Rapinato anche l’agente di Cavani: il Napoli nel mirino?
Napoli - Quattro indizi non fanno una prova, ma preoccupano. Tre persone che hanno in comune non solo il luogo di lavoro ma anche l'aver subìto una rapina o un furto: a Napoli così come in altre parti d'Italia e del mondo è una eventualità assolutamente possibile. Tuttavia se queste tre persone fanno di cognome Cavani, Hamsik e Lavezzi e il loro lavoro è quello di "metterla dentro" su un campo di calcio, indossando la casacca del Calcio Napoli, allora tutto cambia.
I tre campioni azzurri sono difatti accomunati da un destino bizzarro e preoccupante: nel giro di poche settimane sono stati tutti e tre nel mirino di topi d'appartamento e rapinatori di Rolex. La cosa non si è fermata qui: ieri sera il procuratore di Cavani, Claudio Anellucci, è stato rapinato a Napoli, di Rolex e portafogli da due uomini, con il volto coperto dal casco, a bordo di un motorino. I ladri gli si sono avvicinati e hanno rotto, con il calcio della pistola, il vetro anteriore dal lato di guida intimandogli di dare quello che aveva. Poi, allungando il braccio, hanno puntato l'arma in direzione della pancia della compagna seduta accanto, incinta al settimo mese, e hanno intimato al procuratore dell'attaccante azzurro di consegnargli tutto, altrimenti avrebbero sparato.
Anellucci non ha battuto ciglio: «La città di Napoli è fatta da persone eccezionali e, così come in molte metropoli, c'è anche gentaglia. Comunque, Napoli non può essere rovinata da 20, 30, 40 o 50 delinquenti». Non aveva avuto una analoga reazione la fidanzata di Lavezzi, la modella Yanina Screpante, che dopo aver subito una rapina a mano armata (sempre Rolex) si era sfogata su Twitter definendo Napoli «città di *****». E quasi minacciando: «Se mi accade qualcosa, il Pocho se ne va da qui». La Screpante si è poi scusata, ma i tifosi dopo la polemica hanno messo in fila gli avvenimenti degli ultimi mesi. Con l'agente di Cavani e Lavezzi, hanno subìto rapine la mogie di Hamsik (incinta) fatta scendere dalla sua Bmw per rubarla e Cavani vittima di topi d'appartamento che hanno sottratto maglie da gioco e gioielli per settemila euro. Fra i supporter partenopei serpeggia il sospetto che le rapine siano in realtà una strategia di aggressionealla squadra di Aurelio de Laurentiis.
La questura smentisce ogni correlazione tra gli episodi criminali. In città dilaga malumore a dispetto di una straordinaria stagione agonistica: i giocatori, qui, dai tempi di Sivori, Altafini e Canè sono trattati come dei pagani. E la paura: Cavani andò via da Palermo oltre che per i malumori con la società anche per paura della microcriminalità. Per una città che ha idolatrato Diego Armando Maradona (cui però i ladri non si sono fatti scrupolo di rubare il Pallone d'Oro custodito in un caveaux al Banco di Napoli) l'incubo vero sarebbe uno solo: perdere i suoi campioni per "demeriti" non sportivi.
I tre campioni azzurri sono difatti accomunati da un destino bizzarro e preoccupante: nel giro di poche settimane sono stati tutti e tre nel mirino di topi d'appartamento e rapinatori di Rolex. La cosa non si è fermata qui: ieri sera il procuratore di Cavani, Claudio Anellucci, è stato rapinato a Napoli, di Rolex e portafogli da due uomini, con il volto coperto dal casco, a bordo di un motorino. I ladri gli si sono avvicinati e hanno rotto, con il calcio della pistola, il vetro anteriore dal lato di guida intimandogli di dare quello che aveva. Poi, allungando il braccio, hanno puntato l'arma in direzione della pancia della compagna seduta accanto, incinta al settimo mese, e hanno intimato al procuratore dell'attaccante azzurro di consegnargli tutto, altrimenti avrebbero sparato.
Anellucci non ha battuto ciglio: «La città di Napoli è fatta da persone eccezionali e, così come in molte metropoli, c'è anche gentaglia. Comunque, Napoli non può essere rovinata da 20, 30, 40 o 50 delinquenti». Non aveva avuto una analoga reazione la fidanzata di Lavezzi, la modella Yanina Screpante, che dopo aver subito una rapina a mano armata (sempre Rolex) si era sfogata su Twitter definendo Napoli «città di *****». E quasi minacciando: «Se mi accade qualcosa, il Pocho se ne va da qui». La Screpante si è poi scusata, ma i tifosi dopo la polemica hanno messo in fila gli avvenimenti degli ultimi mesi. Con l'agente di Cavani e Lavezzi, hanno subìto rapine la mogie di Hamsik (incinta) fatta scendere dalla sua Bmw per rubarla e Cavani vittima di topi d'appartamento che hanno sottratto maglie da gioco e gioielli per settemila euro. Fra i supporter partenopei serpeggia il sospetto che le rapine siano in realtà una strategia di aggressionealla squadra di Aurelio de Laurentiis.
La questura smentisce ogni correlazione tra gli episodi criminali. In città dilaga malumore a dispetto di una straordinaria stagione agonistica: i giocatori, qui, dai tempi di Sivori, Altafini e Canè sono trattati come dei pagani. E la paura: Cavani andò via da Palermo oltre che per i malumori con la società anche per paura della microcriminalità. Per una città che ha idolatrato Diego Armando Maradona (cui però i ladri non si sono fatti scrupolo di rubare il Pallone d'Oro custodito in un caveaux al Banco di Napoli) l'incubo vero sarebbe uno solo: perdere i suoi campioni per "demeriti" non sportivi.