Sessanta reperti archeologici, con un valore stimato oltre venti milioni di dollari, sono stati rimpatriati dagli Stati Uniti, dov’erano stati commercializzati da trafficanti internazionali. L’operazione è stata condotta dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) insieme al New York County District Attorney’s Office (DAO) e illustrata durante la conferenza stampa che si è tenuta a Roma presso il Ministero della Cultura.
Le opere erano state offerte in vendita da alcuni brokers dell’arte e sono poi confluite in collezioni private statunitensi, come in quella di uno dei più grandi collezionisti d’arte antica del mondo, al quale è stato addirittura imposto, per la prima volta nel suo genere, un divieto a vita di acquistare antichità a seguito dell’indagine penale pluriennale e multinazionale condotta dal DAO.
I beni erano stati immessi nel mercato antiquario internazionale attraverso transazioni effettuate da ricettatori di beni culturali e mercanti d’arte, senza le prescritte autorizzazioni, peraltro i reperti provenivano da scavi clandestini o furti, poi commercializzati appunto nel mercato statunitense.
Non vi era traccia, inoltre, in alcuna pubblicazione degli eventuali scavi scientifici che parlasse del loro ritrovamento, oltretutto di eccezionale rilevanza culturale. Pertanto, i reperti non erano noti al mondo accademico fino alla data della loro acquisizione nel mercato antiquario.
Alla conferenza stampa che ha reso nota la restituzione sono intervenuti: Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, Comandante dei Carabinieri TPC Gen. B. Vincenzo Molinese, Viceprocuratore District Attorney’s Office di Manhattan col. Matthew Bogdanos, Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Roma Angelantonio Racanelli, Ministro Consigliere per gli affari pubblici Ambasciata Stati Uniti a Roma Christina Tomlinson, Federica Pitzalis funzionario archeologo MiC.
Le opere erano state offerte in vendita da alcuni brokers dell’arte e sono poi confluite in collezioni private statunitensi, come in quella di uno dei più grandi collezionisti d’arte antica del mondo, al quale è stato addirittura imposto, per la prima volta nel suo genere, un divieto a vita di acquistare antichità a seguito dell’indagine penale pluriennale e multinazionale condotta dal DAO.
I beni erano stati immessi nel mercato antiquario internazionale attraverso transazioni effettuate da ricettatori di beni culturali e mercanti d’arte, senza le prescritte autorizzazioni, peraltro i reperti provenivano da scavi clandestini o furti, poi commercializzati appunto nel mercato statunitense.
Non vi era traccia, inoltre, in alcuna pubblicazione degli eventuali scavi scientifici che parlasse del loro ritrovamento, oltretutto di eccezionale rilevanza culturale. Pertanto, i reperti non erano noti al mondo accademico fino alla data della loro acquisizione nel mercato antiquario.
Alla conferenza stampa che ha reso nota la restituzione sono intervenuti: Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, Comandante dei Carabinieri TPC Gen. B. Vincenzo Molinese, Viceprocuratore District Attorney’s Office di Manhattan col. Matthew Bogdanos, Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Roma Angelantonio Racanelli, Ministro Consigliere per gli affari pubblici Ambasciata Stati Uniti a Roma Christina Tomlinson, Federica Pitzalis funzionario archeologo MiC.