Milano, è morto il farmacista avvelentato
Cianuro nel Crodino. Il colpevole è il suo debitore Gianfranco Bona.
È morto poco dopo le 9 di domenica 15 aprile Luigi Fontana, il farmacista titolare della farmacia Barocco, a Milano, che venerdì 6 era stato avvelenato da un conoscente, Gianfranco Bona, che gli doveva restituire un prestito di 270 mila euro.
Bona aveva versato del cianuro in un Crodino servito poi al farmacista. L'uomo, fermato dopo gli accertamenti compiuti dalla polizia, al pm Carlo Nocerino ha detto che pensava di usare il veleno contro se stesso, per suicidarsi. Ha spiegato di aver cambiato idea «solo all'ultimo momento», decidendo invece di versarlo nel Crodino che avrebbe bevuto Luigi Fontana, e di averlo fatto scivolare dentro al bicchiere mentre camminava lungo quei pochi metri che separano il bar Valdagno dalla farmacia in via Forze Armate.
SUBITO FRA I SOSPETTATI. Bona, 50 anni, titolare di una piccola impresa di autotrasporti nel settore farmaceutico con una decina di dipendenti, era stato subito uno dei sospettati.Era andato lui a ordinare al bar il Crodino per Fontana e due caffé, uno per sé e l'altro per un'altra persona dipendente della farmacia. Un aperitivo come tante altre volte nel retro della rivendita. I 270 mila euro facevano parte di un debito più grande accumulato negli ultimi cinque anni nei confronti del farmacista, che però Bona non riusciva più a restituire.
DA TENTATO OMICIDIO A OMICIDIO. Bona era stato fermato lo scorso 5 aprile dagli uomini della squadra mobile di Milano, coordinati dal pm Carlo Nocerino. L'imprenditore, che ora dovrà rispondere non più di tentato omicidio ma di omicidio, confessò che il 2 aprile aveva versato il cianuro nell'aperitivo offerto a Fontana, titolare di una farmacia in viale Forze Armate. Il farmacista, morto oggi attorno alle 9, venne immediatamente ricoverato in condizioni disperate all'Istituto Clinico Città Studi.
Cianuro nel Crodino. Il colpevole è il suo debitore Gianfranco Bona.
Bona aveva versato del cianuro in un Crodino servito poi al farmacista. L'uomo, fermato dopo gli accertamenti compiuti dalla polizia, al pm Carlo Nocerino ha detto che pensava di usare il veleno contro se stesso, per suicidarsi. Ha spiegato di aver cambiato idea «solo all'ultimo momento», decidendo invece di versarlo nel Crodino che avrebbe bevuto Luigi Fontana, e di averlo fatto scivolare dentro al bicchiere mentre camminava lungo quei pochi metri che separano il bar Valdagno dalla farmacia in via Forze Armate.
SUBITO FRA I SOSPETTATI. Bona, 50 anni, titolare di una piccola impresa di autotrasporti nel settore farmaceutico con una decina di dipendenti, era stato subito uno dei sospettati.Era andato lui a ordinare al bar il Crodino per Fontana e due caffé, uno per sé e l'altro per un'altra persona dipendente della farmacia. Un aperitivo come tante altre volte nel retro della rivendita. I 270 mila euro facevano parte di un debito più grande accumulato negli ultimi cinque anni nei confronti del farmacista, che però Bona non riusciva più a restituire.
DA TENTATO OMICIDIO A OMICIDIO. Bona era stato fermato lo scorso 5 aprile dagli uomini della squadra mobile di Milano, coordinati dal pm Carlo Nocerino. L'imprenditore, che ora dovrà rispondere non più di tentato omicidio ma di omicidio, confessò che il 2 aprile aveva versato il cianuro nell'aperitivo offerto a Fontana, titolare di una farmacia in viale Forze Armate. Il farmacista, morto oggi attorno alle 9, venne immediatamente ricoverato in condizioni disperate all'Istituto Clinico Città Studi.