(AGI) - Roma, 30 apr. - I tecnici punteranno su un tecnico per rivedere la spesa pubblica, ovvero individuare gli sprechi e i possibili tagli. Il consiglio dei ministri sta valutando la possibilita' di nominare un commissario per la spending review che dovrebbe guidare la task force chiesta dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda. Secondo quanto si apprende, la scelta potrebbe ricadere sull'ex commissario straordinario della Parmalat, Enrico Bondi.
Oggi il ministro dei Rapporti conil Parlamento Piero Giarda ha illustrato la relazione sulla spending review. Due gli obiettivi auspicati: reperire i fondi necessari a 'sterilizzare' l'aumento di due punti dell'Iva da ottobre e avere a disposizione fondi per il lungo periodo, sia in un'ottica di pareggio di bilancio sia per mettere in campo misure per la crescita. Al momento si studiano le documentazioni presentate da cinque ministeri: Interni, Giustizia, Difesa, Istruzione e Esteri. E la maggioranza si divide in relazione a quale debba essere il comparto su cui concentrare i tagli. Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha fatto sapere di non apprezzare le ipotesi di tagli all'istruzione. Meglio, per Bersani, concentrarsi sulla difesa.
Ben vengano i tagli, afferma dal Pdl Maurizio Gasparri, ma "sia subito chiaro un aspetto: diciamo subito no a chi pensa di ridurre la spesa tagliando una stazione dei carabinieri o un commissariato di polizia". Chiede "tagli veri" e non solo "carezze" alla spesa pubblica Italo b*******o, vice presidente di Fli: "Se il governo taglia solo qualche miliardo di spesa pubblica non e' spending review, ma spending caress, una carezza al grande carrozzone della pubblica amministrazione che spende 800 miliardi all'anno tra le cui pieghe sono annidati clientelismo, sperpero e corruzione". Per b*******o, "limitarsi a una sforbiciata dello 0,5% non serve granche' e Futuro e Liberta' insiste affinche' si punti a un taglio di almeno 40 miliardi". Ma a far discutere, in attesa della riunione del Consiglio dei ministri, e' soprattutto l'intervista rilasciata dall'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Per Tremonti il ricorso all'imposizione fiscale per sanare i conti italiani si poteva evitare grazie ad una serie di riforme proposte dal governo Berlusconi che avrebbero consentito di recuperare tra i 10 e i 15 miliardi ma, "l'attuale esecutivo ha preferito la via dell'aumento delle tasse e delle tariffe e adesso ci ritroviamo a meta' anno con un fabbisogno che va da 17 a 20 miliardi".
Immediate le reazioni dal Pd. Per il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, le parole di Tremonti denunciano la "pochezza morale ed intellettuale delle classi dirigenti della destra italiana". Per la vice presidente dei democratici, Marina Sereni, si tratta "solo di uno sproloquio vergognoso".