Tagli agli stipendi dei doppiatori, i Simpson rischiano la chiusura
MILANO - È giallo, e stavolta non stiamo parlando solo del colore di Homer, Marge, Bart, Lisa e Maggie: dopo 23 anni di successi e onorata carriera la fine dei Simpson sembra vicina. Homer potrebbe appendere la ciambella al chiodo già in primavera. Il nodo (ancora una volta) è nel contenzioso con i doppiatori a cui la Fox vorrebbe tagliare i compensi. Oltre ad essere la più longeva della storia della tv, la sitcom animata è anche tra le più costose. Nonostante tutto, la parola fine non è ancora scritta.
TRATTATIVE IN STALLO - La ventitreesima stagione dei Simpson è partita negli Usa a fine settembre. Non senza qualche mal di pancia. Gli ascolti sono ancora buoni ma calati del 19% rispetto a cinque anni fa, quando lo show registrava ancora una media di 8,7 milioni di telespettatori a puntata. Ma sono comunque i (sei) doppiatori principali che danno voce agli abitanti di Springfield - e non l’apparente stanchezza del pubblico o la mancanza di idee degli sceneggiatori - a gettare ombre sul cartone cult, creato da Matt Groening e diffuso dalla Fox dal 1989. Come ha rivelato martedì il portale Daily Beast , al momento la negoziazione con la casa di produzione 20th Century Fox Television è in una fase di stallo. Per la prossima stagione la rete americana ha infatti offerto (in realtà, imposto) un taglio di circa il 45% agli stipendi delle voci di Homer & Co. Si tratta di una quota decisamente superiore alla riduzione massima del 30% che i doppiatori erano disposti ad accettare. Finora, Dan Castellaneta (Homer e Krusty il Clown); Julie Kavner (Marge), Nancy Cartwright (Bart); Yeardley Smith (Lisa); Hank Azaria (Boe) e Harry Shearer (Mr. Burns e Ned Flanders) hanno guadagnato tutti circa 8 milioni di dollari annui per 22 settimane di lavoro.
VECCHIE PUNTATE - «Riteniamo che questa serie brillante possa e debba continuare ma non potremo assicurare la produzione degli episodi futuri mantenendo lo stesso modello finanziario», ha indicato la Fox in un comunicato. La rete di Murdoch aggiunge: «Ci auguriamo di poter trovare un accordo con le voci, che consenta la produzione di nuovi episodi per tanti anni ancora». In ballo, in realtà, ci sono anche gli enormi ricavi generati dal merchandising: Castellaneta e i suoi colleghi vorrebbero una fetta della torta. Che la Fox non è disposta a dare. Anche perché, nel caso in cui non ci fossero nuovi episodi, la rete americana potrebbe continuare a trasmettere le oltre 500 vecchie puntate della serie. Inoltre, stando ad alcune indiscrezioni, i produttori avrebbero episodi a sufficienza per andare in onda regolarmente fino alla fine della stagione, a maggio 2012.
NEL PASSATO - Il braccio di ferro tra le voci e la Fox era già iniziato qualche anno fa. I dirigenti della rete televisiva hanno spesso minacciato di sostituire il cast di The Simpsons con attori dalla voce simile. Senza grandi risultati. Già nel 2004 i doppiatori entrarono in sciopero per una disputa sul rinnovo dei loro contratti. Alla fine, sono convinti molti osservatori, la partita si risolverà con una riduzione dei tagli da parte della Fox. E a fare la differenza, non sarà tanto il giallo dei Simpson, quanto il verde del dollaro.
MILANO - È giallo, e stavolta non stiamo parlando solo del colore di Homer, Marge, Bart, Lisa e Maggie: dopo 23 anni di successi e onorata carriera la fine dei Simpson sembra vicina. Homer potrebbe appendere la ciambella al chiodo già in primavera. Il nodo (ancora una volta) è nel contenzioso con i doppiatori a cui la Fox vorrebbe tagliare i compensi. Oltre ad essere la più longeva della storia della tv, la sitcom animata è anche tra le più costose. Nonostante tutto, la parola fine non è ancora scritta.
TRATTATIVE IN STALLO - La ventitreesima stagione dei Simpson è partita negli Usa a fine settembre. Non senza qualche mal di pancia. Gli ascolti sono ancora buoni ma calati del 19% rispetto a cinque anni fa, quando lo show registrava ancora una media di 8,7 milioni di telespettatori a puntata. Ma sono comunque i (sei) doppiatori principali che danno voce agli abitanti di Springfield - e non l’apparente stanchezza del pubblico o la mancanza di idee degli sceneggiatori - a gettare ombre sul cartone cult, creato da Matt Groening e diffuso dalla Fox dal 1989. Come ha rivelato martedì il portale Daily Beast , al momento la negoziazione con la casa di produzione 20th Century Fox Television è in una fase di stallo. Per la prossima stagione la rete americana ha infatti offerto (in realtà, imposto) un taglio di circa il 45% agli stipendi delle voci di Homer & Co. Si tratta di una quota decisamente superiore alla riduzione massima del 30% che i doppiatori erano disposti ad accettare. Finora, Dan Castellaneta (Homer e Krusty il Clown); Julie Kavner (Marge), Nancy Cartwright (Bart); Yeardley Smith (Lisa); Hank Azaria (Boe) e Harry Shearer (Mr. Burns e Ned Flanders) hanno guadagnato tutti circa 8 milioni di dollari annui per 22 settimane di lavoro.
VECCHIE PUNTATE - «Riteniamo che questa serie brillante possa e debba continuare ma non potremo assicurare la produzione degli episodi futuri mantenendo lo stesso modello finanziario», ha indicato la Fox in un comunicato. La rete di Murdoch aggiunge: «Ci auguriamo di poter trovare un accordo con le voci, che consenta la produzione di nuovi episodi per tanti anni ancora». In ballo, in realtà, ci sono anche gli enormi ricavi generati dal merchandising: Castellaneta e i suoi colleghi vorrebbero una fetta della torta. Che la Fox non è disposta a dare. Anche perché, nel caso in cui non ci fossero nuovi episodi, la rete americana potrebbe continuare a trasmettere le oltre 500 vecchie puntate della serie. Inoltre, stando ad alcune indiscrezioni, i produttori avrebbero episodi a sufficienza per andare in onda regolarmente fino alla fine della stagione, a maggio 2012.
NEL PASSATO - Il braccio di ferro tra le voci e la Fox era già iniziato qualche anno fa. I dirigenti della rete televisiva hanno spesso minacciato di sostituire il cast di The Simpsons con attori dalla voce simile. Senza grandi risultati. Già nel 2004 i doppiatori entrarono in sciopero per una disputa sul rinnovo dei loro contratti. Alla fine, sono convinti molti osservatori, la partita si risolverà con una riduzione dei tagli da parte della Fox. E a fare la differenza, non sarà tanto il giallo dei Simpson, quanto il verde del dollaro.