Omicidio Pippa Bacca, condanna con sconto
Niente ergastolo: 30 anni all'assassino.
Svolta nell'omicidio di Pippa Bacca. Il quotidiano turco Milliyet, ha riferito venerdì 20 aprile che la Cassazione turca ha convalidato una condanna a 30 anni reclusione per Murat Karatas, il reo confesso dell'omicidio di Bacca, l'artista milanese violentata e uccisa mentre faceva l'autostop in Turchia nel 2008.
Milliyet ha sottolineato che la sentenza ha dovuto accogliere uno sconto di pena di sei anni concesso da un tribunale di grado inferiore nonostante l'omicida non sia pentito.
CRITICHE ALLA DIMINUZIONE. «Non c'e il pentimento ma c'è lo sconto», ha titolato il giornale. «La Corte di cassazione nell'approvare la sentenza definitiva sull'assassinio», si legge «ha criticato la diminuzione della pena stabilita dal tribunale locale». «La Corte ha sottolineato che l'assassino non ha mostrato alcun segno di pentimento però non ha potuto modificare la sentenza finale non avendo il diritto di cambiarla a svantaggio» dell'imputato.
Pippa era partita da Milano con un'amica verso Israele
Pippa Bacca, nome d'arte di Giuseppina Pasqualino di Marineo, fu uccisa da Murat Karatash, all'epoca di 37 anni. La donna era partita in autostop l'8 marzo da Milano assieme a un'amica - entrambe vestite da sposa - per realizzare una performance artistica che avrebbe dovuto portarle in Israele attraversando Paesi dei Balcani e del Medio Oriente.
VIOLENTATA E STRANGOLATA. Il 31 marzo, dopo essersi divisa dalla compagna di viaggio, Giuseppina era scomparsa dopo aver accettato un passaggio dall'uomo che ha poi confessato di averla violentata e strangolata.
Il cadavere era stato rinvenuto l'11 aprile, senza vestiti e nascosto sotto un sottile strato di terra e rami in un'area disabitata presso l'autostrada Istanbul-Ankara.
Al momento della sentenza, il 25 giugno del 2009, era stata annunciata una condanna al carcere a vita da parte della Corte d'Assise di Kocaeli, circa 100 km a Est di Istanbul, territorialmente competente per il caso. In una prima reazione, l'avvocato della famiglia aveva riferito che il calcolo degli anni che Karatash avrebbe dovuto scontare non era stato ancora fatto ma aveva stimato che non sarebbero stati meno di 40. La madre della vittima, Elena Manzoni (sorella dell'artista Piero), si era detta «soddisfatta della giustizia turca».
Niente ergastolo: 30 anni all'assassino.
Svolta nell'omicidio di Pippa Bacca. Il quotidiano turco Milliyet, ha riferito venerdì 20 aprile che la Cassazione turca ha convalidato una condanna a 30 anni reclusione per Murat Karatas, il reo confesso dell'omicidio di Bacca, l'artista milanese violentata e uccisa mentre faceva l'autostop in Turchia nel 2008.
Milliyet ha sottolineato che la sentenza ha dovuto accogliere uno sconto di pena di sei anni concesso da un tribunale di grado inferiore nonostante l'omicida non sia pentito.
CRITICHE ALLA DIMINUZIONE. «Non c'e il pentimento ma c'è lo sconto», ha titolato il giornale. «La Corte di cassazione nell'approvare la sentenza definitiva sull'assassinio», si legge «ha criticato la diminuzione della pena stabilita dal tribunale locale». «La Corte ha sottolineato che l'assassino non ha mostrato alcun segno di pentimento però non ha potuto modificare la sentenza finale non avendo il diritto di cambiarla a svantaggio» dell'imputato.
Pippa era partita da Milano con un'amica verso Israele
Pippa Bacca, nome d'arte di Giuseppina Pasqualino di Marineo, fu uccisa da Murat Karatash, all'epoca di 37 anni. La donna era partita in autostop l'8 marzo da Milano assieme a un'amica - entrambe vestite da sposa - per realizzare una performance artistica che avrebbe dovuto portarle in Israele attraversando Paesi dei Balcani e del Medio Oriente.
VIOLENTATA E STRANGOLATA. Il 31 marzo, dopo essersi divisa dalla compagna di viaggio, Giuseppina era scomparsa dopo aver accettato un passaggio dall'uomo che ha poi confessato di averla violentata e strangolata.
Il cadavere era stato rinvenuto l'11 aprile, senza vestiti e nascosto sotto un sottile strato di terra e rami in un'area disabitata presso l'autostrada Istanbul-Ankara.
Al momento della sentenza, il 25 giugno del 2009, era stata annunciata una condanna al carcere a vita da parte della Corte d'Assise di Kocaeli, circa 100 km a Est di Istanbul, territorialmente competente per il caso. In una prima reazione, l'avvocato della famiglia aveva riferito che il calcolo degli anni che Karatash avrebbe dovuto scontare non era stato ancora fatto ma aveva stimato che non sarebbero stati meno di 40. La madre della vittima, Elena Manzoni (sorella dell'artista Piero), si era detta «soddisfatta della giustizia turca».