Senza vestiti, al gelo, a soli quattro anni di età: è l'immagine di un bambino cinese costretto dai genitori a correre sulla neve, in mutande e scarpette, per fortificare il carattere. Il video ha fatto indignare con vive polemiche gli utenti di internet. Il padre e la madre del bimbo hanno tentato di difendersi sui giornali, affermando che volevano «fortificarne il carattere»: ma sul web decine di migliaia di blogger hanno protestato.
Il video, ripreso più volte, mostra il bimbo trotterellare su un viale molto innevato, supplicando i genitori di prenderlo in braccio: la mamma e il padre lo esortano invece a continuare la corsa, e gli chiedono anche di sdraiarsi sulla neve. «Sono contrario. Bisogna dare ai piccoli un'infanzia felice», scrive uno dei blogger, che definisce «tremendi» i rei genitori. La stigmatizzazione è condivisa sul web da migliaia di irati cinesi.
He, padre del bimbo e capo imprenditore di Nankino (est della Cina), si sarebbe seriamente preoccupato della tempra del figlio, nato prematuro e in cattiva salute. Avrebbe optato per un metodo decisamente forte, per eliminare i possibili handicap. «Quando il piccolo aveva un anno – si è giustificato Xin, un
collega, per conto dell'intransigente manager – era stato portato a nuotare in acqua, alla temperatura di 21 gradi centigradi». E sulla corsa nella neve, «il bimbo era d'accordo».
L'indignazione degli internauti però rimane. Ed evoca un acceso dibattito sulle regole di una insegnante universitaria, Amy Chua, che ha diferso in un libro l'educazione «alla cinese», mediante coercizioni. Stando alla donna, i bimbi dovrebbero subire interdizioni e praticare l'elitarismo, superiori al «lassismo» occidentale.
Il video, ripreso più volte, mostra il bimbo trotterellare su un viale molto innevato, supplicando i genitori di prenderlo in braccio: la mamma e il padre lo esortano invece a continuare la corsa, e gli chiedono anche di sdraiarsi sulla neve. «Sono contrario. Bisogna dare ai piccoli un'infanzia felice», scrive uno dei blogger, che definisce «tremendi» i rei genitori. La stigmatizzazione è condivisa sul web da migliaia di irati cinesi.
He, padre del bimbo e capo imprenditore di Nankino (est della Cina), si sarebbe seriamente preoccupato della tempra del figlio, nato prematuro e in cattiva salute. Avrebbe optato per un metodo decisamente forte, per eliminare i possibili handicap. «Quando il piccolo aveva un anno – si è giustificato Xin, un
collega, per conto dell'intransigente manager – era stato portato a nuotare in acqua, alla temperatura di 21 gradi centigradi». E sulla corsa nella neve, «il bimbo era d'accordo».
L'indignazione degli internauti però rimane. Ed evoca un acceso dibattito sulle regole di una insegnante universitaria, Amy Chua, che ha diferso in un libro l'educazione «alla cinese», mediante coercizioni. Stando alla donna, i bimbi dovrebbero subire interdizioni e praticare l'elitarismo, superiori al «lassismo» occidentale.