Italiani favorevoli alla tassa sul cibo spazzatura
Italia - C'è una tassa che piace agli italiani, quella sul "cibo spazzatura". L'idea di un balzello che colpisca il consumo di junk food e di bevande gassate e zuccherate (la 'taxe sodè già adottata da altri paesi europei), piace a ben otto italiani su 10. Emerge da un sondaggio on line della Coldiretti che ha interpellato i connazionali proprio su una delle ipotesi allo studio del Governo nel quadro di un 'patto per la salutè. Il risultato è stato un sì quasi plebiscitario, l'81%, purchè però l'introito sia destinato alla produzione di cibi sani e genuini nel territorio. Di fronte alla dilagante obesità giovanile, agli effetti negativi sulla salute e al conseguente lievitare della spesa sanitaria, i governi europei corrono ai ripari.
Così la scelta di tassare un tipo di alimentazione che danneggia la salute dei cittadini è stata già adottata in Francia – ricorda la Coldiretti – dove è appena entrata in vigore, dal primo gennaio, la 'taxe sodà, balzello sulle bibite gassate. La taxe soda, che pesa per 2 centesimi di euro a lattina, porterà in totale circa 280 milioni di euro nelle casse dell'Eliseo, che saranno utilizzati per tagliare il costo del lavoro in agricoltura e sostenere così la produzione locale di frutta e verdura. Da notare, sottolinea l'organizzazione agricola, che «sciroppi, succhi di frutta naturali, frullati, yogurt, latte per l'infanzia e prodotti destinati all'esportazione, non sono toccati dalla nuova misura».
L'iniziativa francese segue di qualche mese una analoga in Danimarca che ha introdotto una tassa sul cibo spazzatura ricco di grassi saturi come merendine, patatine e snack con un aumento di 16 corone (2,15 euro) al chilo. «Non c'è tempo da perdere nell'affrontare un'emergenza che sta mettendo a rischio il futuro delle nuove generazioni – dice il presidente della Coldiretti Sergio Marini -, bisogna scoraggiare il consumo di cibo-spazzatura, mentre deve essere contestualmente sostenuto il cibo genuino e locale, a partire dalle scuole».
La Coldiretti definisce «drammatica» la situazione in Italia, «proprio a causa del progressivo allontanamento soprattutto dei più giovani, dalla dieta mediterranea, di cui il nostro è il paese bandiera, a favore invece di cibi grassi e ricchi di zucchero». Ben il 34% dei piccoli italiani sotto i 10 anni è lontano dal peso forma: oltre un milione è sovrappeso (22,1%), gli obesi sono 400mila (11,1%), secondo i dati del progetto 'Okkio alla salutè. Inoltre il 23% dei genitori ammette che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura mentre il 48% assume quotidianamente bevande zuccherate e gassate. Insomma, anche l'Italia – dice l'organizzazione agricola – si dia da fare, con beneficio della salute dei cittadini e delle casse pubbliche.
Così la scelta di tassare un tipo di alimentazione che danneggia la salute dei cittadini è stata già adottata in Francia – ricorda la Coldiretti – dove è appena entrata in vigore, dal primo gennaio, la 'taxe sodà, balzello sulle bibite gassate. La taxe soda, che pesa per 2 centesimi di euro a lattina, porterà in totale circa 280 milioni di euro nelle casse dell'Eliseo, che saranno utilizzati per tagliare il costo del lavoro in agricoltura e sostenere così la produzione locale di frutta e verdura. Da notare, sottolinea l'organizzazione agricola, che «sciroppi, succhi di frutta naturali, frullati, yogurt, latte per l'infanzia e prodotti destinati all'esportazione, non sono toccati dalla nuova misura».
L'iniziativa francese segue di qualche mese una analoga in Danimarca che ha introdotto una tassa sul cibo spazzatura ricco di grassi saturi come merendine, patatine e snack con un aumento di 16 corone (2,15 euro) al chilo. «Non c'è tempo da perdere nell'affrontare un'emergenza che sta mettendo a rischio il futuro delle nuove generazioni – dice il presidente della Coldiretti Sergio Marini -, bisogna scoraggiare il consumo di cibo-spazzatura, mentre deve essere contestualmente sostenuto il cibo genuino e locale, a partire dalle scuole».
La Coldiretti definisce «drammatica» la situazione in Italia, «proprio a causa del progressivo allontanamento soprattutto dei più giovani, dalla dieta mediterranea, di cui il nostro è il paese bandiera, a favore invece di cibi grassi e ricchi di zucchero». Ben il 34% dei piccoli italiani sotto i 10 anni è lontano dal peso forma: oltre un milione è sovrappeso (22,1%), gli obesi sono 400mila (11,1%), secondo i dati del progetto 'Okkio alla salutè. Inoltre il 23% dei genitori ammette che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura mentre il 48% assume quotidianamente bevande zuccherate e gassate. Insomma, anche l'Italia – dice l'organizzazione agricola – si dia da fare, con beneficio della salute dei cittadini e delle casse pubbliche.