Martedì sera contro l'Uruguay il c.t. schiera il romanista da titolare: "È il test più importante da quando sono alla guida dell'Italia". Poi, sulla coppia d'attacco con SuperMario: "Da loro mi aspetto gol e pressing". Prima del match, in mattinata, la visita al Quirinale: "Non parlerò, ma sentirò con attenzione"
Chiellini, Pirlo, Balzaretti e Matri a rapporto col c.t. Prandelli.
Prandelli contro l’Uruguay lancia Osvaldo titolare, ed è la prima volta in azzurro, proprio nel suo stadio, l’Olimpico di Roma. Farà coppia in attacco con Balotelli, che, dopo il partitone di Wroclaw, è già un punto fermo della Nazionale, a maggior ragione considerando gli infortuni di Cassano e Rossi. Per il resto avanti con il collaudato 4-3-1-2, con il 4-3-3 però dietro l’angolo, da provare nel secondo tempo con l’ingresso di Pepe. L’Uruguay è squadra da prendere con le molle: ha vinto la Coppa America, è arrivata quarta al Mondiale. Prandelli parla chiaro: "E’ il test più importante da quando alleno l’Italia". Parole pesanti, visto che in amichevole l’Italia ha già sfidato Germania e Spagna.
FORMAZIONE — Buffon; Maggio, Ranocchia, Chiellini, Balzaretti; De Rossi, Pirlo, Marchisio; Montolivo; Osvaldo, Balotelli. Nel secondo tempo ci sarà spazio per Pepe e un modulo tattico diverso".
OSVALDO — "Le amichevoli servono per capire come abbinare gli attaccanti, capire come far coesistere i giocatori". In questo caso, dunque, lui e Balotelli. Osvaldo, rispetto a Pazzini e Matri, è infatti più giocatore da scoprire, specie in azzurro. "Osvaldo e Balotelli devono pressare subito dopo aver perso palla. E’ un gioco di forza, psicologico, con l’avversario. Se pressi e non scappi, non subisci, puoi fare paura agli avversari. Poi è chiaro che da Balotelli e Osvaldo mi aspetto i gol". E la punta della Roma è in estasi: "Sono davvero molto felice e speriamo che tutto vada per il meglio. Ancora non ci credo - ha aggiunto - sta succedendo tutto molto velocemente, spero di inserirmi al meglio in una squadra che sta facendo benissimo. È chiaro che vorrei fare una grande partita nel mio stadio, ma prima di tutto viene l'Italia".
ZOFF E BUFFON — Da domani sera saranno appaiati a quota 112 presenze in azzurro. "Dino parlava poco - ricorda Prandelli -, ma quando alzava la voce lo ascoltavano tutti. Gigi è più aperto, disponibile, ma anche lui è funzionale per creare un gruppo vincente".
URUGUAY — "Voglio riproporre il solito schieramento tattico, per ripartire da dove abbiamo sempre fatto bene, tranne l’ultima gara. L’avversario è forte sia dal punto di vista tecnico che della personalità. E’ forse il test più significativo da quando alleno la Nazionale".
TABAREZ — "E’ sempre stato chiamato Maestro non a caso, per l’eleganza, la dignità, è una personalità importante anche a livello umano, non solo come allenatore".
CAVANI — "E’ un attaccante atipico, moderno. Il massimo che un allenatore possa avere: corre, si muove e però resta micidiale davanti alla porta".
AMICHEVOLI — "Questa squadra non ha tante partite alle spalle, per cui le amichevoli mi servono per le valutazioni. I giocatori devono dimostrarmi in queste gare le loro qualità. E poi questa maglia azzurra va sempre onorata".
TATTICA — "I primi 25’ in Polonia non mi sono piaciuti, come manovra. Eravamo troppo 'bassi'. Volevo capire se è dipeso dagli attaccanti in campo, che vengono meno incontro ai centrocampisti rispetto a quanto facevano Rossi e Cassano, o dalla contingenza. Comunque dal mio trequartista, in questo caso Montolivo, non pretendo che faccia la mezzapunta, ma che lui, come gli altri centrocampisti a rotazione, mi garantisca un uomo tra le linee".
PLATINI — "I suoi complimenti nei miei confronti? Non è uno che spende parole a caso, mi fa piacere, è sempre stato carino con me, anche quando giocavamo insieme. Ma questi complimenti diventano anche una responsabilità".
NAPOLITANO — Sulla visita della Nazionale, martedì mattina al Quirinale. "Non parlerò, ascolterò con grande attenzione e umiltà quello che il Presidente della Repubblica avrà da dire".
Chiellini, Pirlo, Balzaretti e Matri a rapporto col c.t. Prandelli.
Prandelli contro l’Uruguay lancia Osvaldo titolare, ed è la prima volta in azzurro, proprio nel suo stadio, l’Olimpico di Roma. Farà coppia in attacco con Balotelli, che, dopo il partitone di Wroclaw, è già un punto fermo della Nazionale, a maggior ragione considerando gli infortuni di Cassano e Rossi. Per il resto avanti con il collaudato 4-3-1-2, con il 4-3-3 però dietro l’angolo, da provare nel secondo tempo con l’ingresso di Pepe. L’Uruguay è squadra da prendere con le molle: ha vinto la Coppa America, è arrivata quarta al Mondiale. Prandelli parla chiaro: "E’ il test più importante da quando alleno l’Italia". Parole pesanti, visto che in amichevole l’Italia ha già sfidato Germania e Spagna.
FORMAZIONE — Buffon; Maggio, Ranocchia, Chiellini, Balzaretti; De Rossi, Pirlo, Marchisio; Montolivo; Osvaldo, Balotelli. Nel secondo tempo ci sarà spazio per Pepe e un modulo tattico diverso".
OSVALDO — "Le amichevoli servono per capire come abbinare gli attaccanti, capire come far coesistere i giocatori". In questo caso, dunque, lui e Balotelli. Osvaldo, rispetto a Pazzini e Matri, è infatti più giocatore da scoprire, specie in azzurro. "Osvaldo e Balotelli devono pressare subito dopo aver perso palla. E’ un gioco di forza, psicologico, con l’avversario. Se pressi e non scappi, non subisci, puoi fare paura agli avversari. Poi è chiaro che da Balotelli e Osvaldo mi aspetto i gol". E la punta della Roma è in estasi: "Sono davvero molto felice e speriamo che tutto vada per il meglio. Ancora non ci credo - ha aggiunto - sta succedendo tutto molto velocemente, spero di inserirmi al meglio in una squadra che sta facendo benissimo. È chiaro che vorrei fare una grande partita nel mio stadio, ma prima di tutto viene l'Italia".
ZOFF E BUFFON — Da domani sera saranno appaiati a quota 112 presenze in azzurro. "Dino parlava poco - ricorda Prandelli -, ma quando alzava la voce lo ascoltavano tutti. Gigi è più aperto, disponibile, ma anche lui è funzionale per creare un gruppo vincente".
URUGUAY — "Voglio riproporre il solito schieramento tattico, per ripartire da dove abbiamo sempre fatto bene, tranne l’ultima gara. L’avversario è forte sia dal punto di vista tecnico che della personalità. E’ forse il test più significativo da quando alleno la Nazionale".
TABAREZ — "E’ sempre stato chiamato Maestro non a caso, per l’eleganza, la dignità, è una personalità importante anche a livello umano, non solo come allenatore".
CAVANI — "E’ un attaccante atipico, moderno. Il massimo che un allenatore possa avere: corre, si muove e però resta micidiale davanti alla porta".
AMICHEVOLI — "Questa squadra non ha tante partite alle spalle, per cui le amichevoli mi servono per le valutazioni. I giocatori devono dimostrarmi in queste gare le loro qualità. E poi questa maglia azzurra va sempre onorata".
TATTICA — "I primi 25’ in Polonia non mi sono piaciuti, come manovra. Eravamo troppo 'bassi'. Volevo capire se è dipeso dagli attaccanti in campo, che vengono meno incontro ai centrocampisti rispetto a quanto facevano Rossi e Cassano, o dalla contingenza. Comunque dal mio trequartista, in questo caso Montolivo, non pretendo che faccia la mezzapunta, ma che lui, come gli altri centrocampisti a rotazione, mi garantisca un uomo tra le linee".
PLATINI — "I suoi complimenti nei miei confronti? Non è uno che spende parole a caso, mi fa piacere, è sempre stato carino con me, anche quando giocavamo insieme. Ma questi complimenti diventano anche una responsabilità".
NAPOLITANO — Sulla visita della Nazionale, martedì mattina al Quirinale. "Non parlerò, ascolterò con grande attenzione e umiltà quello che il Presidente della Repubblica avrà da dire".