L'AQUILA - "Volevano uccidermi": è la frase riferita alla madre dalla giovane laziale, tuttora ricoverata in ospedale, vittima di uno stupro a Pizzoli (L'Aquila) nella notte tra sabato e domenica scorsi, dopo una serata in discoteca. Lo ha riferito l'avvocato della famiglia, Enrico Maria Gallinaro.
RIS,SU SOSPETTATO SANGUE DELLA VITTIMA - Sono della giovane studentessa, presunta vittima della stupro, sangue e tracce biologiche trovate su camicia, mano e braccialetto da polso del maggiore sospettato, il 21 enne militare originario della provincia di Avellino, di stanza al 33esimo reggimento artiglieria Acqui, iscritto sul registro degli indagati da ieri. Emerge, si è appreso, dai primi risultati degli esami del Ris di Roma. Si aggrava quindi la posizione del giovane. Dissequestrata l'auto del giovane militare aquilano coinvolto con altri due commilitoni ed una giovane nell'inchiesta sullo stupro di una studentessa laziale, fuori da una discoteca dell'Aquilano, la notte tra sabato e domenica scorsi. Nel provvedimento si evidenzia che gli investigatori hanno terminato di rilevare le tracce - di sangue e biologiche - per ricostruire il fatto e stabilire se il fatto sia avvenuto o meno nell'auto. Proprio nell'autovettura, i quattro giovani sono stati bloccati subito dopo il ritrovamento della ragazza, svenuta e sanguinante.
CONVALIDATO FERMO DEL MAROCCHINO - Il gip del tribunale di Teramo, Marina Tommolini, ha convalidato il fermo del pubblico ministero del disoccupato marocchino di 29 anni accusato di aver stuprato, nella notte di lunedì scorso, una studentessa diciassettenne che vive in un centro della Val Vibrata. Il giudice ha disposto nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere. Nel corso dell'interrogatorio, al giovane è stata contestata la responsabilità anche di un altro caso di violenza sessuale nei confronti della stessa minorenne, consumato nello scorso mese di dicembre. Il giovane extracomunitario, assistito dall'avvocato Leonardo Viglione, ha respinto ogni addebito, ribadendo di non conoscere la minorenne, nonostante entrambi vivano nella stessa cittadina.
ASCOLTATI DUE MILITARI, NOI ESTRANEI - Avrebbero chiarito alcuni passaggi, apparsi contraddittori, della loro deposizione fornita nella giornata di domenica, ribadendo l'estraneità ai fatti, i due militari ascoltati stamani dal pm David Mancini, titolare dell'inchiesta sullo stupro subito a Pizzoli (L'Aquila) da una studentessa nella notte tra sabato e domenica scorsa. E' quanto emerge da fonti interne al 33/o reggimento artiglieria Acqui. Non è stato, invece, ascoltato il militare originario della provincia di Avellino, sul quale si addensano i maggiori sospetti, essendo stato bloccato con la camicia e la mano sporche di sangue subito dopo il ritrovamento della giovane. Quel sangue e altre tracce biologiche, secondo i primi esami dei Ris di Roma, appartengono alla studentessa, che ha 23 anni ed è ancora ricoverata in stato di choc all'ospedale San Salvatore dell'Aquila.
RIS,SU SOSPETTATO SANGUE DELLA VITTIMA - Sono della giovane studentessa, presunta vittima della stupro, sangue e tracce biologiche trovate su camicia, mano e braccialetto da polso del maggiore sospettato, il 21 enne militare originario della provincia di Avellino, di stanza al 33esimo reggimento artiglieria Acqui, iscritto sul registro degli indagati da ieri. Emerge, si è appreso, dai primi risultati degli esami del Ris di Roma. Si aggrava quindi la posizione del giovane. Dissequestrata l'auto del giovane militare aquilano coinvolto con altri due commilitoni ed una giovane nell'inchiesta sullo stupro di una studentessa laziale, fuori da una discoteca dell'Aquilano, la notte tra sabato e domenica scorsi. Nel provvedimento si evidenzia che gli investigatori hanno terminato di rilevare le tracce - di sangue e biologiche - per ricostruire il fatto e stabilire se il fatto sia avvenuto o meno nell'auto. Proprio nell'autovettura, i quattro giovani sono stati bloccati subito dopo il ritrovamento della ragazza, svenuta e sanguinante.
CONVALIDATO FERMO DEL MAROCCHINO - Il gip del tribunale di Teramo, Marina Tommolini, ha convalidato il fermo del pubblico ministero del disoccupato marocchino di 29 anni accusato di aver stuprato, nella notte di lunedì scorso, una studentessa diciassettenne che vive in un centro della Val Vibrata. Il giudice ha disposto nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere. Nel corso dell'interrogatorio, al giovane è stata contestata la responsabilità anche di un altro caso di violenza sessuale nei confronti della stessa minorenne, consumato nello scorso mese di dicembre. Il giovane extracomunitario, assistito dall'avvocato Leonardo Viglione, ha respinto ogni addebito, ribadendo di non conoscere la minorenne, nonostante entrambi vivano nella stessa cittadina.
ASCOLTATI DUE MILITARI, NOI ESTRANEI - Avrebbero chiarito alcuni passaggi, apparsi contraddittori, della loro deposizione fornita nella giornata di domenica, ribadendo l'estraneità ai fatti, i due militari ascoltati stamani dal pm David Mancini, titolare dell'inchiesta sullo stupro subito a Pizzoli (L'Aquila) da una studentessa nella notte tra sabato e domenica scorsa. E' quanto emerge da fonti interne al 33/o reggimento artiglieria Acqui. Non è stato, invece, ascoltato il militare originario della provincia di Avellino, sul quale si addensano i maggiori sospetti, essendo stato bloccato con la camicia e la mano sporche di sangue subito dopo il ritrovamento della giovane. Quel sangue e altre tracce biologiche, secondo i primi esami dei Ris di Roma, appartengono alla studentessa, che ha 23 anni ed è ancora ricoverata in stato di choc all'ospedale San Salvatore dell'Aquila.