Continua il momento negativo dei nerazzurri che incassano, nel primo anticipo della settima giornata di Serie A, la quarta sconfitta stagionale in campionato. Alla rete dell'illusione di Cambiasso, rispondono Almiron e Lodi su calcio di rigore
Piove su Catania, diluvia sull’Inter. Non è bastato il gol lampo di Cambiasso, nel primo anticipo della settima giornata di Serie A, ai nerazzurri per uscire indenni dal Massimino. Nell’arco di 5’, i primi della ripresa, i siciliani riescono a ribaltare il risultato con due ripartenze mozzafiato evidenziando ancora una volta i problemi di tenuta di centrocampo e difesa dell’Inter. Le scorie per la pessima direzione di Rocchi del post Napoli, che sembravano essersi dissolte durante la sosta, potrebbero tornare vive dopo il calcio di rigore concesso da Orsato per un contatto dubbio tra Castellazzi e Bergessio e poi trasformato da Lodi per il 2-1 finale. Questo però non può e non deve essere un alibi: l’Inter fa fatica. Sembra una squadra stanca e poco incisiva, a tratti impaurita. La dimostrazione sta tutta nel finale di gara quando il Catania va vicino alla rete del 3-1 in più di un’occasione.
La settimana dei nerazzurri, cominciata con una cattiva notizia (l’infortunio a Forlan), proseguita poi con le voci su un possibile ritorno a tempo determinato di Eto’o, si conclude dunque con la quarta sconfitta stagionale in campionato. Considerando che siamo solo alla sesta effettiva, la situazione della squadra di Ranieri si fa piuttosto critica, soprattutto in chiave scudetto. In caso di vittoria di Juve e Udinese domani, infatti, i punti di distacco dalla vetta sarebbero addirittura 10. Troppi per un club prestigioso e abituato ai successi come l’Inter.
Eppure le cose per i nerazzurri si erano messe subito bene. L’assist al bacio di Maicon per Cambiasso sapeva tanto di quel ritorno al passato invocato da Ranieri sin dal suo arrivo alla corte di Moratti. Il campo pesante poi avrebbe dovuto agevolare la fisicità dei nerazzurri a discapito della velocità degli attaccanti del Catania. Ed invece proprio Bergessio e Gomez sono stati due autentiche spine nel fianco. Non a caso dalle loro ripartenze, ma soprattutto dai loro piedi sono nate le azioni che ad inizio ripresa sono risultate poi fatali per i nerazzurri. Montella può essere felice: il Catania lotta, si difende bene e quando riparte diventa letale come dimostrato da Almiron in occasione dell’1-1. Questa vittoria regala ai siciliani tre punti prestigiosi quanto fondamentali per una classifica che ora li vede splendere a quota 9. A differenza dell’Inter che resta ferma a quota 4, in piena zona retrocessione. Ranieri si era definito un "normalizzatore" il giorno della presentazione. Ma visti i risultati, ai nerazzurri sembrerebbe più servire una rivoluzione, rapida però: martedì è già tempo di Champions.
Piove su Catania, diluvia sull’Inter. Non è bastato il gol lampo di Cambiasso, nel primo anticipo della settima giornata di Serie A, ai nerazzurri per uscire indenni dal Massimino. Nell’arco di 5’, i primi della ripresa, i siciliani riescono a ribaltare il risultato con due ripartenze mozzafiato evidenziando ancora una volta i problemi di tenuta di centrocampo e difesa dell’Inter. Le scorie per la pessima direzione di Rocchi del post Napoli, che sembravano essersi dissolte durante la sosta, potrebbero tornare vive dopo il calcio di rigore concesso da Orsato per un contatto dubbio tra Castellazzi e Bergessio e poi trasformato da Lodi per il 2-1 finale. Questo però non può e non deve essere un alibi: l’Inter fa fatica. Sembra una squadra stanca e poco incisiva, a tratti impaurita. La dimostrazione sta tutta nel finale di gara quando il Catania va vicino alla rete del 3-1 in più di un’occasione.
La settimana dei nerazzurri, cominciata con una cattiva notizia (l’infortunio a Forlan), proseguita poi con le voci su un possibile ritorno a tempo determinato di Eto’o, si conclude dunque con la quarta sconfitta stagionale in campionato. Considerando che siamo solo alla sesta effettiva, la situazione della squadra di Ranieri si fa piuttosto critica, soprattutto in chiave scudetto. In caso di vittoria di Juve e Udinese domani, infatti, i punti di distacco dalla vetta sarebbero addirittura 10. Troppi per un club prestigioso e abituato ai successi come l’Inter.
Eppure le cose per i nerazzurri si erano messe subito bene. L’assist al bacio di Maicon per Cambiasso sapeva tanto di quel ritorno al passato invocato da Ranieri sin dal suo arrivo alla corte di Moratti. Il campo pesante poi avrebbe dovuto agevolare la fisicità dei nerazzurri a discapito della velocità degli attaccanti del Catania. Ed invece proprio Bergessio e Gomez sono stati due autentiche spine nel fianco. Non a caso dalle loro ripartenze, ma soprattutto dai loro piedi sono nate le azioni che ad inizio ripresa sono risultate poi fatali per i nerazzurri. Montella può essere felice: il Catania lotta, si difende bene e quando riparte diventa letale come dimostrato da Almiron in occasione dell’1-1. Questa vittoria regala ai siciliani tre punti prestigiosi quanto fondamentali per una classifica che ora li vede splendere a quota 9. A differenza dell’Inter che resta ferma a quota 4, in piena zona retrocessione. Ranieri si era definito un "normalizzatore" il giorno della presentazione. Ma visti i risultati, ai nerazzurri sembrerebbe più servire una rivoluzione, rapida però: martedì è già tempo di Champions.