Cina, gli affari di Lady Macbeth
Omicidio Heywood: Gu Kailai aveva un doppio passaporto per motivi economici.
Omicidio Heywood: Gu Kailai aveva un doppio passaporto per motivi economici.
L'hanno definita «Lady Macbeth», ma anche la «Jackie Kennedy» di Pechino. Continuano a emergere nuovi particolari sull'avvocato Gu Kailai, moglie dell'epurato Bo Xilai, accusata dell'omicidio di Neil Heywood, il britannico trovato morto a novembre a Chongqing. E insieme con le indiscrezioni sulla donna, si fa strada sempre di più l'idea di un clan familiare potente e con molteplici diramazioni.
IL NODO DELLA DOPPIA NAZIONALITÀ. Secondo quanto lasciato intendere dalla Xinhua, l'agenzia ufficiale cinese, la moglie di Bo avrebbe ottenuto una doppia nazionalità con un passaporto straniero, pratica considerata illegale in Cina, anche se “tollerata” nei confronti dei famigliari degli ufficiali di alto rango.
«Le leggi lo proibiscono ma molti cinesi sono riusciti a ottenerla, fintanto che le loro carte di identità non devono essere rinnovate», ha scritto il 13 aprile il South China Morning Post, «e anche se Gu avesse rinunciato alla sua cittadinanza cinese, avrebbe potuto ancora affrontare sanzioni legali a causa di normative sempre più strette sui cosiddetti naked officials, gli alti funzionari che hanno ottenuto cittadinanze straniere per le loro famiglie e quindi hanno una probabilità molto più alta di spostare tutti i loro beni all'estero».
Un clan di potere che ruotava attorno al duo Bo-Gu
Se fosse confermata questa voce, comincerebbero a chiarirsi gli scenari che hanno portato alla morte di Heywood e alla momentanea incriminazione di Gu Kailai per il suo omicidio.
Si è subito pensato a un affaire legato a questioni economiche, con Heywood sospettato di essere impegnato a trasferire all'estero soldi per conto della signora Gu Kailai. L'eventuale doppia cittadinanza della donna confermerebbe tali sospetti, vista anche la sua assidua presenza, per un certo periodo, negli States.
IL FEUDO DI GU. Nel 1995, Gu Kailai aveva trasferito la sua azienda a Pechino e aveva fin da subito maturato «un impressionante elenco di clienti, molti dei quali erano imprese statali che dipendevano da Bo Xilai. A un certo punto, l'azienda ha aperto uffici in diverse città cinesi», secondo la ricostruzione del New York Times.
Nel 1997, il governo ha inviato Gu a Mobile, in Alabama, per una causa legale che coinvolgeva tre società che erano state truffate da un'azienda chimica americana. Il caso, che vide la vittoria legale della parte cinese, fece diventare Gu una specie di celebrità, con tanto di libro pubblicato e una serie televisiva dedicata alle avventure di un avvocato cinese in terra americana. Fu l'inizio della sua ascesa.
IL COINVOLGIMENTO DELLA FAMIGLIA. Quello che emerge, dopo lo scossone che ha portato all'espulsione di Bo Xilai dal Comitato centrale e all'incriminazione per l'omicidio di Heywood della moglie, è un coinvolgimento totale della famiglia in affari poco limpidi, che hanno contribuito a creare un clan di potere in Cina, che ruotava attorno alla coppia.
E al figlio, quel Bo Guagua, spesso finito nelle cronache mondane, che ha trascorso metà della sua vita al di fuori della Cina e che fino al crollo del padre il mese scorso, aveva cercato di avviare un business in Cina legato al mondo di internet.
Una coppia che operava come singola unità
Dalla moglie, ci si allarga alla famiglia: sia come interesse degli investigatori, sia probabilmente nella furia epurativa tipica degli stati comunisti: secondo il New York Times, «il fratello maggiore di Bo Xilai, Bo Xiyong, avrebbe prestato nove anni di servizio sotto falso nome come direttore esecutivo e vice-direttore generale della China Holdings Everbright, una compagnia statale che controlla una delle maggiori banche della Cina e una serie di altre imprese».
Sotto il nome di Xueming Li, Bo Xiyong ha ricevuto 1,7 milioni di dollari in stipendio annuale e deterrebbe i diritti d'opzione su una cifra di 25 milioni di dollari, secondo un profilo scritto da Bloomberg Businessweek. Fino al 31 maggio è stato anche vice presidente della Hong Kong Construction Limited, uno sviluppatore di proprietà cinese.
Due donne descritte dall'Apple Daily - quotidiano di Hong Kong - come sorelle della moglie di Bo Xilai avrebbero altrettanti record aziendali. Una verifica avrebbe dimostrato che una di loro, Gu Wangjiang, è stata direttrice di otto aziende private a Hong Kong.
Emerge quindi un quadro di potere variegato, fatto di circoli privati, elitari, spesso all'interno della zona grigia legislativa che ancora la Cina concede. Secondo Jiang Weiping una giornalista che è anche finita in carcere per articoli contrari a Bo Xilai, che aveva conosciuto a Dalian (dove Bo fu sindaco dal 1997 al 2003) e che vive in Canada, «la coppia ha sempre operato come una singola unità, le loro carriere sono sempre state intimamente connesse».