre dal lato opposto, Clatrina le tirò uno sguardo minaccioso, quasi di sfida- "Benissimo. Questa è la vostra prima lezione a questo corso di studi quindi oggi partiremo dagli antipodi della storia della magia! Conoscete già chi o cosa ha dato vita a quello che oggi chiamiamo Universo Magico?" -e alla domanda un ragazzo alzò la mano pronto a rispondere- "Prego!" -dando la parola al giovane Bever-
Bever: "L’universo Magico ha come nucleo d’origine il Trio Bianco di Trissilio, che, non ricordo bene quanti anni fa, ma diede vita a quello che oggi per noi è il Mondo Magico, sfruttando la pura magia bianca-
Prof. Makal: "Non è completamente sbagliato ma neanche completamente giusto" -eppure Bever era sicuro di ciò che ebbe detto, almeno da quello che aveva appreso dai libri- "Il Trio Bianco, circa 3 millenni fa, sfruttò un qualcosa, il “Rubino di Gallia”, che credo voi conosciate già, seppur ciò che viene trattato nei libri di storia della magia è solo una parte di ciò che invece è custodito nella verità del minerale. Credo sappiate che il Rubino di Gallia sia adesso custodito nella Fiamma dell’acqua, ricordate lo scontro passato fra i 6 presidi delle maggiori scuole di Trissilio contro Kezio ed Elettra?" -affermativamente risposero tutti in quanto avevano affrontato l’argomento poche settimane prima di questa lezione, diventando una nozione di dominio pubblico e non solo di Stella e Jessie, le quali fecero delle ricerche private- "Dire perciò che il Trio Bianco abbia creato l’Universo magico è parzialmente sbagliato in quanto qualcosa doveva generare il Rubino e da cosa potevano partire i membri del Trio se parliamo dei primi anni in cui si inizia ad avere una conoscenza della magia?"
Bever: "Professore eppure noi consideriamo la magia ancestrale come un qualcosa di puramente forte ed indiscutibilmente inviolabile, allora.." -fu bloccato-
Prof. Makal: "So dove vuoi arrivare: noi contempliamo la magia ancestrale in quanto dal nullo si è riusciti ad ottenere tutto. Pensato che noi oggi basiamo la nostra conoscenza magia su quella ancestrale e siamo sicuramente capaci di perfezionare l’antico, ma da cosa partire per riuscire a costruire il futuro?" -alzò la mano Stella-
Stella: "Dal presente, no?"
Prof. Makal: "E il presente su cosa su basa?"
Stella: "Sul passato.."
Prof. Makal: "Esattamente. Ritornando all’argomento centrale della lezione, il Trio dovette per forza sfruttare il Rubino, e di questo ne siamo sicuri, ma il Rubino da cosa è stato generato?" -nessuno seppe dare una risposta- "Ragazzi la risposta spesso non è così complicata, seppur si tratti di qualcosa di altamente complesso come l’Universo Magico.. Non ne avete idea?" -nessuno rispose, rimase solo un’aula silenziosa, ignara della risposta al quesito- "Cosa può creare un minerale tanto potente quanto il Rubino di Gallia se non la Natura? L’unica risposta che poteva esistere nel mio quesito era proprio la Natura. Ciò che conosciamo oggi, i nostri incantesimi, le conoscenze mineralogiche, le invenzioni che facciamo passare per nostre, in realtà ha come minimo comune denominatore proprio la Natura, in quanto è l’unica che non necessita di una base conoscitiva per generare l’ingenerabile.."
Clatrina: "E chi controlla la natura se non dagli esseri viventi?" -una domanda spinosa, proposta mentre la ragazza continuava a contemplare la bellezza che aveva difronte-
Prof. Makal: "E qui sbagli.." -la ragazza inizialmente non capì- "La Natura può essere semplicemente analizzata ed utilizzata dagli esseri viventi per i propri scopi, ma dire che gli uomini sono i marionettisti della Natura è assolutamente sbagliato.." -non le era ancora molto chiaro, si capiva dal volto- "Allora, poniamola diversamente: se una fata controlla la Natura perché non comandare la Natura per i suoi egoistici scopi? Non potrebbe farlo perché c’è, ad esempio, una strega che potrebbe anch’essa controllarla, e a chi la Natura risponderebbe come suo padrone?" -il professore fu interrotto-
Lucas: "Ho capito! La Natura risponde a tutti come suo padrone, perciò l’uomo non può controllarla ma solo usufruire delle sue risorse! Se l’uomo controllasse la Natura, significa che ogni uomo potrebbe farlo, e quindi potrebbero creare l’irrealizzabile usufruendo della Natura, ma se facessero così non ci sarebbe il giusto equilibrio: ogni uomo tenderebbe a voler prevalere sull’altro creando armi sempre più potenti e saremo costantemente in guerra, giusto?" -il professore indicò con l’indice il ragazzo, esprimendo alla classe la ragionevolezza delle parole espresse-
Prof. Makal: "Ed ecco la risposta alla tua domanda Clatrina, credo tu ti chiami vero?" -controllando su alcuni fogli che aveva in mano, mentre la ragazza mosse energicamente il capo dicendo di sì- "Vedo che l’ora è passata velocemente.." -controllando il grande orologio pendente in classe- "Direi di concludere qui con la nostra lezione, arrivederci ragazzi!" -tutti si alzarono, chi prima e chi dopo, ricostruendo il gruppo e uscendo poi tutti dall’aula- ...
Cosmia: "E’ proprio questo senso d’impotenza che non mi fa dormire, non mi fa stare calma, sulle mie.. Come posso pretendere che gli altri non facciano nulla quando io sono la prima a voler smuovere mari e monti per riportare quella ragazza qui?" -osservando una sfera di cristallo svolazzante sulla scrivania alla quale era seduta, dove dentro questa vi era proiettata l’immagine dei tre ragazzini che complottavano un qualche piano per riuscire a riportare indietro l’amica perduta- "Ciò che stanno facendo va contro tutte le regole, ogni regola che io personalmente e chi mi ha preceduta ha scritto, di proprio pugno, eppure come faccio a impedire loro di ricercare la ragazza? Se volessimo basarci su tutte quelle regole, a quest’ora dovremo essere dei soldatini, impassibili, apatici, statici. Sono diventata preside perché amavo questa scuola, amo tutti i miei studenti e voi professori, ma ciò che è stato fatto in passato è completamente un errore, un bruttissimo errore che sta compromettendo il presente: non posso abbandonare il mio ruolo, altrimenti sarei già partita per Pàgos, dato che Anvisio è ancora ricoverato e Locui è partito, devo limitarmi a proteggere dall’interno la mia e la nostra scuola, ma ho già fallito, neanche il tempo d’iniziare.." -concluse, passandosi entrambe le mani in faccia, stanca, eppure non così tanto da indurla a dormire, perché involontariamente la forza del pensiero la conduceva ai suoi fallimenti, che stavano risorgendo dal passato, dilaniandola-
Prof.ssa Tressavia: "Capisco che tutto il rancore del passato sta risorgendo, ma non dobbiamo commettere lo stesso errore dell’ultima volta, altrimenti per la ragazza sarà davvero finita.. Ora la mia domanda, preside, è: cosa avete intenzione di fare?" -bisognava concludere quella serata con una decisione, non poteva solo rivelarsi uno sfogo passivo, privo d’utilità, ma bisognava porre una soluzione ad una spiacevole situazione presentatasi-
Cosmia: "Lascerò al trio tentare un loro salvataggio, non mi intrometterò in quanto preside.." -la Tressavia apparve visibilmente sorpresa delle parole della Preside, subito pronta a ribattere a ciò che stava dicendo, paradossale rispetto a ciò che ebbe detto prima, ma prima che la professoressa ebbe occasione di esporre la sua contrarietà, Cosmia riprese- "Non mi intrometterò come preside in quanto il mio ruolo e i patti passati me lo impediscono, ma nessuno mi impedisce che a salvare la ragazza sia lei.." -le braccia che teneva poggiate sui braccioli della sedia sulla quale era seduta, le portò davanti a sé e, partendo dall’alto, le fece scendere in senso perpendicolare, con una luce azzurra che illuminava le sue mani, e man mano che le calava verso il basso, uno specchio si stava materializzando davanti a lei e alla Tressavia, con una sorgente luminosa blu dalla quale stava comparendo e che gli stava dando la giusta forma rettangolare-.
Una figura femminile stava prendendo forma man mano che lo specchio si materializzava difronte alla professoressa che ammirava stupita, ma non troppo, e incuriosita dalla strategia che la fata voleva adottare. Lo specchio si era completamente materializzato dando vita all’immagine di una ragazzina: treccine nere che cadevano sul davanti del suo busto, un rossetto nero come la pece sulle labbra, una canotta con le spalline bombate beige il quale colore proseguiva anche su un leggins che percorreva tutta la lunghezza delle gambe fino a raggiungere la caviglia dove due possenti tacchi neri andavano a spezzare la tonalità chiara.
Prof.ssa Tressavia: "Non mi dite che.." -aveva già immaginato qualcosa o meglio, iniziò a sospettare qualcosa nel mentre analizzava i particolari che caratterizzavano la ragazza riflessa-
Cosmia: "Userò la stessa tecnica che era stata usata da Talessa con, quello che credevamo essere, il professore d’Alamberto, anche se lei era più brava di me nel controllare a distanza uno pseudo-vivente, senza neanche preoccuparsi troppo di mantenere la concentrazione per paura di perderne il controllo: io, al contrario suo, devo rimanere costantemente concentrata affinché il piano prosegua nel migliore dei modi e voi professori tutti dovete stare al gioco, chiaro?" -alzandosi dalla grande sedia alla quale era seduta, posizionandosi proprio accanto al grande specchio riflettente il quale, al solo tocco della fata, lasciò uscire la strana ragazza riflessa-
Prof.ssa Tressavia: "Non smetterò mai di meravigliarmi per come siete capace di porre rimedio ad ogni situazione, ma in quanto singola fata, anziana oltretutto, e non si offendi.." -e la preside scosse la testa- "Non può sperare di porre rimedio a tutto, anche se questa volta devo ammettere che la vostra idea è davvero geniale, seppur ci sia un problema.." -e sul viso della preside apparve un’espressione dubbiosa- "Se lei dovrà controllare questo essere, chi svolgerà il classico ruolo che spetta alla preside Cosmia, diretta interessata?" -e qui si aprì un nuovo capitolo, una nuova soluzione da porre, un rinnovato utilizzo acuto del cervello-
Cosmia: "Il mio ufficio, finché questa missione non sarà risolta, dovrà rimanere barricato, darò ordine a Mrs. Print di non far entrare nessuno, neanche il mio più stretto collaboratore, e le funzioni amministrative strettamente legate a me le affiderò a te cara la mia Ginevra Tressavia, tu che più di tutti mi conosci e sai ogni mio segreto, come io so i tuoi.." -rimase scossa per qualche momento la diretta interessata, mentre Cosmia scese per i gradini che dividevano l’entrata dall’alta scrivania dove prima era posizionata- "Mi affido al tuo rigore, al tuo giudizio, temperamento, al tuo spirito, al tuo potere, alla tua forza, all’amica che so di avere.." -camminò sino a raggiungere le scale che conducevano al piano superiore- "Eri pronta a diventare preside e lo sei tutt’oggi ma mai l’hai voluto fare, adesso però è arrivato il tuo momento: fai vedere al mondo cosa sa fare la Tressavia, una donna che oltre alla sua corazza inaccessibile, ha tanto altro da dare al mondo, alla scuola, agli studenti e studentesse.." -salì i primi gradini ed anche la terza ed ultima preside fece la sua uscita di scena, o almeno, non la vedremo più sotto le spoglie di “Cosmia preside di Cristaly”, ma sotto le mentite spoglie di una ragazza nuova, ignota ancora, tutta da scoprire, la fotocopia dell’anima e dello spirito dell’anziana preside- "A presto Ginevra!" -e agli occhi della professoressa, la preside sparì, salendo al piano superiore, lontana da possibili sguardi indiscreti, immersa nello spazio che la tutelava come fosse sua figlia-
Prof.ssa Tressavia: "Bel fardello mi hai lasciata Cosmia.. Adesso tocca a me ripagarti!" -disse mentre improvvisamente l’essere creato da Cosmia prese vita, ciò significava che la preside si era connessa completamente, prendendo possesso del corpo della ragazza da lei creato, pronto a fare il suo dovere, come dai piani pattuito- "Cara mia è arrivato il momento di fare il tuo ingresso in questa scuola..".
Finalmente l’eterna notte che aveva portato dispiaceri, colpi di scena, attese infinite, decisione importanti, ebbe fine e si sostituì a lei una mattinata piena di movimento, cose da fare, altrettante decisioni e colpi di scena, ma questa volta con un dinamismo maggioritario. Le lezioni ebbero inizio, purtroppo per i ragazzi, queste non poterono essere rimandate, perciò venne dato l’incarico a Riccio e a Spongy, da parte del trio, di condurre delle ricerche in biblioteca, data la possibilità che veniva data agli studenti di poter incaricare i loro protettori, per fini didattici, per la riscossione di libri, manuali, appunti di dominio pubblico. I tre avevano già chiesto ai due cuccioli di andare in biblioteca e questo fu presto fatto, mentre loro continuavano ancora a prepararsi per accorrere alla prima lezione del mattino quale “Origine della Magia” con un nuovo docente, accorso da poco alla scuola di Cristaly, pronto a farsi conoscere e a conoscere gli studenti.
Clatrina: "Da quel che so e che mi hanno detto ieri, dopo la lezione di Magia Nera, questo nuovo prof sembra essere davvero carino! Sarà uno di quei playboy, nuovi di zecca, che mai ti aspetteresti nella tua vita ma che casualmente te lo ritrovi nella tua classe ad insegnare? Un sogno!" -fermandosi quasi ad ogni parola mentre cercava di mettere nella borsa i libri che le sarebbero serviti quel giorno, incantata ed estasiata allo stesso tempo di incontrare finalmente il nuovo professore amabilmente descritto-
Lucas: "Secondo me sono le ragazze che esagerano nella descrizione.. Vai a vedere e ti ritrovi un uomo di mezza età, pelato, barba che lo fa sembrare più vecchio di quanto non sia, e un completino retrò quanto questa scuola, un classico!" -uno sguardo fulminante provenne dall’amica la quale riprese a porre i libri nella borsa più velocemente che mai-
Clatrina: "E io dico che secondo me l’unico uomo di mezza età, però senza barba, con troppi capelli per i miei gusti e anche con uno stupido completino soprattutto quando si trasforma, sei tu!" -finì di prendere ciò che le sarebbe servito, afferrò la borsa, sbattendola anche addosso all’amico e se ne andò altezzosamente, anche se prima d’uscire disse- "Stella ti aspetto fuori! Vado solo con chi sa apprezzare la vera bellezza!" -e da lì richiuse la porta-
Lucas: "Ma che ho detto di male?" -rivolgendosi dubbioso e stranito all’altra ragazza-
Stella: "Un consiglio per la prossima volta: non dire mai il contrario di ciò che pensa Clatrina, o almeno non in sua presenza, altrimenti te la ritrovi incavolata nera per il resto della giornata" -prese anche lei la borsa pronta ad uscire- "E seconda cosa: il nuovo prof è bello sei solo invidioso!" -sbatté anche lei contro Lucas e lasciò la camera, lasciandolo da solo in mezzo ai libri anche da prendere, ancor più confuso di prima-.
Le due ragazze avevano già raggiunto la classe dove si sarebbe tenuta la lezione, mentre Lucas fu tra gli ultimi ad arrivare, eppure il professore ancora non aveva fatto il suo ingresso da quella porta. Non appena tutti gli studenti di quell’anno e di quel corso erano arrivato in classe, l’ultimo ad entrare fu proprio il professore, proprio quando l’ultimo studente arrivò, seppur questo non sia stato proprio l’ultimo:
Clatrina: "Ohoh eccolo!" -indicando l’arrivo del playboy favolosamente descritto a Stella, che le stava accanto, il quale ripose uno strano bastone, forse lungo 20 centimetri, caratterizzato da una tipica forma a spirale con una piccola sfera posta sulla sommità di colore viola- "E’ bellissimo.." -osservando ogni movimento del nuovo professore, con la testa poggiata su entrambe le mani- "Te l’avevo detto che era meraviglioso! Diffidente!" -scuotendo l’amico Lucas che stava al lato opposto rispetto a Stella, il quale dovette, oggettivamente, ricredersi-
Prof. Makal: "Salve a tutti! Per chi non mi conosce, io sono il nuovo professore Pulao Makal, vostro insegnante di “Origine della Magia”, lieto di fare la vostra conoscenza!" -tutti ascoltarono ogni sua singola parola, lettera per lettera, ammagliate, in primis le ragazze, dalla straordinaria bellezza dei suoi occhi verdi smeraldo e da quei capelli corti che avvolgevano tutto il capo, cadenti verso il basso- "Ho avuto occasione di conoscere già alcuni di voi, vi riconosco dai volti e credo che sprecare altro tempo in presentazioni sia controproducente, se non fosse che devo accogliere una nuova studentessa giunta dal lontano pianeta Uzarat.." -e qui il cervello di Clatrina si come scollegò per un attimo, in quanto aveva riconosciuto il nome e capito che la nuova studentessa proveniva dallo stesso pianeta d’origine di Lorden- "Prego vieni avanti e presentati alla classe.." -una strana figura entrò in classe: due paia di lunghe e nere trecce cadevano lungo il busto frontale della ragazza,, il tratto più rilevante che risaltò subito agli occhi, un tratto accattivante seppur caratteristico di una ragazza all’impatto timida e riservata, o almeno era questa la prima impressione che destò, soprattutto appena proferì parola-
Dakota: "Buongiorno a tutti.. Io sono Dakota Talento e vengo da Uzarat, molto piacere.." -l’imbarazzo poteva trasparire tranquillamente dalle sue parole, tanto quanto il rossore del viso che andava ad oscurare anche il volto biancastro a lei naturale-
Prof. Makal: "Prego Dakota prendi posto così possiamo iniziare la lezione ufficiale dato che le presentazioni sono finite.." -come chiesto dal prof così la ragazza, mantenendo sempre un profilo basso, fece, accomodandosi proprio dietro Stella, la quale le fece un caldo sorriso di benvenuto mentre dal lato opposto, Clatrina le tirò uno sguardo minaccioso, quasi di sfida- "Benissimo. Questa è la vostra prima lezione a questo corso di studi quindi oggi partiremo dagli antipodi della storia della magia! Conoscete già chi o cosa ha dato vita a quello che oggi chiamiamo Universo Magico?" -e alla domanda un ragazzo alzò la mano pronto a rispondere- "Prego!" -dando la parola al giovane Bever-
Bever: "L’universo Magico ha come nucleo d’origine il Trio Bianco di Trissilio, che, non ricordo bene quanti anni fa, ma diede vita a quello che oggi per noi è il Mondo Magico, sfruttando la pura magia bianca-
Prof. Makal: "Non è completamente sbagliato ma neanche completamente giusto" -eppure Bever era sicuro di ciò che ebbe detto, almeno da quello che aveva appreso dai libri- "Il Trio Bianco, circa 3 millenni fa, sfruttò un qualcosa, il “Rubino di Gallia”, che credo voi conosciate già, seppur ciò che viene trattato nei libri di storia della magia è solo una parte di ciò che invece è custodito nella verità del minerale. Credo sappiate che il Rubino di Gallia sia adesso custodito nella Fiamma dell’acqua, ricordate lo scontro passato fra i 6 presidi delle maggiori scuole di Trissilio contro Kezio ed Elettra?" -affermativamente risposero tutti in quanto avevano affrontato l’argomento poche settimane prima di questa lezione, diventando una nozione di dominio pubblico e non solo di Stella e Jessie, le quali fecero delle ricerche private- "Dire perciò che il Trio Bianco abbia creato l’Universo magico è parzialmente sbagliato in quanto qualcosa doveva generare il Rubino e da cosa potevano partire i membri del Trio se parliamo dei primi anni in cui si inizia ad avere una conoscenza della magia?"
Bever: "Professore eppure noi consideriamo la magia ancestrale come un qualcosa di puramente forte ed indiscutibilmente inviolabile, allora.." -fu bloccato-
Prof. Makal: "So dove vuoi arrivare: noi contempliamo la magia ancestrale in quanto dal nullo si è riusciti ad ottenere tutto. Pensato che noi oggi basiamo la nostra conoscenza magia su quella ancestrale e siamo sicuramente capaci di perfezionare l’antico, ma da cosa partire per riuscire a costruire il futuro?" -alzò la mano Stella-
Stella: "Dal presente, no?"
Prof. Makal: "E il presente su cosa su basa?"
Stella: "Sul passato.."
Prof. Makal: "Esattamente. Ritornando all’argomento centrale della lezione, il Trio dovette per forza sfruttare il Rubino, e di questo ne siamo sicuri, ma il Rubino da cosa è stato generato?" -nessuno seppe dare una risposta- "Ragazzi la risposta spesso non è così complicata, seppur si tratti di qualcosa di altamente complesso come l’Universo Magico.. Non ne avete idea?" -nessuno rispose, rimase solo un’aula silenziosa, ignara della risposta al quesito- "Cosa può creare un minerale tanto potente quanto il Rubino di Gallia se non la Natura? L’unica risposta che poteva esistere nel mio quesito era proprio la Natura. Ciò che conosciamo oggi, i nostri incantesimi, le conoscenze mineralogiche, le invenzioni che facciamo passare per nostre, in realtà ha come minimo comune denominatore proprio la Natura, in quanto è l’unica che non necessita di una base conoscitiva per generare l’ingenerabile.."
Clatrina: "E chi controlla la natura se non dagli esseri viventi?" -una domanda spinosa, proposta mentre la ragazza continuava a contemplare la bellezza che aveva difronte-
Prof. Makal: "E qui sbagli.." -la ragazza inizialmente non capì- "La Natura può essere semplicemente analizzata ed utilizzata dagli esseri viventi per i propri scopi, ma dire che gli uomini sono i marionettisti della Natura è assolutamente sbagliato.." -non le era ancora molto chiaro, si capiva dal volto- "Allora, poniamola diversamente: se una fata controlla la Natura perché non comandare la Natura per i suoi egoistici scopi? Non potrebbe farlo perché c’è, ad esempio, una strega che potrebbe anch’essa controllarla, e a chi la Natura risponderebbe come suo padrone?" -il professore fu interrotto-
Lucas: "Ho capito! La Natura risponde a tutti come suo padrone, perciò l’uomo non può controllarla ma solo usufruire delle sue risorse! Se l’uomo controllasse la Natura, significa che ogni uomo potrebbe farlo, e quindi potrebbero creare l’irrealizzabile usufruendo della Natura, ma se facessero così non ci sarebbe il giusto equilibrio: ogni uomo tenderebbe a voler prevalere sull’altro creando armi sempre più potenti e saremo costantemente in guerra, giusto?" -il professore indicò con l’indice il ragazzo, esprimendo alla classe la ragionevolezza delle parole espresse-
Prof. Makal: "Ed ecco la risposta alla tua domanda Clatrina, credo tu ti chiami vero?" -controllando su alcuni fogli che aveva in mano, mentre la ragazza mosse energicamente il capo dicendo di sì- "Vedo che l’ora è passata velocemente.." -controllando il grande orologio pendente in classe- "Direi di concludere qui con la nostra lezione, arrivederci ragazzi!" -tutti si alzarono, chi prima e chi dopo, ricostruendo il gruppo e uscendo poi tutti dall’aula- ...