Costruisce la caserma dei carabinieri e ci finisce arrestato per spaccio
Brindisi - Un caso sconcertante sconvolge Ostuni (Brindisi). Un noto imprenditore, Antonio Flore, 44 anni, che in passato aveva costruito la caserma dei carabinieri della città, è finito in manette. Secondo quanto riportato dal Corriere del Mezzogiorno. Flore era titolare di un'impresa edile dal 1994: un imprenditore stimato e conosciuto che, dopo venti anni di lavoro nel settore dell'edilizia, a causa della crisi economica, ha cercato una speranza di soldi facili nel traffico di stupefacenti.
Secondo gli inquirenti Antonio Flore è la figura centrale di un'organizzazione che avrebbe avuto contatti con gli esponenti della criminalità albanese e calabrese: sarebbe stato proprio Flore ad andare in Albania per conto dell'associazione criminale che trafficava marijuana e cocaina per acquistare la droga che veniva poi portata in Italia. Viaggi che ufficialmente avevano come obbiettivo quello di comprare pietra da far arrivare nel nostro paese.
La droga arrivava quindi dall'Albania ed era smistata poi in Puglia: tredici le misure cautelari emesse dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.
Il dramma della recessione continua dunque a fare 'vittime' tra gli impresari, tra chi si suicida e chi sceglie l'illegalità. Come Antonio Flore, una persona con alle spalle una vita di lavoro e sacrifici che ha deciso di intraprendere la via del crimine per paura di non farcela. "Alle prese con la crisi persone insospettabili scelgono i traffici illeciti, finendo nelle maglie della giustizia", ha commentato il procuratore della Repubbolica di Lecce, Cataldo Motta.
Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti: tredici persone sono state arrestate dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce. Gli arresti sono stati eseguiti in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Gli indagati fanno parte di due distinti gruppi, collegati tra loro, operanti in provincia di Lecce e Brindisi, contigui alla Scu, la Sacra corona unita, con diramazioni in Albania e nella Repubblica di San Marino.
Gli investigatori hanno chiamato l'operazione 'Animal House', dal nome dell'omonimo negozio di articoli per animali di Merine di Lizzanello, utilizzato per organizzare e coprire il traffico di droga. Tredici persone sono state arrestate dai carabinieri con l'accusa di associazione e traffico illecito di stupefacenti, in esecuzione di un'ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati alcuni chilogrammi di droga. Il primo dei due 'gruppi' smantellati dai carabinieri operava principalmente su Merine di Lizzanello ed era ramificato in alcuni comuni della provincia, mentre il secondo gruppo operava nel territorio di Ostuni (Br).
Tra gli arrestati Roberto Mirko De Matteis, di 35 anni, di Merine (Le), gia' detenuto e ritenuto a capo dell'associazione e organizzatore del traffico, che ha ricevuto la notifica in carcere, Antonio Flore, di 44 anni, imprenditore edile di Ostuni (Br), in contatto con il gruppo di Merine. Le indagini erano state avviate nei primi mesi del 2010, su iniziativa del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo e si sono concluse verso la fine dello stesso anno.
Secondo gli inquirenti Antonio Flore è la figura centrale di un'organizzazione che avrebbe avuto contatti con gli esponenti della criminalità albanese e calabrese: sarebbe stato proprio Flore ad andare in Albania per conto dell'associazione criminale che trafficava marijuana e cocaina per acquistare la droga che veniva poi portata in Italia. Viaggi che ufficialmente avevano come obbiettivo quello di comprare pietra da far arrivare nel nostro paese.
La droga arrivava quindi dall'Albania ed era smistata poi in Puglia: tredici le misure cautelari emesse dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.
Il dramma della recessione continua dunque a fare 'vittime' tra gli impresari, tra chi si suicida e chi sceglie l'illegalità. Come Antonio Flore, una persona con alle spalle una vita di lavoro e sacrifici che ha deciso di intraprendere la via del crimine per paura di non farcela. "Alle prese con la crisi persone insospettabili scelgono i traffici illeciti, finendo nelle maglie della giustizia", ha commentato il procuratore della Repubbolica di Lecce, Cataldo Motta.
Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti: tredici persone sono state arrestate dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce. Gli arresti sono stati eseguiti in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Gli indagati fanno parte di due distinti gruppi, collegati tra loro, operanti in provincia di Lecce e Brindisi, contigui alla Scu, la Sacra corona unita, con diramazioni in Albania e nella Repubblica di San Marino.
Gli investigatori hanno chiamato l'operazione 'Animal House', dal nome dell'omonimo negozio di articoli per animali di Merine di Lizzanello, utilizzato per organizzare e coprire il traffico di droga. Tredici persone sono state arrestate dai carabinieri con l'accusa di associazione e traffico illecito di stupefacenti, in esecuzione di un'ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati alcuni chilogrammi di droga. Il primo dei due 'gruppi' smantellati dai carabinieri operava principalmente su Merine di Lizzanello ed era ramificato in alcuni comuni della provincia, mentre il secondo gruppo operava nel territorio di Ostuni (Br).
Tra gli arrestati Roberto Mirko De Matteis, di 35 anni, di Merine (Le), gia' detenuto e ritenuto a capo dell'associazione e organizzatore del traffico, che ha ricevuto la notifica in carcere, Antonio Flore, di 44 anni, imprenditore edile di Ostuni (Br), in contatto con il gruppo di Merine. Le indagini erano state avviate nei primi mesi del 2010, su iniziativa del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo e si sono concluse verso la fine dello stesso anno.