L'ex attaccante di Fiorentina e Roma: «Ora però mi sento meglio anche se non posso più correre»
PARIGI - "C'è stato un momento in cui stavo malissimo. Non potevo quasi più camminare. Ora sto meglio": lo confida Gabriel Batistuta, ex nazionale argentino, bandiera della Fiorentina e poi campione d'Italia con la Roma, al settimanale francese France Football riferendosi al periodo della sua attività agonistica. "Non posso più giocare a pallone perchè non posso più correre - continua Batigol, 43 anni, a riposo dal 2004 dopo una stagione in Qatar - ma adesso cammino abbastanza bene". Al periodico francese, Batigol - di recente nominato direttore sportivo del Colon di Santa Fe - spiega solo in parte i motivi delle sue difficoltà.
TROPPE PARTITE - A France Football che gli chiede se non siano state le troppe infiltrazioni antidoloriche ai tempi in cui giocava, l'ex centravanti argentino spiega: "Sì, ma non ne ho fatte poi tantissime. Però giocavo sempre. Su una stagione da 70 partite, ne facevo 65. E davo sempre tutto. Avevo difficoltà ad accettare di stare fermo per un infortunio. Se tornassi indietro, forse starei più attento a me stesso, ma alla fine neppure troppo. Mi piace segnare, sentire il pubblico".
PARIGI - "C'è stato un momento in cui stavo malissimo. Non potevo quasi più camminare. Ora sto meglio": lo confida Gabriel Batistuta, ex nazionale argentino, bandiera della Fiorentina e poi campione d'Italia con la Roma, al settimanale francese France Football riferendosi al periodo della sua attività agonistica. "Non posso più giocare a pallone perchè non posso più correre - continua Batigol, 43 anni, a riposo dal 2004 dopo una stagione in Qatar - ma adesso cammino abbastanza bene". Al periodico francese, Batigol - di recente nominato direttore sportivo del Colon di Santa Fe - spiega solo in parte i motivi delle sue difficoltà.
TROPPE PARTITE - A France Football che gli chiede se non siano state le troppe infiltrazioni antidoloriche ai tempi in cui giocava, l'ex centravanti argentino spiega: "Sì, ma non ne ho fatte poi tantissime. Però giocavo sempre. Su una stagione da 70 partite, ne facevo 65. E davo sempre tutto. Avevo difficoltà ad accettare di stare fermo per un infortunio. Se tornassi indietro, forse starei più attento a me stesso, ma alla fine neppure troppo. Mi piace segnare, sentire il pubblico".