Presentato il nuovo allenatore dell'Inter: «Farò di tutto per onorarlo al meglio, sono emozioni che solo il calcio di questi livelli ti sa trasmettere. È stata una cosa totalmente inaspettata»
MILANO - Ha vinto qualche giorno fa la prima edizione della Next Generation Series, la Champions League della Primavera, ed oggi è stato presentato come nuovo allenatore della prima squadra. Andrea Stramaccioni guiderà l'Inter in quest'ultima parte di campionato sognando la conferma per il prossimo anno.
Stramaccioni, che sensazioni ha avuto al suo arrivo in prima squadra?
E' un bellissimo sogno perché siamo passati dalla vittoria di Londra, che sembra già lontana qualche mese, a quello che è successo ieri, con la chiamata di Moratti. Sono emozioni che solo il calcio di certi livelli può trasmettere. La mia è stata una grande esperienza in un settore giovanile che nel corso degli anni ha vinto tutto. Io ne ho fatto parte solo per sei mesi. Il resto, quello che è venuto dopo, è stato un sogno che mi ha regalato il presidente Moratti e che farò di tutto per onorare.
Quando è grande la distanza tra la Primavera e la prima squadra?
La distanza metrica dallo spogliatoio della prima squadra a quello della Primavera non è molta, ma la realtà è che si tratta di due mondi diversi e che il mondo della prima squadra è distante da quello della Primavera. In più qui siamo all'Inter, al top.
Cosa ha detto alla squadra oggi?
Sono stato sincero, me stesso. Per me è un orgoglio allenare questi campioni che finora avevo visto dall'altra parte del cespuglio. Guiderò giocatori di grande professionalità, dei campioni.
Questo è un sogno che fa paura?
E' un sogno per chi vuole fare questo lavoro. Devi essere concentrato su come fare il tuo lavoro, su come guidare i giocatori, ma in me c'è solo concentrazione, non paura. Da quando il presidente me lo ha comunicato, nella mia testa gira solo l'idea di far bene con i ragazzi.
Darà spazio ai giovani?
Dare spazio ai giovani è un discorso delicato. Lo abbiamo fatto fino a 48 ore fa con la Primavera, quando ancora non ero qua. I nostri giovani sono un patrimonio della società e vanno gestiti bene. Come e quando proporre un giovane è una scelta importante e delicata perché nel nostro calcio si può precorrere l'evoluzione di un ragazzo. Oggi c'erano già aggregati alcuni ragazzi della Primavera e la società deciderà quando e come inserirli.
Per lei è una ribalta prestigiosa e pericolosa. Cosa le servirà per far bene, per non bruciarsi?
Ieri quando sono uscito dall'incontro con il presidente ho pensato che ero stato me stesso, che avevo espresso le sue idee. Se Moratti, uno che ha scritto pagine storiche del calcio mondiale, ha pensato di darmi una possibilità, è per quello che ha visto in campo. Ho la certezza del mio lavoro, delle mie idee. L'entusiasmo è a mille e non ho paura di bruciarmi. Devo trasmettere quello per cui so fare, quello per cui il presidente mi ha voluto. Alleno giocatori diversi dalla Primavera, ma ho una società che mi sta vicino. Questi campioni straordinari faranno il resto.
Peserà l'ombra di Mourinho?
Non corro questo rischio perché mi sento lontano anni luce da uno dei migliori allenatori del mondo. Io sono l'ultimo arrivato. Ho le mie idee, lui ha le sue. Io andrò in campo cercando di far bene. Lui rimarrà un mito per me.
Già qualche settimana fa sembrava potesse arrivare in prima squadra. Come ha vissuto questo periodo di... attesa?
Solo il mio nome accanto alla panchina dell'Inter mi lusingava. Dentro di me mi dicevo che se in 6 mesi la dirigenza dell'Inter aveva pensato a me, era già una soddisfazione.
Pensa di cambiare modulo?
E' ovvio che subentrare non è come lavorare dall'inizio, ma il presidente mi ha chiesto di portare quello che ha visto in Primavera ovvero entusiasmo e voglia di lottare per riportare i colori nerazzurri dove meritano. La passione del presidente ha aumentato anche la mia. Voglio trasmettere quello che ho dentro a questi ragazzi.
Con 9 partite alla fine del campionato qual è l'obiettivo dell'Inter?
Ti rispondo con quello che mi ha detto il presidente in mezzo alla disamina tecnico tattica di ieri ovvero “dobbiamo vincere”. Questo è il succo. Stilare programmi a lunga scadenza non serve. Meglio parlare solo di Inter-Genoa.
Quali sono le sue idee calcistiche?
Alleno giocatori che hanno dato tanto al mondo del calcio. A loro non si può insegnare niente. Io voglio trasmettere le mie idee, quelle che mi hanno portato fino a qui. Le mie idee sono quelle di fare risultato, meglio se dopo essere stati padroni della partita. E' un obiettivo semplice e condiviso. Ho visto uno spogliatoio buono e il primo è stato un allenamento con intensità e ritmo. Per essere il primo giorno sono soddisfatto. In un termine solo ci credo molto.
Quali sono gli allenatori a cui si ispira?
Un allenatore giovane deve rubare qualcosa a tutti. A Roma Spalletti e il suo staff mi hanno trasmesso molto. Con loro mi sono confrontato spesso e la Roma dei record mi ha ispirato parecchio. Spalletti ha una passione incredibile e ci accomuna il fatto che abbiamo preso entrambi 7 gol in Inghilterra (Spalletti in Champions, Stramaccioni con la Primavera ndr). Parlo tanto anche con Sacchi: ancora non riesco a giocare come mi dice lui...
Si sente un predestinato?
Mi sento fortunato. Predestinato è impegnativo.
Sa che questa può essere una grande opportunità per il suo futuro?
Voglio ragionare giorno per giorno. Io sono rimasto sempre lo stesso. Sono pieno di orgoglio e felice di rappresentare l'Inter, ma sono sempre me stesso. Sono conscio che bisogna fare bene. Stilare programmi o far proclami non mi sembra il caso. Pensiamo a fare risultato domenica.
I giocatori le danno del tu o del lei?
Del lei, ma credo sia una forma di rispetto. Pretendo rispetto e do rispetto.
All'Inter ci sono i senatori. Come si fa a far ragionare da giovane un senatore?
Io voglio entusiasmo. Il nostro capitano è un giovane dentro. E' più grande di me, ma anche nell'allenamento di oggi aveva la voglia di un Primavera. Dobbiamo esprimere quella rabbia per il bene dell'Inter.
Perché certe cose quest'anno nell'Inter non hanno funzionato?
Del passato preferisco non parlare perché non conosco le situazioni.
C'è una ricetta per risollevare Sneijder?
E' un campione, il simbolo della qualità e della tecnica di questa squadra. E' un giocatore di spessore che incide a livello internazionale se sta bene. Aspettiamo e vediamo quando rientrerà.
Pensa di giocarsi la riconferma in queste nove partite? Cosa le ha detto Moratti?
Di lavorare, di mettere in campo le mie qualità e di tornare a far vincere l'Inter. Ogni cosa ha il suo corso.
Come pensa di togliere i difetti che l'Inter ha?
Ho fatto un allenamento e oggi per la prima volta conosco i giocatori. Spesso una partita può essere decisa da un episodio e influenzare il giudizio sui giocatori. Nelle ultime gare l'Inter non è stata fortunata e gli episodi negativi non sono mancati. Adesso penso solo al presente e a quello che avverrà. Ho trovato i giocatori bene, ma aspettiamo a dare giudizi
Per essere arrivato all'Inter ha una dedica?
E' scontata. Qua ci sono Branca e Ausilio, che sono gli angeli custodi della scelta del presidente. La dedica è a questa società e cercherò di ripagare la fiducia di chi mi ha voluto qua.
Di lei dicono che è un calcolatore. Con 27 punti si va in Champions?
Non sono molto pratico di classifiche di serie A e non facciamo tabelle o programmi. Giochiamo Inter-Genoa e poi prepariamo la partita seguente.
Anche in prima squadra vedremo la stessa elasticità di moduli della Primavera?
Il settore giovanile è diverso ed è diverso anche il progetto. In Primavera abbiamo iniziato a lavorare a luglio, mentre questa è una prima squadra con campioni. Io devo mettere questi campioni nelle condizioni migliori per farli esprimere.
Le è arrivato qualche messaggio particolare?
Me ne sono arrivati diversi. Forse quello che mi ha fatto più piacere è quello di Bruno Conti. Mi ha scritto, dopo un'espressione tipicamente romana, “quanto sei forte... Io lo sapevo”. Mi ha colpito e mi ha fatto pensare a quello che ho trascorso.
Non sente la responsabilità di essere all'Inter?
Forse è incoscienza giovanile... Io vedo un gruppo di grandi giocatori e questa è una squadra forte, composta di giocatori importanti. Ho fiducia nei giocatori, nella società e in me stesso. Ora pensiamo a battere il Genoa.
I migliori auguri, Mister !
Stramaccioni, che sensazioni ha avuto al suo arrivo in prima squadra?
E' un bellissimo sogno perché siamo passati dalla vittoria di Londra, che sembra già lontana qualche mese, a quello che è successo ieri, con la chiamata di Moratti. Sono emozioni che solo il calcio di certi livelli può trasmettere. La mia è stata una grande esperienza in un settore giovanile che nel corso degli anni ha vinto tutto. Io ne ho fatto parte solo per sei mesi. Il resto, quello che è venuto dopo, è stato un sogno che mi ha regalato il presidente Moratti e che farò di tutto per onorare.
Quando è grande la distanza tra la Primavera e la prima squadra?
La distanza metrica dallo spogliatoio della prima squadra a quello della Primavera non è molta, ma la realtà è che si tratta di due mondi diversi e che il mondo della prima squadra è distante da quello della Primavera. In più qui siamo all'Inter, al top.
Cosa ha detto alla squadra oggi?
Sono stato sincero, me stesso. Per me è un orgoglio allenare questi campioni che finora avevo visto dall'altra parte del cespuglio. Guiderò giocatori di grande professionalità, dei campioni.
Questo è un sogno che fa paura?
E' un sogno per chi vuole fare questo lavoro. Devi essere concentrato su come fare il tuo lavoro, su come guidare i giocatori, ma in me c'è solo concentrazione, non paura. Da quando il presidente me lo ha comunicato, nella mia testa gira solo l'idea di far bene con i ragazzi.
Darà spazio ai giovani?
Dare spazio ai giovani è un discorso delicato. Lo abbiamo fatto fino a 48 ore fa con la Primavera, quando ancora non ero qua. I nostri giovani sono un patrimonio della società e vanno gestiti bene. Come e quando proporre un giovane è una scelta importante e delicata perché nel nostro calcio si può precorrere l'evoluzione di un ragazzo. Oggi c'erano già aggregati alcuni ragazzi della Primavera e la società deciderà quando e come inserirli.
Per lei è una ribalta prestigiosa e pericolosa. Cosa le servirà per far bene, per non bruciarsi?
Ieri quando sono uscito dall'incontro con il presidente ho pensato che ero stato me stesso, che avevo espresso le sue idee. Se Moratti, uno che ha scritto pagine storiche del calcio mondiale, ha pensato di darmi una possibilità, è per quello che ha visto in campo. Ho la certezza del mio lavoro, delle mie idee. L'entusiasmo è a mille e non ho paura di bruciarmi. Devo trasmettere quello per cui so fare, quello per cui il presidente mi ha voluto. Alleno giocatori diversi dalla Primavera, ma ho una società che mi sta vicino. Questi campioni straordinari faranno il resto.
Peserà l'ombra di Mourinho?
Non corro questo rischio perché mi sento lontano anni luce da uno dei migliori allenatori del mondo. Io sono l'ultimo arrivato. Ho le mie idee, lui ha le sue. Io andrò in campo cercando di far bene. Lui rimarrà un mito per me.
Già qualche settimana fa sembrava potesse arrivare in prima squadra. Come ha vissuto questo periodo di... attesa?
Solo il mio nome accanto alla panchina dell'Inter mi lusingava. Dentro di me mi dicevo che se in 6 mesi la dirigenza dell'Inter aveva pensato a me, era già una soddisfazione.
Pensa di cambiare modulo?
E' ovvio che subentrare non è come lavorare dall'inizio, ma il presidente mi ha chiesto di portare quello che ha visto in Primavera ovvero entusiasmo e voglia di lottare per riportare i colori nerazzurri dove meritano. La passione del presidente ha aumentato anche la mia. Voglio trasmettere quello che ho dentro a questi ragazzi.
Con 9 partite alla fine del campionato qual è l'obiettivo dell'Inter?
Ti rispondo con quello che mi ha detto il presidente in mezzo alla disamina tecnico tattica di ieri ovvero “dobbiamo vincere”. Questo è il succo. Stilare programmi a lunga scadenza non serve. Meglio parlare solo di Inter-Genoa.
Quali sono le sue idee calcistiche?
Alleno giocatori che hanno dato tanto al mondo del calcio. A loro non si può insegnare niente. Io voglio trasmettere le mie idee, quelle che mi hanno portato fino a qui. Le mie idee sono quelle di fare risultato, meglio se dopo essere stati padroni della partita. E' un obiettivo semplice e condiviso. Ho visto uno spogliatoio buono e il primo è stato un allenamento con intensità e ritmo. Per essere il primo giorno sono soddisfatto. In un termine solo ci credo molto.
Quali sono gli allenatori a cui si ispira?
Un allenatore giovane deve rubare qualcosa a tutti. A Roma Spalletti e il suo staff mi hanno trasmesso molto. Con loro mi sono confrontato spesso e la Roma dei record mi ha ispirato parecchio. Spalletti ha una passione incredibile e ci accomuna il fatto che abbiamo preso entrambi 7 gol in Inghilterra (Spalletti in Champions, Stramaccioni con la Primavera ndr). Parlo tanto anche con Sacchi: ancora non riesco a giocare come mi dice lui...
Si sente un predestinato?
Mi sento fortunato. Predestinato è impegnativo.
Sa che questa può essere una grande opportunità per il suo futuro?
Voglio ragionare giorno per giorno. Io sono rimasto sempre lo stesso. Sono pieno di orgoglio e felice di rappresentare l'Inter, ma sono sempre me stesso. Sono conscio che bisogna fare bene. Stilare programmi o far proclami non mi sembra il caso. Pensiamo a fare risultato domenica.
I giocatori le danno del tu o del lei?
Del lei, ma credo sia una forma di rispetto. Pretendo rispetto e do rispetto.
All'Inter ci sono i senatori. Come si fa a far ragionare da giovane un senatore?
Io voglio entusiasmo. Il nostro capitano è un giovane dentro. E' più grande di me, ma anche nell'allenamento di oggi aveva la voglia di un Primavera. Dobbiamo esprimere quella rabbia per il bene dell'Inter.
Perché certe cose quest'anno nell'Inter non hanno funzionato?
Del passato preferisco non parlare perché non conosco le situazioni.
C'è una ricetta per risollevare Sneijder?
E' un campione, il simbolo della qualità e della tecnica di questa squadra. E' un giocatore di spessore che incide a livello internazionale se sta bene. Aspettiamo e vediamo quando rientrerà.
Pensa di giocarsi la riconferma in queste nove partite? Cosa le ha detto Moratti?
Di lavorare, di mettere in campo le mie qualità e di tornare a far vincere l'Inter. Ogni cosa ha il suo corso.
Come pensa di togliere i difetti che l'Inter ha?
Ho fatto un allenamento e oggi per la prima volta conosco i giocatori. Spesso una partita può essere decisa da un episodio e influenzare il giudizio sui giocatori. Nelle ultime gare l'Inter non è stata fortunata e gli episodi negativi non sono mancati. Adesso penso solo al presente e a quello che avverrà. Ho trovato i giocatori bene, ma aspettiamo a dare giudizi
Per essere arrivato all'Inter ha una dedica?
E' scontata. Qua ci sono Branca e Ausilio, che sono gli angeli custodi della scelta del presidente. La dedica è a questa società e cercherò di ripagare la fiducia di chi mi ha voluto qua.
Di lei dicono che è un calcolatore. Con 27 punti si va in Champions?
Non sono molto pratico di classifiche di serie A e non facciamo tabelle o programmi. Giochiamo Inter-Genoa e poi prepariamo la partita seguente.
Anche in prima squadra vedremo la stessa elasticità di moduli della Primavera?
Il settore giovanile è diverso ed è diverso anche il progetto. In Primavera abbiamo iniziato a lavorare a luglio, mentre questa è una prima squadra con campioni. Io devo mettere questi campioni nelle condizioni migliori per farli esprimere.
Le è arrivato qualche messaggio particolare?
Me ne sono arrivati diversi. Forse quello che mi ha fatto più piacere è quello di Bruno Conti. Mi ha scritto, dopo un'espressione tipicamente romana, “quanto sei forte... Io lo sapevo”. Mi ha colpito e mi ha fatto pensare a quello che ho trascorso.
Non sente la responsabilità di essere all'Inter?
Forse è incoscienza giovanile... Io vedo un gruppo di grandi giocatori e questa è una squadra forte, composta di giocatori importanti. Ho fiducia nei giocatori, nella società e in me stesso. Ora pensiamo a battere il Genoa.
I migliori auguri, Mister !