Stella corse più che poteva in quanto non voleva incorrere in pesanti sanzioni dettate dal ritardo della restituzione dei libri alla biblioteca di Cristaly, riuscì ad arrivare in meno di 15 minuti al campo di addestramento dove Lucas stava seguendo la sua lezione impartita dallo stesso preside Locui che, seppur ferito e non ancora ripresosi totalmente, aveva già ricominciato la routine quotidiana: allenamento, colazione abbondante, di nuovo allenamento, il giusto tempo alla documentazione e gestione della scuola, piano di studi, tutto ciò che potesse riguardare un preside lui lo aveva ricominciato a fare dopo qualche ora dal suo ritorno a Cristaly, senza essersi preso il lusso neanche di una sola giornata di riposo, ciò contrastava col suo modo di vedere un templare, il rigore, le regole, non potevano assolutamente essere trasgredite. Stella non fece molto caso al preside, troppo intenta ad avvisare Spongy, non poteva di certo disturbare Lucas, anche se non ve ne era la necessità in quanto chi davvero servisse era proprio l’unicorno del templare.
Stella: "Spongy! Hey!" -cercando di non dare troppo nell’occhio, evitando di urlare troppo, cercò di richiamare l’attenzione dell’unicorno, intento a guardare il suo padroncino, timido come non mai, maneggiare la sua lancia contro il preside Locui che seppur ferito era in grado indubbiamente di sconfiggere tutti i 20 studenti templari che presiedevano alla sua lezione- "Vieni qui! Ci serve il tuo aiuto!" -altezzosamente ribatté l’unicorno-
Spongy: "Dove pensi di essere? Al mercatino dell’usato? Io non servo a nessuno solo a me stesso! Maleducata di una fata.." -e si voltò nuovamente verso il campo di addestramento, senza rivolgere lo sguardo a Stella-
Stella: "Sbrigati pony che non sei altro! Abbiamo trovato la soluzione al rituale per liberare i nostri cuccioli e tu hai il tempo per fare il prezioso!" -adesso ebbe davvero raccolta l’attenzione dell’unicorno-
Spongy: "Davvero? Caspita fata sei più perspicacie di quanto pensassi! Meno stupida del mio padroncino, finalmente ne ho trovata una!" -si distaccò completamente dallo spettacolo dettato dall’allenamento e si diresse verso la fata- "Su che aspettiamo? Andiamo in un posto più tranquillo a meno che tu non voglia essere sgamata dal templare troppo muscoloso ed essere fatta in mille pezzi! Su!" -aprì la strada a Stella e al piccolo Riccio che rimase per tutto il tempo in silenzio alzando semplicemente gli occhi al cielo dopo che l’unicorno ebbe detto queste parole: lo seguirono e si incamminarono nella serra di Cristaly, dove quel giorno non si sarebbe tenuta nessuna lezione, tanto che la serra era chiusa-.
Stella, accompagnata da Spongy e Riccio, cercò di aprire la porta della grande serra ma invano, non essendoci lezioni questa era chiusa al pubblico per evitare eventuali disastri ma soprattutto evitare che le giovani matricole come lei potessero mettere il naso in cose che difficilmente potevano essere controllate da inesperte quali lei stessa.
Stella: "Non si apre.. Non era meglio a questo punto andare nei dormitori?" -frenò la fata dalle sue intenzioni il piccolo cavalluccio-
Riccio: "No Stella, non abbiamo tempo a sufficienza per raggiungere i dormitori, lavorare sul libro e correre in biblioteca per restituirlo, mancano 15 minuti, non abbiamo tempo da perdere" -allora esordì l’unicorno-
Spongy: "Spostati di lì pasta moscia, ci penso io a scassinare la porta!" -spostò bruscamente il piccolo cavalluccio, non poco indispettito da questo comportamento, col suo corno- "AHH!" -prese una leggera rincorsa e si scaraventò contro la piccola porta di vetro della serra, riducendola in mille pezzi, producendo non poco baccano- "Visto? Eh?!" -disse orgoglioso del suo lavoro, col petto gonfio di meraviglia-
Stella: "Davvero ottimo.. Se non ci hanno sentito adesso non ci sentiranno più! Volevi che ci notassero anche gli uccelli in cielo? Ci sei riuscito alla grande!" -sorpassando il pony che aggrottò le sopracciglia e sbatté più volte le palpebre in segno di disappunto nei riguardi delle parole della fata, non riconoscente verso la destrezza del piccolo unicorno-.
Superato il momento cruento di Spongy, si girarono tutti intorno tra di loro per visionare che nessuno li avesse davvero notati, simbolicamente Spongy chiuse le sponde della porta della serra, ormai distrutta in realtà, Stella posizionò a terra, al centro della serra, il grande libro aperto proprio alla pagina dove vi si illustrava il rituale con i simboli movibili, mentre Riccio e Spongy raggiunsero la fata, quest’ultimo pronto ad usare il suo corno sotto ordine di Stella.
Stella: "Ok adesso.. Spongy prego.. Devi seguire quest’ordine preciso" -pose davanti allo sguardo del piccolo pony il foglietto che illustrala ordine preciso dei simboli riportati sul libro, seppur Spongy continuasse a rimanere perplesso in quanto il movimento dei segni fosse totalmente random al tocco del suo corno, quindi come faceva lui a controllare l’ordine delle figure?-
Riccio: "Stavolta parlo io al posto dell’unicorno: come farà a controllare l’ordine dei segni?" -anche a questa domanda la fata aveva maturato una possibile risposta, molto arguta-
Stella: "Credo che la risposta risieda nel movimento del corno di Spongy: in ogni nostro tentativo passato, l’unico movimento che abbiamo fatto fare a Spongy è stato di posizionare il suo corno sulla pagina, senza però muoverlo quindi è come se il libro non rispondesse a nessun movimento preciso ma in virtù della magia dato dallo smeraldo di Sarima un movimento doveva pur fare e senza comando cosa poteva mai fare se non un qualcosa di totalmente randomico? E se provassimo stavolta a muovere il corno da un simbolo ad un altro, forse questi si scambieranno no?" -non se lo fece ripetere due volte, pronto ad ottenere la gloria tanto bramata, Spongy afferrò con la bocca il fogliettino dove vi era illustrato il giusto ordine, disegnato da Stella, strappò questo dalle mani della fata e iniziò a seguire le istruzioni impartite-.
Il sistema stava effettivamente funzionando: questo a destra, quell’altro a sinistra, questo si scambia con questo, quest’altro va su e non giù, un altro viceversa, insomma tante furono le manovre finché l’ultimo segno non venne posizionato. Gli scheletri agli apici della pagina si illuminarono di un fucsia accesso, anche troppo, la rotella disegnata al centro del cerchio di simboli iniziò a ruotare lentamente in senso orario. Questa si fermò in un preciso punto, appena questa ebbe finito il suo giro, la seconda rotella più piccola centrale iniziò a ruotare in senso antiorario fermandosi a 143 gradi rispetto alla rotazione della precedente. Appena quest’altra ebbe finito di girare comparve una formula magica lungo tutto il cerchio di simboli, scritto in maniera alquanto strano ma leggibile:
Stella: "Trasferita Corpore in Dimensio Choris Chronos Kai Choros" -esclamò la formula magica con una certa decisione e fermezza, scandendo bene ogni parola per paura di sbagliare l’esecuzione dell’incantesimo-.
Non appena la fata disse quelle parole queste stesse sulla pagina del grande libro si illuminarono dello stesso colore dei teschi, una luce ancor più accecante della prima che tendeva, col passare del tempo, ad aumentare sempre di più. Un vento funesto iniziò a levarsi all’interno della serra seppur nessuna finestra o porta fosse aperta, iniziarono a cadere vasi, le piante viventi, alcune, si nascondevano e riparavano le une con le altre percependo l’oscurità di quell’aura, l’energia negativa provenire da quel libro:
Stella: "Che succede?!" -urlò la fata senza riuscire quasi a sentire neanche più le sue stesse parole- "Credo di aver sbagliato qualcosa!!" -esclamò il suo pensiero la fata seppur non avesse sbagliato nulla, quello che stava succedendo faceva parte del rito, l’incantesimo era in atto, di lì a poco sarebbe successo qualcosa di molto importante-.
Il vento divenne così violento da riuscire a spezzare le foglie delle piante ornamentali della serra, sbaragliare porte e finestre della grande struttura, ruppe moltissime vetrate, scaraventò verso il gruppo e non solo diversi vasi, terriccio, attrezzatura, sino a che, non solo all’interno della serra, anche all’esterno, in tutta la scuola di Cristaly non iniziò ad innalzarsi un tremendo ciclone, tanto da condurre studenti, professori, addetti a rientrare all’interno della scuola per ripararsi. La luce dal libro continuava ad irradiare l’intera struttura della serra, così tanto da divenire visibile anche da qualsiasi finestra del grande castello di Cristaly sino a che questa non divorò Stella e i due cuccioli facendoli scomparire agli occhi dei giovani templari che stavano correndo verso la serra attratti dalla strana luce emessa. Arrivarono tutti lì, incluso il preside Locui seppur invano in quanto non trovarono più nessuno: il libro era sparito, la fata e i cuccioli avevano fatto la stessa fine ma la domanda a questo punto è, dove sono finiti? Quel libro dove aveva condotto il gruppo?
Un ambiente tetro, completamente buio, privo di ogni forma di luce, non mancante però di magia, si sentiva nell’aria, qualcosa di strano vi era presente, qualcosa di strano caratterizzava questa nuova dimensione, pesante come piombo, un luogo dove il tempo scorreva molto più lento della realtà e lo spazio era fermo in un immobilismo eterno, un blocco perenne di ogni cosa: le gocce di rugiada dalle foglie non cadevano più, il cinguettio degli uccelli era stato trasformato in silenzio mentre questi svolazzavano con un movimento lentissimo quasi impercettibile, tanto che vi si rimaneva ad osservarli si rischiava di morire dalla noia. Nessuna forma di vita umana era presente, nessun animale, solo qualche foglia, qualche albero con una chioma più possente, questi erano casi eccezionali, in una sterminata pianura così piatta ed uniforme da sembrare un piatto di p***** troppo pulito. Tutto questo paesaggio non erano stato visionato ancora dal piccolo gruppo giunto da pochi secondi in questa nuova dimensione, persi nel buio più totale, intontiti da ciò che era successo, increduli nella visione del nulla.
Spongy: "Precisamente dove siamo? Anzi, rettifico, sono da solo o c’è qualcuno insieme?"
Riccio: "Crediamo ci siamo tutti o sbaglio?" -disse non molto convinto il cavalluccio prima di essere nuovamente interrotto dal pony-
Spongy: "Oh Riccio! Sei tu! Avrei preferito a te la pesantezza della vecchia Tressavia ma mi accontenterò dai!" -nel buio pesto intervenne una terza voce-
Stella: "Avete finito? Credo che siamo all’interno del libro, non si vede nulla un attimo.." -schioccò le dita ed apparve nella sua mano destra una sfera di luce che però, neanche il tempo di manifestarsi che si dissolse- "Ma cosa.." -controllò al suo collo se ci fosse ancora lo smeraldo di Sarima, l’unico modo che aveva la fata per poter utilizzare la magia e questo non lo trovò, sentì che la collana era ancora al suo collo ma la gemma non c’era più-.
La fata si accovacciò a terra velocemente, pensando che lo smeraldo si fosse staccato dal ciondolo, andò tastando il terreno sentendo solo, sotto il palmo del suo tocco, il freddo della terra e qualche pietruzza qua e là finché non toccò qualcosa di più appuntito, più di un pezzo percepì:
Stella: "Riccio o Spongy siete in grado di usare il vostro potere per evocare una piccola sfera di luce? Non riesco a vedere niente e per qualche strano motivo la mia magia qui non funziona, aiutatemi vi prego.." -chiese al gruppo seppur non fosse in grado di vederli, subito però fu accontentata da Spongy che all’apice del suo corno evocò una piccola luce, abbastanza però da illuminare il circondario, in grado di riuscire così a vedere come lo smeraldo di Stella fosse stato ridotto in mille pezzi, ognuno di questi vicino proprio a dove stesse tastando la fata, l’unica cosa che rimaneva della sua gemma era il solo ciondolo ormai vuoto, come del resto Stella, rimasta priva della sua sorgente di potere, non più in grado di evocare la sua magia- "Adesso è davvero drammatica.. Senza la gemma non posso utilizzare la mia magia e senza la mia magia non saremo in grado di uscire da qui.. Un attimo.." -soffermò a pensare la fata di colpo, bloccando anche i due compagni che la seguivano- "Forse questa è la dimensione senza spazio e senza tempo dove Teddy e Yeti sono stati catapultati da Lorden e se così fosse siamo finalmente nel posto giusto!" -si voltò verso i due accompagnatori, sempre più convinti dalle parole della fata seppur rimasse comunque un problema esposto a questo punto dall’unicorno-
Spongy: "E se anche fossimo in grado di trovare quegli altri due, come pensi di uscire poi? Invocherai qualche spirito con la tua non-magia?" -interruppe il cavalluccio-
Riccio: "Sei sempre di grande aiuto Spongy, senza di te credo che saremmo già altamente persi nelle oscure tenebre di questa dimensione, sempre e solo grazie Spongy, davvero!" -disse con tono sarcastico al quale l’unicorno rispose con disappunto, storcendo il naso e girando dall’altra parte la testa-
Stella: "Non posso dire che hai torto Spongy però.. forse.." -cercando quasi con lo sguardo una soluzione, qualcosa che le potesse dare almeno un’idea, un piccolo bagliore di luce in un’estesa tenebra perenne- "Magari.." -lo sguardo cadde sullo smeraldo di Riccio e quello di Spongy dopo- "Potrebbe funzionare.. Ascoltate!" -richiamò l’attenzione dei due- "In una lezione del preside Anvisio, prima che succedesse il tutto, ci insegnò un incantesimo di incanalamento, una sorta di convoglio del potere da un oggetto magico ad un essere vivente che fosse possessore di normale circolo magico, quindi ho pensato, potrei utilizzare i vostri smeraldi e cercare di aprire un passaggio tra questa dimensione e quella reale.." -disse a questo punto il pony-
Spongy: "Bellissima idea, per una volta nella tua vita ma come pensi di aprire un portale? Sei una matricola, al massimo sai far crescere 4 fiori su di una pianta" -esordì a questo punto Riccio, mantenendo la sua pacatezza-
Riccio: "Lo odio ma stavolta ha ragione Spongy: non sei Cosmia, non sei in grado di aprire un portale di collegamento, è un incantesimo troppo difficile, seppur tu ci metta tutta la buona volontà.." -disse amaramente il cavalluccio seppur sarebbe stato entusiasta se le parole della fata fossero state veritiere e reali-
Stella: "Non avevo intenzione di aprire un portale, so che non ne ho le capacità ma potrei provare a recitare nuovamente l’incantesimo che ho recitato prima, forse funziona da contro-incantesimo, ma prima di tutto dobbiamo trovare Teddy e Yeti e poi potremmo fare tutte le ipotesi di questo mondo, adesso andiamo!" -concluse il discorso la ragazza, cominciando ad incamminarsi verso il nulla cosmico, alla ricerca dei due piccoli cuccioli, dispersi chissà dove, accompagnata dagli altri due compagni-.
Stella: "Spongy! Hey!" -cercando di non dare troppo nell’occhio, evitando di urlare troppo, cercò di richiamare l’attenzione dell’unicorno, intento a guardare il suo padroncino, timido come non mai, maneggiare la sua lancia contro il preside Locui che seppur ferito era in grado indubbiamente di sconfiggere tutti i 20 studenti templari che presiedevano alla sua lezione- "Vieni qui! Ci serve il tuo aiuto!" -altezzosamente ribatté l’unicorno-
Spongy: "Dove pensi di essere? Al mercatino dell’usato? Io non servo a nessuno solo a me stesso! Maleducata di una fata.." -e si voltò nuovamente verso il campo di addestramento, senza rivolgere lo sguardo a Stella-
Stella: "Sbrigati pony che non sei altro! Abbiamo trovato la soluzione al rituale per liberare i nostri cuccioli e tu hai il tempo per fare il prezioso!" -adesso ebbe davvero raccolta l’attenzione dell’unicorno-
Spongy: "Davvero? Caspita fata sei più perspicacie di quanto pensassi! Meno stupida del mio padroncino, finalmente ne ho trovata una!" -si distaccò completamente dallo spettacolo dettato dall’allenamento e si diresse verso la fata- "Su che aspettiamo? Andiamo in un posto più tranquillo a meno che tu non voglia essere sgamata dal templare troppo muscoloso ed essere fatta in mille pezzi! Su!" -aprì la strada a Stella e al piccolo Riccio che rimase per tutto il tempo in silenzio alzando semplicemente gli occhi al cielo dopo che l’unicorno ebbe detto queste parole: lo seguirono e si incamminarono nella serra di Cristaly, dove quel giorno non si sarebbe tenuta nessuna lezione, tanto che la serra era chiusa-.
Stella, accompagnata da Spongy e Riccio, cercò di aprire la porta della grande serra ma invano, non essendoci lezioni questa era chiusa al pubblico per evitare eventuali disastri ma soprattutto evitare che le giovani matricole come lei potessero mettere il naso in cose che difficilmente potevano essere controllate da inesperte quali lei stessa.
Stella: "Non si apre.. Non era meglio a questo punto andare nei dormitori?" -frenò la fata dalle sue intenzioni il piccolo cavalluccio-
Riccio: "No Stella, non abbiamo tempo a sufficienza per raggiungere i dormitori, lavorare sul libro e correre in biblioteca per restituirlo, mancano 15 minuti, non abbiamo tempo da perdere" -allora esordì l’unicorno-
Spongy: "Spostati di lì pasta moscia, ci penso io a scassinare la porta!" -spostò bruscamente il piccolo cavalluccio, non poco indispettito da questo comportamento, col suo corno- "AHH!" -prese una leggera rincorsa e si scaraventò contro la piccola porta di vetro della serra, riducendola in mille pezzi, producendo non poco baccano- "Visto? Eh?!" -disse orgoglioso del suo lavoro, col petto gonfio di meraviglia-
Stella: "Davvero ottimo.. Se non ci hanno sentito adesso non ci sentiranno più! Volevi che ci notassero anche gli uccelli in cielo? Ci sei riuscito alla grande!" -sorpassando il pony che aggrottò le sopracciglia e sbatté più volte le palpebre in segno di disappunto nei riguardi delle parole della fata, non riconoscente verso la destrezza del piccolo unicorno-.
Superato il momento cruento di Spongy, si girarono tutti intorno tra di loro per visionare che nessuno li avesse davvero notati, simbolicamente Spongy chiuse le sponde della porta della serra, ormai distrutta in realtà, Stella posizionò a terra, al centro della serra, il grande libro aperto proprio alla pagina dove vi si illustrava il rituale con i simboli movibili, mentre Riccio e Spongy raggiunsero la fata, quest’ultimo pronto ad usare il suo corno sotto ordine di Stella.
Stella: "Ok adesso.. Spongy prego.. Devi seguire quest’ordine preciso" -pose davanti allo sguardo del piccolo pony il foglietto che illustrala ordine preciso dei simboli riportati sul libro, seppur Spongy continuasse a rimanere perplesso in quanto il movimento dei segni fosse totalmente random al tocco del suo corno, quindi come faceva lui a controllare l’ordine delle figure?-
Riccio: "Stavolta parlo io al posto dell’unicorno: come farà a controllare l’ordine dei segni?" -anche a questa domanda la fata aveva maturato una possibile risposta, molto arguta-
Stella: "Credo che la risposta risieda nel movimento del corno di Spongy: in ogni nostro tentativo passato, l’unico movimento che abbiamo fatto fare a Spongy è stato di posizionare il suo corno sulla pagina, senza però muoverlo quindi è come se il libro non rispondesse a nessun movimento preciso ma in virtù della magia dato dallo smeraldo di Sarima un movimento doveva pur fare e senza comando cosa poteva mai fare se non un qualcosa di totalmente randomico? E se provassimo stavolta a muovere il corno da un simbolo ad un altro, forse questi si scambieranno no?" -non se lo fece ripetere due volte, pronto ad ottenere la gloria tanto bramata, Spongy afferrò con la bocca il fogliettino dove vi era illustrato il giusto ordine, disegnato da Stella, strappò questo dalle mani della fata e iniziò a seguire le istruzioni impartite-.
Il sistema stava effettivamente funzionando: questo a destra, quell’altro a sinistra, questo si scambia con questo, quest’altro va su e non giù, un altro viceversa, insomma tante furono le manovre finché l’ultimo segno non venne posizionato. Gli scheletri agli apici della pagina si illuminarono di un fucsia accesso, anche troppo, la rotella disegnata al centro del cerchio di simboli iniziò a ruotare lentamente in senso orario. Questa si fermò in un preciso punto, appena questa ebbe finito il suo giro, la seconda rotella più piccola centrale iniziò a ruotare in senso antiorario fermandosi a 143 gradi rispetto alla rotazione della precedente. Appena quest’altra ebbe finito di girare comparve una formula magica lungo tutto il cerchio di simboli, scritto in maniera alquanto strano ma leggibile:
Stella: "Trasferita Corpore in Dimensio Choris Chronos Kai Choros" -esclamò la formula magica con una certa decisione e fermezza, scandendo bene ogni parola per paura di sbagliare l’esecuzione dell’incantesimo-.
Non appena la fata disse quelle parole queste stesse sulla pagina del grande libro si illuminarono dello stesso colore dei teschi, una luce ancor più accecante della prima che tendeva, col passare del tempo, ad aumentare sempre di più. Un vento funesto iniziò a levarsi all’interno della serra seppur nessuna finestra o porta fosse aperta, iniziarono a cadere vasi, le piante viventi, alcune, si nascondevano e riparavano le une con le altre percependo l’oscurità di quell’aura, l’energia negativa provenire da quel libro:
Stella: "Che succede?!" -urlò la fata senza riuscire quasi a sentire neanche più le sue stesse parole- "Credo di aver sbagliato qualcosa!!" -esclamò il suo pensiero la fata seppur non avesse sbagliato nulla, quello che stava succedendo faceva parte del rito, l’incantesimo era in atto, di lì a poco sarebbe successo qualcosa di molto importante-.
Il vento divenne così violento da riuscire a spezzare le foglie delle piante ornamentali della serra, sbaragliare porte e finestre della grande struttura, ruppe moltissime vetrate, scaraventò verso il gruppo e non solo diversi vasi, terriccio, attrezzatura, sino a che, non solo all’interno della serra, anche all’esterno, in tutta la scuola di Cristaly non iniziò ad innalzarsi un tremendo ciclone, tanto da condurre studenti, professori, addetti a rientrare all’interno della scuola per ripararsi. La luce dal libro continuava ad irradiare l’intera struttura della serra, così tanto da divenire visibile anche da qualsiasi finestra del grande castello di Cristaly sino a che questa non divorò Stella e i due cuccioli facendoli scomparire agli occhi dei giovani templari che stavano correndo verso la serra attratti dalla strana luce emessa. Arrivarono tutti lì, incluso il preside Locui seppur invano in quanto non trovarono più nessuno: il libro era sparito, la fata e i cuccioli avevano fatto la stessa fine ma la domanda a questo punto è, dove sono finiti? Quel libro dove aveva condotto il gruppo?
Un ambiente tetro, completamente buio, privo di ogni forma di luce, non mancante però di magia, si sentiva nell’aria, qualcosa di strano vi era presente, qualcosa di strano caratterizzava questa nuova dimensione, pesante come piombo, un luogo dove il tempo scorreva molto più lento della realtà e lo spazio era fermo in un immobilismo eterno, un blocco perenne di ogni cosa: le gocce di rugiada dalle foglie non cadevano più, il cinguettio degli uccelli era stato trasformato in silenzio mentre questi svolazzavano con un movimento lentissimo quasi impercettibile, tanto che vi si rimaneva ad osservarli si rischiava di morire dalla noia. Nessuna forma di vita umana era presente, nessun animale, solo qualche foglia, qualche albero con una chioma più possente, questi erano casi eccezionali, in una sterminata pianura così piatta ed uniforme da sembrare un piatto di p***** troppo pulito. Tutto questo paesaggio non erano stato visionato ancora dal piccolo gruppo giunto da pochi secondi in questa nuova dimensione, persi nel buio più totale, intontiti da ciò che era successo, increduli nella visione del nulla.
Spongy: "Precisamente dove siamo? Anzi, rettifico, sono da solo o c’è qualcuno insieme?"
Riccio: "Crediamo ci siamo tutti o sbaglio?" -disse non molto convinto il cavalluccio prima di essere nuovamente interrotto dal pony-
Spongy: "Oh Riccio! Sei tu! Avrei preferito a te la pesantezza della vecchia Tressavia ma mi accontenterò dai!" -nel buio pesto intervenne una terza voce-
Stella: "Avete finito? Credo che siamo all’interno del libro, non si vede nulla un attimo.." -schioccò le dita ed apparve nella sua mano destra una sfera di luce che però, neanche il tempo di manifestarsi che si dissolse- "Ma cosa.." -controllò al suo collo se ci fosse ancora lo smeraldo di Sarima, l’unico modo che aveva la fata per poter utilizzare la magia e questo non lo trovò, sentì che la collana era ancora al suo collo ma la gemma non c’era più-.
La fata si accovacciò a terra velocemente, pensando che lo smeraldo si fosse staccato dal ciondolo, andò tastando il terreno sentendo solo, sotto il palmo del suo tocco, il freddo della terra e qualche pietruzza qua e là finché non toccò qualcosa di più appuntito, più di un pezzo percepì:
Stella: "Riccio o Spongy siete in grado di usare il vostro potere per evocare una piccola sfera di luce? Non riesco a vedere niente e per qualche strano motivo la mia magia qui non funziona, aiutatemi vi prego.." -chiese al gruppo seppur non fosse in grado di vederli, subito però fu accontentata da Spongy che all’apice del suo corno evocò una piccola luce, abbastanza però da illuminare il circondario, in grado di riuscire così a vedere come lo smeraldo di Stella fosse stato ridotto in mille pezzi, ognuno di questi vicino proprio a dove stesse tastando la fata, l’unica cosa che rimaneva della sua gemma era il solo ciondolo ormai vuoto, come del resto Stella, rimasta priva della sua sorgente di potere, non più in grado di evocare la sua magia- "Adesso è davvero drammatica.. Senza la gemma non posso utilizzare la mia magia e senza la mia magia non saremo in grado di uscire da qui.. Un attimo.." -soffermò a pensare la fata di colpo, bloccando anche i due compagni che la seguivano- "Forse questa è la dimensione senza spazio e senza tempo dove Teddy e Yeti sono stati catapultati da Lorden e se così fosse siamo finalmente nel posto giusto!" -si voltò verso i due accompagnatori, sempre più convinti dalle parole della fata seppur rimasse comunque un problema esposto a questo punto dall’unicorno-
Spongy: "E se anche fossimo in grado di trovare quegli altri due, come pensi di uscire poi? Invocherai qualche spirito con la tua non-magia?" -interruppe il cavalluccio-
Riccio: "Sei sempre di grande aiuto Spongy, senza di te credo che saremmo già altamente persi nelle oscure tenebre di questa dimensione, sempre e solo grazie Spongy, davvero!" -disse con tono sarcastico al quale l’unicorno rispose con disappunto, storcendo il naso e girando dall’altra parte la testa-
Stella: "Non posso dire che hai torto Spongy però.. forse.." -cercando quasi con lo sguardo una soluzione, qualcosa che le potesse dare almeno un’idea, un piccolo bagliore di luce in un’estesa tenebra perenne- "Magari.." -lo sguardo cadde sullo smeraldo di Riccio e quello di Spongy dopo- "Potrebbe funzionare.. Ascoltate!" -richiamò l’attenzione dei due- "In una lezione del preside Anvisio, prima che succedesse il tutto, ci insegnò un incantesimo di incanalamento, una sorta di convoglio del potere da un oggetto magico ad un essere vivente che fosse possessore di normale circolo magico, quindi ho pensato, potrei utilizzare i vostri smeraldi e cercare di aprire un passaggio tra questa dimensione e quella reale.." -disse a questo punto il pony-
Spongy: "Bellissima idea, per una volta nella tua vita ma come pensi di aprire un portale? Sei una matricola, al massimo sai far crescere 4 fiori su di una pianta" -esordì a questo punto Riccio, mantenendo la sua pacatezza-
Riccio: "Lo odio ma stavolta ha ragione Spongy: non sei Cosmia, non sei in grado di aprire un portale di collegamento, è un incantesimo troppo difficile, seppur tu ci metta tutta la buona volontà.." -disse amaramente il cavalluccio seppur sarebbe stato entusiasta se le parole della fata fossero state veritiere e reali-
Stella: "Non avevo intenzione di aprire un portale, so che non ne ho le capacità ma potrei provare a recitare nuovamente l’incantesimo che ho recitato prima, forse funziona da contro-incantesimo, ma prima di tutto dobbiamo trovare Teddy e Yeti e poi potremmo fare tutte le ipotesi di questo mondo, adesso andiamo!" -concluse il discorso la ragazza, cominciando ad incamminarsi verso il nulla cosmico, alla ricerca dei due piccoli cuccioli, dispersi chissà dove, accompagnata dagli altri due compagni-.