E se l'esperimento del Cern fosse una bufala?
A quanto pare la teoria della relatività non è poi tanto relativa. Almeno così si era pensato il 22 settembre, quando un gruppo di ricercatori dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) aveva scoperto che un fascio di neutrini lanciato dal Cern di Ginevra ai laboratori del Gran Sasso aveva incredibilmente superato la velocità della luce. Tutto falso, o quasi. Così almeno hanno sostenuto alcuni colleghi degli scienziati autori dell’esperimento denominato «Cngs» (Cern neutrinos to Gran Sasso), impegnati in un progetto parallelo ribattezzato «Icarus».
La loro tesi si ispira a un documento scritto da Andrew Cohen e Sheldon Glashow della Boston University, secondo i quali i neutrini che superano la velocità della luce dovrebbero perdere energia strada facendo, cosa che avrebbe impedito loro di raggiungere il Gran Sasso da Ginevra. Il punto è che il gruppo di studio di «Icarus», analizzando i neutrini spediti dalla Svizzera all’Italia, non ha trovato alcuna traccia che facesse pensare a una perdita di energia come previsto dalla teoria di Cohen e Glashow (premio Nobel per la fisica nel 1979). Questo potrebbe minare la credibilità dell’esperimento in questione.
Durante il test «Cngs» un fascio di neutrini aveva coperto i 732 chilometri di distanza tra i laboratori di Ginevra e il Gran Sasso a una velocità più alta di quella della luce, che è pari a 299.792,458 chilometri al secondo. Il muro è stato infranto di circa 60 nanosecondi, scardinando le leggi della fisica e la teoria della relatività di Albert Einstein. Ma l'esperimento potrebbe essere vanificato, se la tesi del team «Icarus» fosse confermata. Anche la relatività resta relativa.
A quanto pare la teoria della relatività non è poi tanto relativa. Almeno così si era pensato il 22 settembre, quando un gruppo di ricercatori dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) aveva scoperto che un fascio di neutrini lanciato dal Cern di Ginevra ai laboratori del Gran Sasso aveva incredibilmente superato la velocità della luce. Tutto falso, o quasi. Così almeno hanno sostenuto alcuni colleghi degli scienziati autori dell’esperimento denominato «Cngs» (Cern neutrinos to Gran Sasso), impegnati in un progetto parallelo ribattezzato «Icarus».
La loro tesi si ispira a un documento scritto da Andrew Cohen e Sheldon Glashow della Boston University, secondo i quali i neutrini che superano la velocità della luce dovrebbero perdere energia strada facendo, cosa che avrebbe impedito loro di raggiungere il Gran Sasso da Ginevra. Il punto è che il gruppo di studio di «Icarus», analizzando i neutrini spediti dalla Svizzera all’Italia, non ha trovato alcuna traccia che facesse pensare a una perdita di energia come previsto dalla teoria di Cohen e Glashow (premio Nobel per la fisica nel 1979). Questo potrebbe minare la credibilità dell’esperimento in questione.
Durante il test «Cngs» un fascio di neutrini aveva coperto i 732 chilometri di distanza tra i laboratori di Ginevra e il Gran Sasso a una velocità più alta di quella della luce, che è pari a 299.792,458 chilometri al secondo. Il muro è stato infranto di circa 60 nanosecondi, scardinando le leggi della fisica e la teoria della relatività di Albert Einstein. Ma l'esperimento potrebbe essere vanificato, se la tesi del team «Icarus» fosse confermata. Anche la relatività resta relativa.