Nell'anticipo dell'8.a giornata di serie A viola e rossazzurri danno spettacolo al Franchi affrontandosi a viso aperto. Il montenegrino segna una splendida doppietta, ma Delvecchio e Lopez rimontano. Sogni da grande rimandati per Mihajlovic espulso
Un Catania che non muore mai. Lo aveva dimostrato nello scorso turno di campionato contro l'Inter, lo ha confermato nella trasferta del Franchi. E la sconfitta, maturata fino all'83', appariva in effetti decisamente immeritata per quanto fatto vedere in campo dagli uomini di Montella, a tratti meglio organizzati e più propositivi di una Fiorentina che ha affidato alle folate dei singoli, Jovetic su tutti, e in parte Cerci, le manovre più pericolose. E nonostante i 12 uomini in campo previsti dalla formazione viola, come erroneamente comunicato dal sito del club, la squadra di Mihaijlovic ha faticato per trovare la quadratura del cerchio. Fuori Vargas, fuori Gilardino (reduce dall'infortunio al ginocchio) e attacco affidato allo spuntato Silva le cui lacune sono state colmate dal genio di Jovetic in grado, da solo, di mettere in apprensione l'intera retroguardia rossazzurra e capace di affondare il colpo appena liberatosi dalla stretta marcatura.
Tuttavia la squadra di Montella, con Maxi Lopez preferito a Bergessio, ha saputo ampiamente riorganizzarsi riuscendo a strappare il pari sul finale di primo tempo da un Delvecchio che sembra ormai aver riconquistato la fiducia dei tifosi etnei dopo i tanti problemi d'inizio stagione. E alla fine, per quanto mostrato nei primi 10' della ripresa, il Catania avrebbe anche meritato di passare in vantaggio, ma colpito da una prodezza di Jovetic nel momento migliore della sua gara, ha saputo ancora ripartire raggiungendo il definitivo 2-2 a una manciata di minuti dal termine.
L'ingresso di Gilardino non ha, tuttavia, impresso la spinta finale richiesta per vincere la gara. La Fiorentina avrebbe potuto, con un successo, davvero pensare in grande. I tempi non sono ancora maturi, ma la squadra sembra crescere (nonostante i 4 pari consecutivi e la contestazione del pubblico al tecnico) e riuscirà ad essere più cinica in futuro. Il Catania ha dimostrato che la vittoria sull'Inter non è stata frutto della casualità, ma di organizzazione e bel gioco, ingredienti necessari per restare in serie A.
Un Catania che non muore mai. Lo aveva dimostrato nello scorso turno di campionato contro l'Inter, lo ha confermato nella trasferta del Franchi. E la sconfitta, maturata fino all'83', appariva in effetti decisamente immeritata per quanto fatto vedere in campo dagli uomini di Montella, a tratti meglio organizzati e più propositivi di una Fiorentina che ha affidato alle folate dei singoli, Jovetic su tutti, e in parte Cerci, le manovre più pericolose. E nonostante i 12 uomini in campo previsti dalla formazione viola, come erroneamente comunicato dal sito del club, la squadra di Mihaijlovic ha faticato per trovare la quadratura del cerchio. Fuori Vargas, fuori Gilardino (reduce dall'infortunio al ginocchio) e attacco affidato allo spuntato Silva le cui lacune sono state colmate dal genio di Jovetic in grado, da solo, di mettere in apprensione l'intera retroguardia rossazzurra e capace di affondare il colpo appena liberatosi dalla stretta marcatura.
Tuttavia la squadra di Montella, con Maxi Lopez preferito a Bergessio, ha saputo ampiamente riorganizzarsi riuscendo a strappare il pari sul finale di primo tempo da un Delvecchio che sembra ormai aver riconquistato la fiducia dei tifosi etnei dopo i tanti problemi d'inizio stagione. E alla fine, per quanto mostrato nei primi 10' della ripresa, il Catania avrebbe anche meritato di passare in vantaggio, ma colpito da una prodezza di Jovetic nel momento migliore della sua gara, ha saputo ancora ripartire raggiungendo il definitivo 2-2 a una manciata di minuti dal termine.
L'ingresso di Gilardino non ha, tuttavia, impresso la spinta finale richiesta per vincere la gara. La Fiorentina avrebbe potuto, con un successo, davvero pensare in grande. I tempi non sono ancora maturi, ma la squadra sembra crescere (nonostante i 4 pari consecutivi e la contestazione del pubblico al tecnico) e riuscirà ad essere più cinica in futuro. Il Catania ha dimostrato che la vittoria sull'Inter non è stata frutto della casualità, ma di organizzazione e bel gioco, ingredienti necessari per restare in serie A.