Manchester City, anche Mancini ammette che i comportamenti di SuperMario possono far saltare i nervi («capisco i suoi compagni») ma il tecnico difende anche il giocatore: «Ci sono molti che fanno cose peggiori, fuori e dentro al campo. E il Mario calciatore può essere al top in Europa, io ci parlo ogni giorno»
MANCHESTER - "Se ci giocavo insieme lo avrei preso a pugni". L'ammissione di Roberto Mancini può riguardare ovviamente solo il 'Bad Boy' del calcio inglese, SuperMario Balotelli, croce e delizia del Manchester City. Il tecnico dei Citizens, in piena corsa per vincere la Premier e attesi alla dura trasferta in casa dell'Arsenal domenica, ha mostrato comprensione verso i malumori che serpeggiano nello spogliatoio a causa dei comportamenti di Balotelli ma ha anche cercato di difendere uno dei talenti maggiori della squadra, calcisticamente parlando. "Posso capire il nervosismo che fa salire. Gli ho detto: «Se giocavi con me dieci anni fa, ti prendevo a pugni in testa ogni giorno». Capisco i suoi compagni ma ci sono modi diversi di aiutare Mario. In ogni big match, ha sempre giocato alla grande. Il suo problema è la concentrazione ma lavoro con lui quotidianamente e parlo con lui - non ogni giorno, altrimenti mi servirebbe uno psicologo (scherzando, ndr) ma spesso, ogni due giorni. Se non si perde per strada il giocatore Balotelli può essere uno dei migliori in Europa e io non voglio che lui sprechi il suo talento".
LA DIFESA DI SUPERMARIO - Balotelli viene da una doppietta nel 3-3 contro il Sunderland, due gol che comunque non avevano soddisfatto Mancini che avrebbe voluto "toglierlo dopo cinque minuti". Comunque Mancini continua a credere nell'attaccante che conosce da quando era ancora un ragazzino nelle giovanili dell'Inter: "Ci sono alcune persone che pensano brutte cose di altre, come Mario. Ogni volta che fa qualcosa, diventa una guerra. Ci sono tanti altri che sia fuori che dentro in campo si comportano peggio e nessuno dice nulla forse perché giocano per una squadra importante o non sono come Mario", la stoccata del tecnico a un campionato, la Premier League, che resta sempre terreno fertile per le polemiche. "I suoi compagni di squadra devono pensare solo a giocare, gestire Mario è un mio lavoro, perché se hai un giocatore simile non devi attaccarlo perché è un tuo compagno di squadra. Se vuoi dirgli qualcosa di spiacevole devi dirglielo in faccia. Balotelli è rimasto in panchina per cinque, sei gare all'inizio della stagione perché i suoi comportamenti non erano buoni, ha anche pagato tante multe sempre per i suoi errori. Io voglio aiutarlo sempre, anche quando mi delude, perché questo è il mio lavoro".
LA CORSA ALLA PREMIER - Il tecnico ha poi fatto un bilancio parziale, positivo, del suo lavoro al City in questa stagione, prima del rush finale del campionato: "Sono orgoglioso di quello che hanno fatto i miei giocatori in questo campionato. Siamo stati in testa a lungo, abbiamo lottato con il Manchester United fino ad adesso e siamo cresciuti come importanza di squadra nella Premier. Abbiamo fatto 10 punti in Champions, che normalmente significano qualificazione, e anche se abbiamo fatto qualche errore in Europa League penso che siamo cresciuti tantissimo come squadra. Certo, se perdiamo a Londra e lo United vince, la corsa per il titolo è chiusa. Ma io penso che il campionato non sia ancora finito. E' possibile che perdano punti durante il cammino, come è successo a noi di perdere quattro punti in due partite. C'è il derby da giocare dove possiamo recuperare tre punti, a sette partite dalla fine può succedere tutto. Se poi loro vinceranno tutti i match, faremo loro le congratulazioni perché avranno meritato di essere campioni".
LA DIFESA DI SUPERMARIO - Balotelli viene da una doppietta nel 3-3 contro il Sunderland, due gol che comunque non avevano soddisfatto Mancini che avrebbe voluto "toglierlo dopo cinque minuti". Comunque Mancini continua a credere nell'attaccante che conosce da quando era ancora un ragazzino nelle giovanili dell'Inter: "Ci sono alcune persone che pensano brutte cose di altre, come Mario. Ogni volta che fa qualcosa, diventa una guerra. Ci sono tanti altri che sia fuori che dentro in campo si comportano peggio e nessuno dice nulla forse perché giocano per una squadra importante o non sono come Mario", la stoccata del tecnico a un campionato, la Premier League, che resta sempre terreno fertile per le polemiche. "I suoi compagni di squadra devono pensare solo a giocare, gestire Mario è un mio lavoro, perché se hai un giocatore simile non devi attaccarlo perché è un tuo compagno di squadra. Se vuoi dirgli qualcosa di spiacevole devi dirglielo in faccia. Balotelli è rimasto in panchina per cinque, sei gare all'inizio della stagione perché i suoi comportamenti non erano buoni, ha anche pagato tante multe sempre per i suoi errori. Io voglio aiutarlo sempre, anche quando mi delude, perché questo è il mio lavoro".
LA CORSA ALLA PREMIER - Il tecnico ha poi fatto un bilancio parziale, positivo, del suo lavoro al City in questa stagione, prima del rush finale del campionato: "Sono orgoglioso di quello che hanno fatto i miei giocatori in questo campionato. Siamo stati in testa a lungo, abbiamo lottato con il Manchester United fino ad adesso e siamo cresciuti come importanza di squadra nella Premier. Abbiamo fatto 10 punti in Champions, che normalmente significano qualificazione, e anche se abbiamo fatto qualche errore in Europa League penso che siamo cresciuti tantissimo come squadra. Certo, se perdiamo a Londra e lo United vince, la corsa per il titolo è chiusa. Ma io penso che il campionato non sia ancora finito. E' possibile che perdano punti durante il cammino, come è successo a noi di perdere quattro punti in due partite. C'è il derby da giocare dove possiamo recuperare tre punti, a sette partite dalla fine può succedere tutto. Se poi loro vinceranno tutti i match, faremo loro le congratulazioni perché avranno meritato di essere campioni".
