Il caso in una scuola elementare in Basilicata
Una foto di classe con la bambina down, come ricordo della quinta elementare per lei e per la sua famiglia. Un' altra «ripulita» per il resto della classe, senza la compagna sfortunata. Ma con la sua insegnante di sostegno in posa vicino alle colleghe. Tutti sorridenti e contenti dentro la cornicetta regalata ai bambini.
Succede a Senise, provincia di Potenza, settemila abitanti. Ad accorgersi della doppia realtà consegnata dalla scuola pubblica locale a fine anno è stato un compagno di classe della bambina down. Le maestre, dopo che Mariapaola Vergallito sulla Gazzetta del Mezzogiorno ha raccontato la storia, ora chiedono scusa, dicono che si è trattato di un caso sfortunato, forse una leggerezza, che la prima foto era venuta male e che quando l' hanno rifatta la bambina era assente. Insomma, una coincidenza (aspettare un giorno per avere la classe completa?). Assicurano che non è stato un imbroglio crudele (ma la foto brutta è stata considerata adeguata alla famiglia della bambina down).
Chissà in quanti conoscevano il segreto della doppia realtà e chissà come deve essere sembrata intelligente lì per lì la trovata di differenziare le foto per bambini diversi, in fondo persino pietosa. A questo punto non si sa di chi sia stata l' idea, se le maestre sono state pressate da genitori ansiosi delle performance dei propri figli e infastiditi da una realtà non corrispondente al sogno di perfezione, se davvero la superficialità si sia trasformata con l' arrivo dell' estate in sventatezza. Però nessun insegnante, nessun genitore, neppure la «sua» maestra di sostegno, il preside, nessun adulto ha pensato che in quell' assenza ci fosse qualcosa che non andava bene. Che quel vuoto fosse scorretto, falso.
A parte la soluzione radicale di abolire le foto di classe, il ritocco personalizzato per cancellare quelle che consideriamo inadeguatezze fastidiose nella nostra realtà potrebbe ispirare altre selezioni. Si potrebbe usare per escludere i bambini con scarpe e maglioncini firmati per centinaia di euro e le bambine con meches precoci e minigonne. Qualcuno potrebbe voler cancellare i bambini troppo magri o quelli cicciotti, altri finirebbero per eliminare i bambini dall' incarnato scuro al Nord e quelli troppo biondi al Sud, perché potrebbero minare l' identità geografica della scuola. Si potrebbero escludere i bambini prepotenti, quelli viziati e quelli antipatici. Naturalmente anche le maestre superficiali e quelle distratte che non sanno, o non possono, guardare i loro alunni.
Sinceramente mi vergognerei per averlo fatto. Perché? Infondo anche lei faceva parte della classe. Quando penso a queste cose che succedono penso: "Ma dove arriveremo?!". Secondo me a cose pessime <.<
Asiuzz
Una foto di classe con la bambina down, come ricordo della quinta elementare per lei e per la sua famiglia. Un' altra «ripulita» per il resto della classe, senza la compagna sfortunata. Ma con la sua insegnante di sostegno in posa vicino alle colleghe. Tutti sorridenti e contenti dentro la cornicetta regalata ai bambini.
Succede a Senise, provincia di Potenza, settemila abitanti. Ad accorgersi della doppia realtà consegnata dalla scuola pubblica locale a fine anno è stato un compagno di classe della bambina down. Le maestre, dopo che Mariapaola Vergallito sulla Gazzetta del Mezzogiorno ha raccontato la storia, ora chiedono scusa, dicono che si è trattato di un caso sfortunato, forse una leggerezza, che la prima foto era venuta male e che quando l' hanno rifatta la bambina era assente. Insomma, una coincidenza (aspettare un giorno per avere la classe completa?). Assicurano che non è stato un imbroglio crudele (ma la foto brutta è stata considerata adeguata alla famiglia della bambina down).
Chissà in quanti conoscevano il segreto della doppia realtà e chissà come deve essere sembrata intelligente lì per lì la trovata di differenziare le foto per bambini diversi, in fondo persino pietosa. A questo punto non si sa di chi sia stata l' idea, se le maestre sono state pressate da genitori ansiosi delle performance dei propri figli e infastiditi da una realtà non corrispondente al sogno di perfezione, se davvero la superficialità si sia trasformata con l' arrivo dell' estate in sventatezza. Però nessun insegnante, nessun genitore, neppure la «sua» maestra di sostegno, il preside, nessun adulto ha pensato che in quell' assenza ci fosse qualcosa che non andava bene. Che quel vuoto fosse scorretto, falso.
A parte la soluzione radicale di abolire le foto di classe, il ritocco personalizzato per cancellare quelle che consideriamo inadeguatezze fastidiose nella nostra realtà potrebbe ispirare altre selezioni. Si potrebbe usare per escludere i bambini con scarpe e maglioncini firmati per centinaia di euro e le bambine con meches precoci e minigonne. Qualcuno potrebbe voler cancellare i bambini troppo magri o quelli cicciotti, altri finirebbero per eliminare i bambini dall' incarnato scuro al Nord e quelli troppo biondi al Sud, perché potrebbero minare l' identità geografica della scuola. Si potrebbero escludere i bambini prepotenti, quelli viziati e quelli antipatici. Naturalmente anche le maestre superficiali e quelle distratte che non sanno, o non possono, guardare i loro alunni.
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Sinceramente mi vergognerei per averlo fatto. Perché? Infondo anche lei faceva parte della classe. Quando penso a queste cose che succedono penso: "Ma dove arriveremo?!". Secondo me a cose pessime <.<
Asiuzz