Tabacco modificato per curare l'Aids
Da sempre considerata una pianta che può provocare solo danni, nuovi studi sul tabacco sembrano riscattarne la reputazione. Modificata geneticamente si intende, ma pur sempre la pianta di tabacco potrà essere utilizzata per combattere il virus dell’Hiv e altre malattie mortali. A svelarlo lo studio tutto italiano condotto dal Cnr, Consiglio nazionale delle ricerche, dall’Enea e dai ricercatori dell’Università di Verona per il progetto internazionale della Pharma Planta.
Il progetto che si occupa proprio di fare ricerca sulle capacità curative delle piante e dei propri principi attivi, ospita anche la ricerca italiana secondo cui estratti della pianta di tabacco potrebbero dar vita a farmaci a basso costo per combattere l’Aids e altre malattie mortali. A spiegarlo nel dettaglio è il responsabile del laboratorio di biotecnologie dell’Enea, Eugenio Benvenuto. «Grazie a piante geneticamente modificate di tabacco e’ stato prodotto e purificato un anticorpo umano che neutralizza ad ampio spettro molti isolati del virus HIV-1 e potrebbe presto diventare strategico per ridurre la diffusione del virus nei paesi più poveri e più colpiti».
Una scoperta rivoluzionaria che andrebbe in soccorso dei paesi con maggiore incidenza del virus dove l’Aids uccide soprattutto tra i neonati, come ricordato in occasione della giornata mondiale contro l’Aids dello scorso 1 dicembre. Punto fondamentale della scoperta sarebbe il basso costo di produzione del farmaco e la sua sicurezza. Conferme in questo senso arrivano da tutto il mondo scientifico.Lo attesta anche Alessandro Vitale dell’Ibba-Cnr: «I farmaci sviluppati su base vegetale rispetto a quelli prodotti per via biotecnologica in microorganismi o cellule animali, hanno costi di produzione notevolmente inferiori, e ci si aspetta che siano altrettanto efficaci e piu’ sicuri».
Una nuova strada quindi da battere le per la ricerca che ha già mosso i primi passi presso l’Università del Surrey dove è cominciata la sperimentazione clinica nel giugno 2011. La produzione del farmaco su una linea industriale hanno permesso le prime sperimentazioni dando il via alle ricerche di miglioramento del prodotto. Inoltre l’analisi delle qualità curative della pianta permetteranno di isolare anche altre proteine utili alla cura di altri virus.
Da sempre considerata una pianta che può provocare solo danni, nuovi studi sul tabacco sembrano riscattarne la reputazione. Modificata geneticamente si intende, ma pur sempre la pianta di tabacco potrà essere utilizzata per combattere il virus dell’Hiv e altre malattie mortali. A svelarlo lo studio tutto italiano condotto dal Cnr, Consiglio nazionale delle ricerche, dall’Enea e dai ricercatori dell’Università di Verona per il progetto internazionale della Pharma Planta.
Il progetto che si occupa proprio di fare ricerca sulle capacità curative delle piante e dei propri principi attivi, ospita anche la ricerca italiana secondo cui estratti della pianta di tabacco potrebbero dar vita a farmaci a basso costo per combattere l’Aids e altre malattie mortali. A spiegarlo nel dettaglio è il responsabile del laboratorio di biotecnologie dell’Enea, Eugenio Benvenuto. «Grazie a piante geneticamente modificate di tabacco e’ stato prodotto e purificato un anticorpo umano che neutralizza ad ampio spettro molti isolati del virus HIV-1 e potrebbe presto diventare strategico per ridurre la diffusione del virus nei paesi più poveri e più colpiti».
Una scoperta rivoluzionaria che andrebbe in soccorso dei paesi con maggiore incidenza del virus dove l’Aids uccide soprattutto tra i neonati, come ricordato in occasione della giornata mondiale contro l’Aids dello scorso 1 dicembre. Punto fondamentale della scoperta sarebbe il basso costo di produzione del farmaco e la sua sicurezza. Conferme in questo senso arrivano da tutto il mondo scientifico.Lo attesta anche Alessandro Vitale dell’Ibba-Cnr: «I farmaci sviluppati su base vegetale rispetto a quelli prodotti per via biotecnologica in microorganismi o cellule animali, hanno costi di produzione notevolmente inferiori, e ci si aspetta che siano altrettanto efficaci e piu’ sicuri».
Una nuova strada quindi da battere le per la ricerca che ha già mosso i primi passi presso l’Università del Surrey dove è cominciata la sperimentazione clinica nel giugno 2011. La produzione del farmaco su una linea industriale hanno permesso le prime sperimentazioni dando il via alle ricerche di miglioramento del prodotto. Inoltre l’analisi delle qualità curative della pianta permetteranno di isolare anche altre proteine utili alla cura di altri virus.