Disperati per la crisi, altre due tragedie
A Napoli un artigiano si spara in testa, è in coma.
A Enna un precario 47enne si suicida.
La crisi continua a mietere le sue vittime. Giorno dopo giorno, è sempre più drammatico il bilancio dei morti causati dalla recessione. Anche il 5 maggio non ha fatto eccezione, registrando altri due gesti estremi e disperati: a Napoli, un anziano si è sparato in testa dopo aver ricevuto una cartella esattoriale. L'uomo non è morto ma è in coma e per i medici «non ce la può fare».
In provincia di Enna, invece, un precario di 47 anni si è impiccato nel garage di casa sua dopo essersi visto ridurre le ore di lavoro nella ditta per cui lavorava.
La terribile crisi che sta strozzando sempre più gli italiani si è confermata, una volta di più, spietata contro chiunque colpendo in maniera trasversale: imprenditori, artigiani, disoccupati o pensionati.
TROPPI DEBITI, SI SPARA. Nel primo caso, il 72enne Pietro Paganelli ha deciso di farla finita per un debito col Fisco: aveva ricevuto una cartella esattoriale in cui gli venivano richiesti 15 mila euro, ma probabilmente non poteva pagare. Il colpo di pistola che si è sparato in testa, però, non gli è stato subito fatale.
«NON CE LA PUÒ FARE». L'uomo si trova ricoverato in coma all'ospedale Loreto Mare di Napoli. Le sue condizioni sono ritenute «assolutamente disperate e senza possibilità di recupero» dai responsabili dell'istituto. «Non ce la può fare, non ha neanche alcun tipo di opzione chirurgica», hanno aggiunto.
«LA DIGNITÀ VALE PIÙ DELLA VITA». Dopo l'estremo gesto, i familiari di Paganelli hanno ritrovato un biglietto in cui aveva scritto: «La dignità vale più della vita». Ultime parole di un uomo disperato, che si è aggiunto ai numerosi casi simili dell'ultimo periodo a causa della recessione economica, arrivati ormai alla triste media di una persona al giorno che decide di togliersi la vita.
Gli riducono le ore di lavoro e si impicca
Poche ore dopo, a Troina (in provincia di Enna) Gaetano Trovato Salinaro si è impiccato nella sua villetta. Era precario da sempre e la piccola ditta dove lavorava gli aveva ridotto l'orario. Sposato e padre di due figli piccoli, Salinaro ha lasciato quattro biglietti per spiegare il suo disperato gesto.
NON TROVAVA UN LAVORO STABILE. Da alcuni mesi l'uomo era sconfortato perché cercava inutilmente un lavoro stabile. La riduzione di orario lavorativo, e quindi di salario, lo hanno spinto al suicidio. A scoprire il corpo è stato il suocero che da tempo sosteneva economicamente la famiglia.
Il bilancio della giornata poteva essere ancora più tragico visto che un disoccupato ha minacciato di gettarsi da una ciminiera a Parma, prima di essere convinto a scendere dopo nove ore dai vigili del fuoco.
DA MARTINELLI ALLE VEDOVE. Gli eventi dei giorni scorsi non hanno avuto alcun effetto dissuasivo, anzi, e il bilancio avrebbe potuto essere peggiore se Luigi Martinelli, l'uomo che si è barricato nella sede dell'Agenzia delle entrate di Romano di Lombardia, avesse deciso di sparare alle persone che aveva sequestrato.
All'Italia non resta che piangere insieme alle vedove dei suicidi per cause economiche, la cui marcia del 4 maggio a Bologna è l'emblema di un Paese strangolato da una recessione che ha sempre più il volto della morte.
A Napoli un artigiano si spara in testa, è in coma.
A Enna un precario 47enne si suicida.
La crisi continua a mietere le sue vittime. Giorno dopo giorno, è sempre più drammatico il bilancio dei morti causati dalla recessione. Anche il 5 maggio non ha fatto eccezione, registrando altri due gesti estremi e disperati: a Napoli, un anziano si è sparato in testa dopo aver ricevuto una cartella esattoriale. L'uomo non è morto ma è in coma e per i medici «non ce la può fare».
In provincia di Enna, invece, un precario di 47 anni si è impiccato nel garage di casa sua dopo essersi visto ridurre le ore di lavoro nella ditta per cui lavorava.
La terribile crisi che sta strozzando sempre più gli italiani si è confermata, una volta di più, spietata contro chiunque colpendo in maniera trasversale: imprenditori, artigiani, disoccupati o pensionati.
TROPPI DEBITI, SI SPARA. Nel primo caso, il 72enne Pietro Paganelli ha deciso di farla finita per un debito col Fisco: aveva ricevuto una cartella esattoriale in cui gli venivano richiesti 15 mila euro, ma probabilmente non poteva pagare. Il colpo di pistola che si è sparato in testa, però, non gli è stato subito fatale.
«NON CE LA PUÒ FARE». L'uomo si trova ricoverato in coma all'ospedale Loreto Mare di Napoli. Le sue condizioni sono ritenute «assolutamente disperate e senza possibilità di recupero» dai responsabili dell'istituto. «Non ce la può fare, non ha neanche alcun tipo di opzione chirurgica», hanno aggiunto.
«LA DIGNITÀ VALE PIÙ DELLA VITA». Dopo l'estremo gesto, i familiari di Paganelli hanno ritrovato un biglietto in cui aveva scritto: «La dignità vale più della vita». Ultime parole di un uomo disperato, che si è aggiunto ai numerosi casi simili dell'ultimo periodo a causa della recessione economica, arrivati ormai alla triste media di una persona al giorno che decide di togliersi la vita.
Gli riducono le ore di lavoro e si impicca
Poche ore dopo, a Troina (in provincia di Enna) Gaetano Trovato Salinaro si è impiccato nella sua villetta. Era precario da sempre e la piccola ditta dove lavorava gli aveva ridotto l'orario. Sposato e padre di due figli piccoli, Salinaro ha lasciato quattro biglietti per spiegare il suo disperato gesto.
NON TROVAVA UN LAVORO STABILE. Da alcuni mesi l'uomo era sconfortato perché cercava inutilmente un lavoro stabile. La riduzione di orario lavorativo, e quindi di salario, lo hanno spinto al suicidio. A scoprire il corpo è stato il suocero che da tempo sosteneva economicamente la famiglia.
Il bilancio della giornata poteva essere ancora più tragico visto che un disoccupato ha minacciato di gettarsi da una ciminiera a Parma, prima di essere convinto a scendere dopo nove ore dai vigili del fuoco.
DA MARTINELLI ALLE VEDOVE. Gli eventi dei giorni scorsi non hanno avuto alcun effetto dissuasivo, anzi, e il bilancio avrebbe potuto essere peggiore se Luigi Martinelli, l'uomo che si è barricato nella sede dell'Agenzia delle entrate di Romano di Lombardia, avesse deciso di sparare alle persone che aveva sequestrato.
All'Italia non resta che piangere insieme alle vedove dei suicidi per cause economiche, la cui marcia del 4 maggio a Bologna è l'emblema di un Paese strangolato da una recessione che ha sempre più il volto della morte.
News più belle no? 
*sviene*