Il tecnico del Novara: «Il calcio per me è la materia più semplice che esiste. Affrontavamo una squadra più forte: dovevamo difenderci, abbiamo avuto un po' di fortuna, e abbiamo vinto il nostro Sanremo»
MILANO - Alla vigilia della trasferta al Meazza, Emiliano Mondonico si sentiva come Adriano Celentano al Festival di Sanremo. E ora il 'Molleggiato' dovrà impegnarsi per pareggiare all'Ariston lo scompiglio creato dall'allenatore del Novara battendo l'Inter a domicilio. "Il calcio per me è la materia più semplice che esiste - taglia corto Mondonico -. Affrontavamo una squadra più forte: dovevamo difenderci, abbiamo avuto un po' di fortuna, e abbiamo vinto il nostro Sanremo". Accolto con fair play e affetto dai tifosi nerazzurri ('Bentornato Mondo'), alla fine sorride l'allenatore che a marzo compie 65 anni e nei mesi scorsi è riuscito a sconfiggere un tumore all'addome. "Il fatto che io sia qui è già una grande vittoria", nota Mondonico che a gennaio ha accettato la chiamata del Novara, convinto che l'avrebbe aiutato a ricominciare a vivere. "Molti club mi hanno contattato cominciando dal chiedermi come stavo - racconta -. Il Novara invece mi ha detto che aveva pensato a me come allenatore".
I piemontesi sono ancora in fondo alla classifica, ma la vittoria al Meazza è una prova nuova di come la scelta sia stata azzeccata. "Abbiamo capito che in serie A possiamo starci, la bella storia continua", sottolinea Mondonico. "La gente di Novara ci chiede la salvezza e noi seguiamo quella strada. Molti distruggono il calcio di una volta, ma noi contro l'Inter l'abbiamo giocato, chiusi in difesa per andare in contropiede". Non è stato spettacolare, ma ha funzionato. "Da commentatore preferisco guardare il Barcellona ma - spiega Mondonico - la partita del Novara è stata incredibile dal punto di vista tattico. Molti confondono la difesa con il catenaccio". Il risultato è che per la seconda volta di fila il Novara non subisce gol. "È da lì che nasce la salvezza", nota l'allenatore dei piemontesi, che allarga le braccia di fronte alle immagini del rigore richiesto invano dall'Inter. "Come faccio a parlare male della mia squadra? Il rigore non c'era assolutamente...- sorride - L'arbitro è stato bravo, non è mai facile arbitrare una partita con una grande in difficoltà. E mi piace quando il più debole vince contro il più forte, solo nel calcio succede".
I piemontesi sono ancora in fondo alla classifica, ma la vittoria al Meazza è una prova nuova di come la scelta sia stata azzeccata. "Abbiamo capito che in serie A possiamo starci, la bella storia continua", sottolinea Mondonico. "La gente di Novara ci chiede la salvezza e noi seguiamo quella strada. Molti distruggono il calcio di una volta, ma noi contro l'Inter l'abbiamo giocato, chiusi in difesa per andare in contropiede". Non è stato spettacolare, ma ha funzionato. "Da commentatore preferisco guardare il Barcellona ma - spiega Mondonico - la partita del Novara è stata incredibile dal punto di vista tattico. Molti confondono la difesa con il catenaccio". Il risultato è che per la seconda volta di fila il Novara non subisce gol. "È da lì che nasce la salvezza", nota l'allenatore dei piemontesi, che allarga le braccia di fronte alle immagini del rigore richiesto invano dall'Inter. "Come faccio a parlare male della mia squadra? Il rigore non c'era assolutamente...- sorride - L'arbitro è stato bravo, non è mai facile arbitrare una partita con una grande in difficoltà. E mi piace quando il più debole vince contro il più forte, solo nel calcio succede".