Il governo guidato dal premier Monti ha detto no alla candidatura della capitale italiana «Non possiamo prendere il rischio di coprire eventuali deficit dell'organizzazione». Petrucci e Pescante: «Tanta amarezza»
ROMA - L’Olimpiade del 2020 non si farà a Roma. Dopo un’attenta valutazione il premier Mario Monti ha deciso che non esistono le condizioni perché il governo offra le garanzie dello Stato alla candidatura per i Giochi.
MONTI: «DECISIONE UNANIME» - Il premier italiano ha spiegato in conferenza stampa le ragioni del no:
«Il governo del paese ospitante deve impegnarsi a coprire ogni eventuale deficit del bilancio del comitato organizzatore. Il nostro Governo ha analizzato attentamente la questione nel Consiglio dei Ministri e abbiamo preso la decisione, unanime, di non assumere questo impegno di garanzia nella situazione attuale del Paese. Questo non significa una mancata convinzione nel progetto o una impossibilità nel perseguire risultati ambiziosi, ma solo che abbiamo ritenuto di dover essere molto responsabili in questa fase delicata dell'Italia. Bisogna evitare che vengano messi a rischio i benefici che arriveranno con i sacrifici che abbiamo dovuto chiedere. Un impegno finanziario di questo tipo, per di più di un importo impronosticabile, non era la scelta giusta, meno che mai una scelta prudente, soprattutto valutando la costruzione dell'identità dell'Italia al di fuori dei nostri confini che stiamo perseguendo. Non vogliamo che la percezione che stiamo cercando di dare dell'Italia possa essere compromessa da improvvisi dubbi, magari alimentati dai concorrenti e non possiamo mettere a rischio il denaro pubblico dei contribuenti. Essendomi occupato di economia qualche volta so che in uno studio, pur autorevole e fatto con grande accuratezza, ci possono essere scostamenti molto rilevanti fra preventivi e consuntivi: in altre circostanze dell'economia italiana, forse, avremmo considerato il rischio accettabile, ma in queste circostanze non sarebbe responsabile».
ALEMANNO, MIE DIMISSIONI? ASSOLUTAMENTE NO - "Monti ha detto no. La notizia è stata negativa. Dimissioni? Assolutamente no, mi dispiace deludere gli oppositori".
Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno lasciando palazzo Chigi, a chi gli chiedeva di sue possibili dimissioni, dopo il no del governo alla candidatura della Capitale alle olimpiadi del 2020.
L'AMAREZZA DI PETRUCCI, MONTI CI HA DETTO NO - "Monti ci ha detto no": così il presidente del Coni Gianni Petrucci ha espresso la sua amarezza per il no del governo alla candidatura di Roma 2020.
BERSANI, SCELTA RESPONSABILITA' NON DI SFIDUCIA - "Il governo ha preso una decisione meditata, che rispettiamo. L'importante adesso è che questa scelta venga letta come segno di responsabilità e non di sfiducia in noi stessi". Lo afferma il segretario nazionale del Pd Pier Luigi Bersani, commentando la scelta del presidente del Consiglio di rinunciare alla candidatura dell'Italia alle Olimpiadi 2020.
PESCANTE, PERSA GRANDISSIMA OCCASIONE - "È una grandissima occasione persa, ma non possiamo far altro che accettare la decisione del governo: c'è tanta amarezza". Così il presidente del Comitato Promotore per Roma 2020, Mario Pescante, ha commentato la decisione del premier Monti, di non appoggiare la candidatura di Roma per i Giochi Olimpici del 2020. "La decisione del governo è stata molto ponderata - ha aggiunto Pescante - ed è arrivata esclusivamente per motivi economici". "Il nostro progetto per Roma 2020 era molto serio, ma il governo è stato irremovibile sui conti. Peccato era un'occasione unica anche per dire ai giovani che abbiamo ambizioni importanti", ha aggiunto il presidente del comitato promotore di Roma 2020, Mario Pescante. "Per un'eventuale candidatura per il 2024 bisognerà tenere conto anche dell'Africa - ha continuato Pescante - inoltre se nel 2020 i Giochi non dovessero essere assegnati all'Europa, nel 2024 Parigi tornerà in corsa per il centenario. Questo vuol dire che per dieci anni non si parlerà più di Giochi olimpici in Italia".
PERINA-BARBARO,SCELTA DOLOROSA MA PROGETTO DEBOLE - "La scelta di Monti sulle Olimpiadi di Roma del 2020 è di responsabilità e prudenza. Evidentemente i molti interrogativi sulla candidatura, sollevati per primi dal Gruppo di Futuro e Libertà, non sono stati chiariti e hanno dettato una decisione dolorosa per il mondo dello sport e per la Città di Roma, ma probabilmente inevitabile". Lo afferma in una nota la deputata di Fli, Flavia Perina. "Dieci giorni fa in una conferenza stampa alla Camera, con Claudio Barbaro e Umberto Croppi avevamo cercato di lanciare un'operazione trasparenza su queste Olimpiadi, ma purtroppo il nostro appello è caduto nel vuoto - sottolinea Perina -.
Ci si è limitati a organizzare un pressing con pagine a pagamento sui giornali, evitando di sciogliere i veri nodi della questione: la necessità di discontinuità con grandi eventi precedenti
(dalle Olimpiadi invernali ai Mondiali di nuoto)
che hanno generato più inchieste giudiziarie che benefici per il mondo dello sport e per le città"
. Sulla stessa linea, il deputato di Futuro e Libertà, Claudio Barbaro:
"Il no del governo alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020 mi dispiace, ma non mi stupisce. È la naturale conseguenza di una candidatura partita male e dei numerosi errori commessi in precedenza, nonchè della scarsa affidabilità in termini di trasparenza di un assessorato come quello di Rossella Sensi. Quattro amici al bar non potevano pretendere di trascinare l'Italia bendata in un'avventura così impegnativa!",
conclude Barbaro.
MENNEA, GRAZIE MONTI SEGNALE A PAESE - "Mi sento di dire a Monti grazie, grazie, grazie.Con questa decisione ha evitato a milioni di italiani di accollarsi un onere indefinito. Oggi il presidente del Consiglio Mario Monti ha preso una decisione di grande responsabilità dando un segnale forte dimostrando che esiste un Paese concreto e serio, grazie Presidente".
GNUDI: DECISIONE MOLTO SOFFERTA,CONDIVISO PROBLEMI - "È stata una decisione molto sofferta. Però abbiamo condiviso i problemi che ci sono e abbiamo approvato la decisione del nostro presidente". Così il ministro del turismo e dello sport, Piero Gnudi, commenta la decisione del governo Monti di non firmare le garanzie per Roma 2020.
"Ciò - ha aggiunto il ministro Gnudi durante la conferenza stampa del premier Monti - non significa che questo governo non voglia promuovere i valori dello sport, noi vogliamo aumentare e valorizzare la pratica dello sport nelle scuole, abbiamo dei progetti e abbiamo firmato delle convenzioni con alcune Regioni".
MONTI: «DECISIONE UNANIME» - Il premier italiano ha spiegato in conferenza stampa le ragioni del no:
«Il governo del paese ospitante deve impegnarsi a coprire ogni eventuale deficit del bilancio del comitato organizzatore. Il nostro Governo ha analizzato attentamente la questione nel Consiglio dei Ministri e abbiamo preso la decisione, unanime, di non assumere questo impegno di garanzia nella situazione attuale del Paese. Questo non significa una mancata convinzione nel progetto o una impossibilità nel perseguire risultati ambiziosi, ma solo che abbiamo ritenuto di dover essere molto responsabili in questa fase delicata dell'Italia. Bisogna evitare che vengano messi a rischio i benefici che arriveranno con i sacrifici che abbiamo dovuto chiedere. Un impegno finanziario di questo tipo, per di più di un importo impronosticabile, non era la scelta giusta, meno che mai una scelta prudente, soprattutto valutando la costruzione dell'identità dell'Italia al di fuori dei nostri confini che stiamo perseguendo. Non vogliamo che la percezione che stiamo cercando di dare dell'Italia possa essere compromessa da improvvisi dubbi, magari alimentati dai concorrenti e non possiamo mettere a rischio il denaro pubblico dei contribuenti. Essendomi occupato di economia qualche volta so che in uno studio, pur autorevole e fatto con grande accuratezza, ci possono essere scostamenti molto rilevanti fra preventivi e consuntivi: in altre circostanze dell'economia italiana, forse, avremmo considerato il rischio accettabile, ma in queste circostanze non sarebbe responsabile».
ALEMANNO, MIE DIMISSIONI? ASSOLUTAMENTE NO - "Monti ha detto no. La notizia è stata negativa. Dimissioni? Assolutamente no, mi dispiace deludere gli oppositori".
Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno lasciando palazzo Chigi, a chi gli chiedeva di sue possibili dimissioni, dopo il no del governo alla candidatura della Capitale alle olimpiadi del 2020.
L'AMAREZZA DI PETRUCCI, MONTI CI HA DETTO NO - "Monti ci ha detto no": così il presidente del Coni Gianni Petrucci ha espresso la sua amarezza per il no del governo alla candidatura di Roma 2020.
BERSANI, SCELTA RESPONSABILITA' NON DI SFIDUCIA - "Il governo ha preso una decisione meditata, che rispettiamo. L'importante adesso è che questa scelta venga letta come segno di responsabilità e non di sfiducia in noi stessi". Lo afferma il segretario nazionale del Pd Pier Luigi Bersani, commentando la scelta del presidente del Consiglio di rinunciare alla candidatura dell'Italia alle Olimpiadi 2020.
PESCANTE, PERSA GRANDISSIMA OCCASIONE - "È una grandissima occasione persa, ma non possiamo far altro che accettare la decisione del governo: c'è tanta amarezza". Così il presidente del Comitato Promotore per Roma 2020, Mario Pescante, ha commentato la decisione del premier Monti, di non appoggiare la candidatura di Roma per i Giochi Olimpici del 2020. "La decisione del governo è stata molto ponderata - ha aggiunto Pescante - ed è arrivata esclusivamente per motivi economici". "Il nostro progetto per Roma 2020 era molto serio, ma il governo è stato irremovibile sui conti. Peccato era un'occasione unica anche per dire ai giovani che abbiamo ambizioni importanti", ha aggiunto il presidente del comitato promotore di Roma 2020, Mario Pescante. "Per un'eventuale candidatura per il 2024 bisognerà tenere conto anche dell'Africa - ha continuato Pescante - inoltre se nel 2020 i Giochi non dovessero essere assegnati all'Europa, nel 2024 Parigi tornerà in corsa per il centenario. Questo vuol dire che per dieci anni non si parlerà più di Giochi olimpici in Italia".
PERINA-BARBARO,SCELTA DOLOROSA MA PROGETTO DEBOLE - "La scelta di Monti sulle Olimpiadi di Roma del 2020 è di responsabilità e prudenza. Evidentemente i molti interrogativi sulla candidatura, sollevati per primi dal Gruppo di Futuro e Libertà, non sono stati chiariti e hanno dettato una decisione dolorosa per il mondo dello sport e per la Città di Roma, ma probabilmente inevitabile". Lo afferma in una nota la deputata di Fli, Flavia Perina. "Dieci giorni fa in una conferenza stampa alla Camera, con Claudio Barbaro e Umberto Croppi avevamo cercato di lanciare un'operazione trasparenza su queste Olimpiadi, ma purtroppo il nostro appello è caduto nel vuoto - sottolinea Perina -.
Ci si è limitati a organizzare un pressing con pagine a pagamento sui giornali, evitando di sciogliere i veri nodi della questione: la necessità di discontinuità con grandi eventi precedenti
(dalle Olimpiadi invernali ai Mondiali di nuoto)
che hanno generato più inchieste giudiziarie che benefici per il mondo dello sport e per le città"
. Sulla stessa linea, il deputato di Futuro e Libertà, Claudio Barbaro:
"Il no del governo alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020 mi dispiace, ma non mi stupisce. È la naturale conseguenza di una candidatura partita male e dei numerosi errori commessi in precedenza, nonchè della scarsa affidabilità in termini di trasparenza di un assessorato come quello di Rossella Sensi. Quattro amici al bar non potevano pretendere di trascinare l'Italia bendata in un'avventura così impegnativa!",
conclude Barbaro.
MENNEA, GRAZIE MONTI SEGNALE A PAESE - "Mi sento di dire a Monti grazie, grazie, grazie.Con questa decisione ha evitato a milioni di italiani di accollarsi un onere indefinito. Oggi il presidente del Consiglio Mario Monti ha preso una decisione di grande responsabilità dando un segnale forte dimostrando che esiste un Paese concreto e serio, grazie Presidente".
GNUDI: DECISIONE MOLTO SOFFERTA,CONDIVISO PROBLEMI - "È stata una decisione molto sofferta. Però abbiamo condiviso i problemi che ci sono e abbiamo approvato la decisione del nostro presidente". Così il ministro del turismo e dello sport, Piero Gnudi, commenta la decisione del governo Monti di non firmare le garanzie per Roma 2020.
"Ciò - ha aggiunto il ministro Gnudi durante la conferenza stampa del premier Monti - non significa che questo governo non voglia promuovere i valori dello sport, noi vogliamo aumentare e valorizzare la pratica dello sport nelle scuole, abbiamo dei progetti e abbiamo firmato delle convenzioni con alcune Regioni".