Al Barbera, nel primo anticipo dell’undicesima giornata di Serie A, i rosanero portano a casa i tre punti contro i rossoblù che hanno sempre cercato di restare in partita. Sblocca il risultato Zahavi. Sul finale tentativo di rimonta con Ramirez
Da una parte il confermato Devis Mangia. Dall’altra l’ex Stefano Pioli. Sono le due facce della stessa partita, le due panchine di Palermo e Bologna. Il primo, Mangia, non può commettere passi falsi al primo esame dopo l’adeguamento del contratto. Il secondo, Pioli, ha qualche sassolino da togliersi dopo l’esonero di Zamparini prima dell’inizio del campionato, anche se alla vigilia della partita dice: “non ho nessuna rivincita da prendermi”.
Il Barbera, nel primo anticipo dell’undicesima giornata di Serie A, è teatro di una sfida dai mille sapori. All’inizio, le squadre si studiano e si controllano. Ma dopo solo 13 minuti il risultato si sblocca a favore dei rosanero con la rete firmata dall’israeliano Zahavi. Un gol che dà certezza al Palermo, ma che non abbatte il Bologna. La squadra di Pioli reagisce e ci prova. Sul finale del primo tempo, la squadra si rende pericolosa con Konè e Raggi, ma il portiere rosanero Tzorvas non lascio scampo.
Il Palermo, che nel primo tempo vede Hernandez uscire in lacrime per un problema muscolare, continua a dominare e pochi minuti dopo la ripresa mette il sigillo sulla vittoria con il gol di Silvestre. Il Bologna continua a crederci e a restare in partita, ma a un quarto d’ora dalla fine arriva il terzo gol del Palermo, firmato Ilicic. Il match è ormai chiuso. I rossoblù ci provano ancora e sul finale, a pochi minuti dal triplice fischio, Ramirez regala almeno la soddisfazione di una meritata rete. Finisce 3 a 1. E se alla vigilia Pioli non voleva parlare di rivincita, dopo la partita per il Bologna si può parlare di occasione sprecata. Di portare a casa punti, di entrare nella storia tornando a vincere a Palermo in Serie A dopo l’ultima volta, nel 1934. E intanto Mangia siede sulla panchina rosanero più comodo di prima. Con l’adeguamento del contratto e il bottino pieno. Sono le due facce della stessa partità
Da una parte il confermato Devis Mangia. Dall’altra l’ex Stefano Pioli. Sono le due facce della stessa partita, le due panchine di Palermo e Bologna. Il primo, Mangia, non può commettere passi falsi al primo esame dopo l’adeguamento del contratto. Il secondo, Pioli, ha qualche sassolino da togliersi dopo l’esonero di Zamparini prima dell’inizio del campionato, anche se alla vigilia della partita dice: “non ho nessuna rivincita da prendermi”.
Il Barbera, nel primo anticipo dell’undicesima giornata di Serie A, è teatro di una sfida dai mille sapori. All’inizio, le squadre si studiano e si controllano. Ma dopo solo 13 minuti il risultato si sblocca a favore dei rosanero con la rete firmata dall’israeliano Zahavi. Un gol che dà certezza al Palermo, ma che non abbatte il Bologna. La squadra di Pioli reagisce e ci prova. Sul finale del primo tempo, la squadra si rende pericolosa con Konè e Raggi, ma il portiere rosanero Tzorvas non lascio scampo.
Il Palermo, che nel primo tempo vede Hernandez uscire in lacrime per un problema muscolare, continua a dominare e pochi minuti dopo la ripresa mette il sigillo sulla vittoria con il gol di Silvestre. Il Bologna continua a crederci e a restare in partita, ma a un quarto d’ora dalla fine arriva il terzo gol del Palermo, firmato Ilicic. Il match è ormai chiuso. I rossoblù ci provano ancora e sul finale, a pochi minuti dal triplice fischio, Ramirez regala almeno la soddisfazione di una meritata rete. Finisce 3 a 1. E se alla vigilia Pioli non voleva parlare di rivincita, dopo la partita per il Bologna si può parlare di occasione sprecata. Di portare a casa punti, di entrare nella storia tornando a vincere a Palermo in Serie A dopo l’ultima volta, nel 1934. E intanto Mangia siede sulla panchina rosanero più comodo di prima. Con l’adeguamento del contratto e il bottino pieno. Sono le due facce della stessa partità