VINOVO (Torino), 14 febbraio 2012
Antonio Conte è nato a Lecce il 31 luglio 1969.
ALLA VIGILIA DEL RECUPERO DI PARMA, il tecnico della Juve esalta il cammino della squadra: "Ho trasmesso la mia mentalità al gruppo. Da tanti anni non eravamo protagonisti in serie A, è tutto stress positivo".
"Se vedessi dello scoramento nei miei giocatori, dopo il sorpasso del Milan in classifica? Farei vedere a tutti la classifica dell'anno scorso". Da Parma a Parma, in mezzo più di un girone. Mesi che hanno trasformato la Juve da incognita a certezza, e che hanno consacrato Antonio Conte in panchina. Dall'esordio allo Juventus Stadium proprio contro il Parma i bianconeri ne hanno fatta di strada. "Un bel percorso - rammenta Conte -; iniziammo alla grande, inevitabilmente sono cambiate tante cose. C'è stata una crescita da tutti i punti di vista, ma il bisogno di vincere lo sentiamo dal primo giorno. Ho trasmesso la mia mentalità al gruppo, vincere ci fa stare bene, il nostro Dna è vincente".
NO STRESS — "Da tanti anni non eravamo protagonisti in serie A, è tutto stress positivo. Si chiama eustress, mentre quello negativo è distress. Siamo tornati a essere competitivi in pochissimo tempo, preferisco vivere questi stress piuttosto che quelli da settimo posto. So quali sono i momenti determinanti di una stagione, ho vinto due campionati in B. In questo girone di ritorno ogni occasione persa può essere quella decisiva, per noi e gli avversari".
FIDUCIA AI MIGLIORI — "Giovinco è un giocatore del Parma a tutti gli effetti, lo stimo ma è un avversario. Preferisco parlare dei miei, per me sono i più forti al mondo. Prima del rinvio avrebbero giocato Del Piero e Borriello? Farò le mie valutazioni sistematiche per mandare in campo gli 11 più in forma. Il modulo conta relativamente, dipende da chi mi darà più garanzie. Mi preme l'atteggiamento più del modulo, se scendiamo in campo con la voglia di vincere si può giocare anche con l'11-0".
I FAVORITI — "Se ho spaccato la tv alla fine di Udinese-Milan? No, altrimenti mia moglie e mia figlia si sarebbero arrabbiate. Ma quella partita è la dimostrazione che il Milan, pur con 14 assenti, ha vinto su campo difficile. Un campo dove noi siamo stati l'unica squadra a pareggiare e tutti gli altri hanno perso. La dice lunga, ecco perchè io continuo a dire certe cose".
Antonio Conte è nato a Lecce il 31 luglio 1969.
ALLA VIGILIA DEL RECUPERO DI PARMA, il tecnico della Juve esalta il cammino della squadra: "Ho trasmesso la mia mentalità al gruppo. Da tanti anni non eravamo protagonisti in serie A, è tutto stress positivo".
"Se vedessi dello scoramento nei miei giocatori, dopo il sorpasso del Milan in classifica? Farei vedere a tutti la classifica dell'anno scorso". Da Parma a Parma, in mezzo più di un girone. Mesi che hanno trasformato la Juve da incognita a certezza, e che hanno consacrato Antonio Conte in panchina. Dall'esordio allo Juventus Stadium proprio contro il Parma i bianconeri ne hanno fatta di strada. "Un bel percorso - rammenta Conte -; iniziammo alla grande, inevitabilmente sono cambiate tante cose. C'è stata una crescita da tutti i punti di vista, ma il bisogno di vincere lo sentiamo dal primo giorno. Ho trasmesso la mia mentalità al gruppo, vincere ci fa stare bene, il nostro Dna è vincente".
NO STRESS — "Da tanti anni non eravamo protagonisti in serie A, è tutto stress positivo. Si chiama eustress, mentre quello negativo è distress. Siamo tornati a essere competitivi in pochissimo tempo, preferisco vivere questi stress piuttosto che quelli da settimo posto. So quali sono i momenti determinanti di una stagione, ho vinto due campionati in B. In questo girone di ritorno ogni occasione persa può essere quella decisiva, per noi e gli avversari".
FIDUCIA AI MIGLIORI — "Giovinco è un giocatore del Parma a tutti gli effetti, lo stimo ma è un avversario. Preferisco parlare dei miei, per me sono i più forti al mondo. Prima del rinvio avrebbero giocato Del Piero e Borriello? Farò le mie valutazioni sistematiche per mandare in campo gli 11 più in forma. Il modulo conta relativamente, dipende da chi mi darà più garanzie. Mi preme l'atteggiamento più del modulo, se scendiamo in campo con la voglia di vincere si può giocare anche con l'11-0".
I FAVORITI — "Se ho spaccato la tv alla fine di Udinese-Milan? No, altrimenti mia moglie e mia figlia si sarebbero arrabbiate. Ma quella partita è la dimostrazione che il Milan, pur con 14 assenti, ha vinto su campo difficile. Un campo dove noi siamo stati l'unica squadra a pareggiare e tutti gli altri hanno perso. La dice lunga, ecco perchè io continuo a dire certe cose".