Lega, licenziato il secondo autista di Bossi Maroni: «La ramazza continuerà»
Dopo Oscar Morando cacciato anche Alessandro Marmello, che sosteneva di essere diventato il bancomat di Renzo Bossi
MILANO - Di questo passo la Lega Nord rischia di restare senza autisti. Dopo Oscar Morando anche Alessandro Marmello, autista e bodyguard di Renzo Bossi, è stato licenziato dalla Lega. Ma per l'ex ministro dell'Interno, il leghista Roberto Maroni «la ramazza continuerà».
LA DIFESA - Marmello ha ricevuto la lettera con cui il Carroccio gli ha dato il ben servito in quanto sarebbe venuto meno il rapporto di fiducia. Lo ha reso noto lo stesso Marmello assieme al suo legale. L'avvocato Franz Sarno, difensore di Marmello, ha annunciato che impugnerà il licenziamento davanti all'autorità giudiziaria «perchè si basa su motivi pretestuosi e infondati». Marmello qualche settimana fa ha denunciato ai mass media e lo ha ripetuto ai magistrati di Milano di essere stato il «bancomat» del figlio di Umberto Bossi. Per questo è stato anche querelato proprio dal figlio del leader della Lega.
MARONI - Ma la dirigenza leghista non sembra intenzionata a frenare i licenziamenti. «Abbiamo iniziato a fare pulizia senza guardare in faccia nessuno e garantisco che la ramazza continuerà fino a che la pulizia non sarà fatta fino in fondo» ha dichiarato Maroni, che della Lega è uno dei tre coordinatori provvisori, durante un comizio a Jesolo (Venezia), al termine del quale con il candidato sindaco ed altri big della Lega veneziani hanno fatto visita ad alcuni negozianti del comune della località turistica lagunare. Maroni ha avvertito che non ci sarà «nessuna caccia alle streghe o processi sommari. Non mi interessa questo. Ma quello che è giusto fare - ha precisato - sarà fatto senza guardare in faccia nessuno». L'ex ministro ha poi spiegato che i militanti della Lega «sono tutti un po' incazzati, giustamente, per quello che è successo e io spiego che quello che è accaduto con Belsito e dintorni ha avuto una reazione immediata con la pulizia che continuerà. Ieri tra l'altro - ha aggiunto - c'è stata la sospensione del senatore trevigiano Piergiorgio Stiffoni». Una conseguenza alle vicende legate all'ex tesoriere della Lega Belsito, secondo Maroni, è stata quella che la Lega «si è ricompattata. E questa è una cosa positiva, tutto il resto sono cose marginali». Maroni ha poi ricordato che il Carroccio ha agito duramente a differenza degli altri partiti che «nascondono le loro cose sotto il tappeto. Ci sono esponenti politici di primo piano - ha chiarito - segretari di partito il cui braccio destro per anni è stato indagato per corruzione e per tangenti ed è rimasto comunque in consiglio regionale della Lombardia. E lo stesso segretario fa finta di non conoscerlo».
Dopo Oscar Morando cacciato anche Alessandro Marmello, che sosteneva di essere diventato il bancomat di Renzo Bossi
MILANO - Di questo passo la Lega Nord rischia di restare senza autisti. Dopo Oscar Morando anche Alessandro Marmello, autista e bodyguard di Renzo Bossi, è stato licenziato dalla Lega. Ma per l'ex ministro dell'Interno, il leghista Roberto Maroni «la ramazza continuerà».
LA DIFESA - Marmello ha ricevuto la lettera con cui il Carroccio gli ha dato il ben servito in quanto sarebbe venuto meno il rapporto di fiducia. Lo ha reso noto lo stesso Marmello assieme al suo legale. L'avvocato Franz Sarno, difensore di Marmello, ha annunciato che impugnerà il licenziamento davanti all'autorità giudiziaria «perchè si basa su motivi pretestuosi e infondati». Marmello qualche settimana fa ha denunciato ai mass media e lo ha ripetuto ai magistrati di Milano di essere stato il «bancomat» del figlio di Umberto Bossi. Per questo è stato anche querelato proprio dal figlio del leader della Lega.
MARONI - Ma la dirigenza leghista non sembra intenzionata a frenare i licenziamenti. «Abbiamo iniziato a fare pulizia senza guardare in faccia nessuno e garantisco che la ramazza continuerà fino a che la pulizia non sarà fatta fino in fondo» ha dichiarato Maroni, che della Lega è uno dei tre coordinatori provvisori, durante un comizio a Jesolo (Venezia), al termine del quale con il candidato sindaco ed altri big della Lega veneziani hanno fatto visita ad alcuni negozianti del comune della località turistica lagunare. Maroni ha avvertito che non ci sarà «nessuna caccia alle streghe o processi sommari. Non mi interessa questo. Ma quello che è giusto fare - ha precisato - sarà fatto senza guardare in faccia nessuno». L'ex ministro ha poi spiegato che i militanti della Lega «sono tutti un po' incazzati, giustamente, per quello che è successo e io spiego che quello che è accaduto con Belsito e dintorni ha avuto una reazione immediata con la pulizia che continuerà. Ieri tra l'altro - ha aggiunto - c'è stata la sospensione del senatore trevigiano Piergiorgio Stiffoni». Una conseguenza alle vicende legate all'ex tesoriere della Lega Belsito, secondo Maroni, è stata quella che la Lega «si è ricompattata. E questa è una cosa positiva, tutto il resto sono cose marginali». Maroni ha poi ricordato che il Carroccio ha agito duramente a differenza degli altri partiti che «nascondono le loro cose sotto il tappeto. Ci sono esponenti politici di primo piano - ha chiarito - segretari di partito il cui braccio destro per anni è stato indagato per corruzione e per tangenti ed è rimasto comunque in consiglio regionale della Lombardia. E lo stesso segretario fa finta di non conoscerlo».