Pompei: crolla muro romano a nord scavi archeologici
La citta' antica di Pompei si sfalda di giorno in giorno, e il tempo, le intemperie, la manutenzione insufficiente corrodono i muri delle sontuose ville che si sfarinano. La pioggia provoca un altro crollo nell'area degli Scavi - dopo quello di un anno fa della Schola Armaturarum - e scatena nuove polemiche. Ma il ministro dei Beni Culturali, Giancarlo Galan, annuncia: ''Pompei e' la priorita'''.
Il crollo e' avvenuto in un luogo non frequentato dai visitatori. Durante i sopralluoghi e' stato rilevato il distacco di un piccolo tratto di circa quattro metri per due metri del paramento esterno della parte superiore del muro di cinta in opera incerta nei pressi di Porta Nola. Scatta il sequestro su disposizione della Procura di Torre Annunziata. Sul posto anche il sottosegretario Riccardo Villari. L'allarme e' inevitabile. A Pompei qua e la' crollano i mattoncini, gli affreschi sono rigonfi e il rosso pompeiano sbiadisce, mentre i tasselli dei mosaici dei pavimenti saltano. Il ministro Galan sara' a Pompei mercoledi' prossimo con il commissario UE Johannes Hahn ''per mostragli la situazione e sbloccare il finanziamento europeo di 105 milioni da destinare al sito'' e, intanto, ha firmato un decreto di delega del sito a Villari che lo annuncia guardando con rammarico il cedimento ai suoi piedi. E, dunque, Il crollo riaccende le polemiche. Il Pd chiede al ministro di riferire in Parlamento ed il responsabile Cultura, Matteo Orfini,dice: ''In un anno, Bondi prima e Galan poi, hanno saputo solo sprecare tempo e accumulare reboanti dichiarazioni''.
E sulla vicenda intervengono esponenti di maggioranza e opposizione. Riemerge anche l'ipotesi di un nuovo commissariamento. Il muro interessato misurava quattro metri circa dei quali tre coinvolti con la caduta del cosiddetto paramento 'opus incertum' che definisce una tecnica muraria di rivestimento dell'epoca romana (inizi II sec-I secolo) realizzata con schegge di pietra irregolari e sassi mescolati alla malta. Lontano dal luogo del crollo sfilano incantati i visitatori davanti agli ingressi sbarrati delle domus; qualcuno supera le transenne senza curarsi del pericolo annunciato dai cartelli scritti in italiano, forse inadatti a catturare l'attenzione di giapponesi, inglesi, russi che vanno in giro ignari del rischio. Le guide dirigono i gruppi nei viali dall'accesso consentito e rimettono in riga i visitatori 'indisciplinati'. ''Ogni mattina i custodi raccolgono pezzi di muri crollati e li fanno sparire prima che arrivino i turisti, per evitare che se li portino via e per non far capire come stanno le cose'' rivela Tsao Cevole, presidente dell'Associazione nazionale archeologi. ''Da tempo denunciamo i crolli per assenza di manutenzione - aggiunge - Quello che e' accaduto oggi e' un evento dei tanti che vengono registrati quotidianamente in un 'libro dei crolli'. Provate a chiedere in Sovrintendenza se ve lo fanno vedere''.
Dietro la fetta di mattoncini che si e' staccata dal terrapieno di Porta di Nola si scorgono le radici delle piante. ''Se ci fossero stati giardinieri addetti a sradicare le erbacce il crollo non si sarebbe verificato. Manca la piccola manutenzione, che non richiede grandi investimenti, ma che non fa tagliare nastri''. Ma qualcuno avrebbe potuto essere investito da quel crollo? ''No, per fortuna - afferma Nino Sorrentino, coordinatore regionale delle Guide turistiche del sindacato Usae Finact - E' una zona non frequentata dai turisti, anche se si trova a dieci metri dall'area picnic delle scolaresche. Pero' non possiamo tollerare la minimizzazione''. Oltre il recinto degli scavi, in area con vincolo archeologico, sta crescendo un gigantesco edificio in cemento armato. ''E' un mostro, ma non sappiamo ancora di che cosa si tratti'' afferma Sorrentino. Due donne inglesi gli si rivolgono per chiedere perche' la 'Casa dei Vetti' non si puo' visitare. Hanno in mano la 'guida elettronica' con la mappa che indirizza il turista a scoprire le aree segnate sulla mappa, ma non avverte che arrivera' in luoghi transennati da qualche decennio
La citta' antica di Pompei si sfalda di giorno in giorno, e il tempo, le intemperie, la manutenzione insufficiente corrodono i muri delle sontuose ville che si sfarinano. La pioggia provoca un altro crollo nell'area degli Scavi - dopo quello di un anno fa della Schola Armaturarum - e scatena nuove polemiche. Ma il ministro dei Beni Culturali, Giancarlo Galan, annuncia: ''Pompei e' la priorita'''.
Il crollo e' avvenuto in un luogo non frequentato dai visitatori. Durante i sopralluoghi e' stato rilevato il distacco di un piccolo tratto di circa quattro metri per due metri del paramento esterno della parte superiore del muro di cinta in opera incerta nei pressi di Porta Nola. Scatta il sequestro su disposizione della Procura di Torre Annunziata. Sul posto anche il sottosegretario Riccardo Villari. L'allarme e' inevitabile. A Pompei qua e la' crollano i mattoncini, gli affreschi sono rigonfi e il rosso pompeiano sbiadisce, mentre i tasselli dei mosaici dei pavimenti saltano. Il ministro Galan sara' a Pompei mercoledi' prossimo con il commissario UE Johannes Hahn ''per mostragli la situazione e sbloccare il finanziamento europeo di 105 milioni da destinare al sito'' e, intanto, ha firmato un decreto di delega del sito a Villari che lo annuncia guardando con rammarico il cedimento ai suoi piedi. E, dunque, Il crollo riaccende le polemiche. Il Pd chiede al ministro di riferire in Parlamento ed il responsabile Cultura, Matteo Orfini,dice: ''In un anno, Bondi prima e Galan poi, hanno saputo solo sprecare tempo e accumulare reboanti dichiarazioni''.
E sulla vicenda intervengono esponenti di maggioranza e opposizione. Riemerge anche l'ipotesi di un nuovo commissariamento. Il muro interessato misurava quattro metri circa dei quali tre coinvolti con la caduta del cosiddetto paramento 'opus incertum' che definisce una tecnica muraria di rivestimento dell'epoca romana (inizi II sec-I secolo) realizzata con schegge di pietra irregolari e sassi mescolati alla malta. Lontano dal luogo del crollo sfilano incantati i visitatori davanti agli ingressi sbarrati delle domus; qualcuno supera le transenne senza curarsi del pericolo annunciato dai cartelli scritti in italiano, forse inadatti a catturare l'attenzione di giapponesi, inglesi, russi che vanno in giro ignari del rischio. Le guide dirigono i gruppi nei viali dall'accesso consentito e rimettono in riga i visitatori 'indisciplinati'. ''Ogni mattina i custodi raccolgono pezzi di muri crollati e li fanno sparire prima che arrivino i turisti, per evitare che se li portino via e per non far capire come stanno le cose'' rivela Tsao Cevole, presidente dell'Associazione nazionale archeologi. ''Da tempo denunciamo i crolli per assenza di manutenzione - aggiunge - Quello che e' accaduto oggi e' un evento dei tanti che vengono registrati quotidianamente in un 'libro dei crolli'. Provate a chiedere in Sovrintendenza se ve lo fanno vedere''.
Dietro la fetta di mattoncini che si e' staccata dal terrapieno di Porta di Nola si scorgono le radici delle piante. ''Se ci fossero stati giardinieri addetti a sradicare le erbacce il crollo non si sarebbe verificato. Manca la piccola manutenzione, che non richiede grandi investimenti, ma che non fa tagliare nastri''. Ma qualcuno avrebbe potuto essere investito da quel crollo? ''No, per fortuna - afferma Nino Sorrentino, coordinatore regionale delle Guide turistiche del sindacato Usae Finact - E' una zona non frequentata dai turisti, anche se si trova a dieci metri dall'area picnic delle scolaresche. Pero' non possiamo tollerare la minimizzazione''. Oltre il recinto degli scavi, in area con vincolo archeologico, sta crescendo un gigantesco edificio in cemento armato. ''E' un mostro, ma non sappiamo ancora di che cosa si tratti'' afferma Sorrentino. Due donne inglesi gli si rivolgono per chiedere perche' la 'Casa dei Vetti' non si puo' visitare. Hanno in mano la 'guida elettronica' con la mappa che indirizza il turista a scoprire le aree segnate sulla mappa, ma non avverte che arrivera' in luoghi transennati da qualche decennio