Parte da Mountain View la sfida al cloud computing ma gli avversari non stanno a guardare
ANTONINO CAFFO
Ampiamente annunciato nei giorni scorsi Google ha svelato definitivamente la sua mossa nel campo del cloud: Google Drive. I dettagli del servizio sono più o meno quelli di cui si vociferava da giorni. Si tratta di un’evoluzione di Docs in una nuvola da 5 Gb gratuiti per utente, e tagli per spazio extra: 25 Gb a 2,49 dollari al mese, 100 Gb per 4,99 dollari e 1 Tb per 49,99 dollari. All’aumentare dello spazio su Drive aumenterà anche quello su Gmail fino ad un massimo di 25 Gb. Lo storage messo a disposizione da Big G servirà per archiviare una vasta gamma di file; tra pdf, video, documenti e immagini se ne contano circa 30 diversi. Ma il vero valore aggiunto rispetto ai concorrenti è la possibilità di integrare Drive con tutta la miriade di applicazioni sviluppate dal colosso. Gmail, Google Plus e Docs sono solo alcune delle piattaforme che si sposano perfettamente con la nuova piattaforma regalando all’utente Google un’esperienza unica e senza pari. Utilizzando Google Docs all’interno di Drive sarà quindi possibile lavorare contemporaneamente con gli altri colleghi su documenti, fogli elettronici e presentazioni e dopo aver condiviso i contenuti si possono aggiungere commenti sui file ricevendo una notifica a quelli inviati dagli utenti abilitati. Si parla anche della possibilità di estendere le funzionalità di Drive con alcune web app presenti sul Chrome Store tra cui l’invio dei file via fax direttamente dalle pagine di gestione o il lavoro di editing dei video caricati sulla nuvola.
Innovativa l’idea di “smart tagging” ovvero di un tipo di etichettatura intelligente per i file conservati sull’hard disk tramite l’app per computer. Se si salva un’immagine del Colosseo scattata personalmente a Roma, alla successiva ricerca su Google delle immagini del Colosseo, quella salvata sul computer comparirà assieme ai risultati di ricerca così da ampliare la galleria proposta dal portale. Allo stesso modo, grazie al riconoscimento delle immagini, è possibile trascinare le foto delle vacanze in Toscana nel riquadro di Drive così da renderle disponibili quando si effettua una ricerca dei luoghi visitati. Google ha implementato nel suo sistema di cloud anche la comoda funzione di lettura OCR. La Optical Character Recognition è la tecnologia in grado di riconoscere del testo nei documenti acquisiti così che se si ha una scansione di una pagina di un vecchio libro sarà possibile trasformare la foto in documento, ricercando ogni singola parola riconosciuta.
Per sfruttare al meglio le funzionalità di Google Drive si può scaricare l’applicazione apposita per computer Windows e Mac così da avere un client sempre a disposizione su desktop. L’usabilità del servizio viene completata con la versione mobile per smartphone e tablet Android che permette di gestire con un’interfaccia semplificata i file caricati e condivisi; niente paura per gli utenti Apple, l’applicazione per iOS è in dirittura di arrivo e la stessa Google sa quanto può ricavare dall’utilizzo di propri servizi da parte degli utilizzatori di iPhone e iPad. L’azienda non ha tralasciato nulla e un occhio di riguardo è rivolto alla sicurezza dei file condivisi. Volendo soddisfare anche le richieste degli utenti aziendali all’interno di Drive vi è un sistema di cifratura tra browser e server con autenticazione su due livelli per evitare ingressi illeciti e fraudolenti da device mobili.
Ora che Google ha fatto la sua mossa si può fare un primo confronto con gli sfidanti. Microsoft permette a coloro che sono già iscritti al proprio servizio di cloud chiamato SkyDrive di passare dai 7 GB disponibili gratuitamente a 25 GB senza costi di sottoscrizione o abbonamento; tutti i nuovi utenti avranno invece a disposizione i primi 7 GB ampliabili poi con spazio extra a pagamento. SkyDrive è attualmente lo spazio più conveniente, grazie proprio ai 25 GB gratuiti per chi è già utente; Google offre la stesso spazio a 2,49 dollari mensili. iCloud è perfetto come integrazione tra dispositivi iOS e backup di informazioni personali su computer tra cui contatti, documenti, mail e note con account Apple. Il servizio di cloud più vecchio e conosciuto è senz’altro Dropbox che rischia di rimanere nell’ombra offuscato dalle major; in ogni caso è il solo disponibile finora su più piattaforme mobili anche se non ha lo stesso livello di edting che offre la neonata nuvola di Google. Nel complesso Drive offre un maggior compromesso tra spazio di storage e flessibilità; non è certo la soluzione più economica e completa ma sembra la sola in grado di accontentare vari tipi di utenti, dagli studenti ai professionisti, con diverse esigenze e tipologie di file gestiti. Con Windows 8, iOS 6 e Android 4 dietro l’angolo, il cielo del cloud computing è sempre più affollato.