La condotta di Bianchi, si legge in una nota del Giudice sportivo, era stata segnalata dal procuratore federale mentre il presidente del Brescia, Luigi Corioni ha presentato istanza, in mattinata, "al fine di valutare e, conseguentemente sanzionare" il comportamento tenuto dal giocatore, punito - in seguito alla prova televisiva - per avere pronunciato "alcune parole", probabilmente indirizzate al quarto uomo, "tra le quali è perfettamente intelligibile una espressione blasfema". Il Torino nel frattempo ha annunciato l'intenzione di fare ricorso contro la squalifica. Appiedati per un turno, oltre a Bianchi, anche due giocatori bresciani: Budel e Mareco. Ammonizione ed ammenda, infine, per Arcari del Brescia (4.000 euro) reo di avere afferrato per i capelli un avversario nel sottopassaggio che porta agli spogliatoi al termine della gara e per Scaglia del Torino (2.000 euro) reo di avere rivolto espressioni ingiuriose nei confronti di un avversario.
Cairo accusa il Brescia, Corioni replica - Urbano Cairo, presidente del Torino, il giorno dopo la sfida di andata della finale playoff di B denuncia l'atteggiamento definito "intimidatorio" di alcuni giocatori del Brescia. Secondo Cairo, le cui parole sono riportate dal sito ufficiale del club granata, "l'atteggiamento dei calciatori del Brescia, fin da subito, è stato fortissimamente intimidatorio. Mareco, ad un nostro calciatore, prima dell'inizio della partita, ha detto: 'Oggi appena scendo in campo picchio Bianchi'. Di questo abbiamo avvertito immediatamente il quarto uomo Morganti. Non è stata una minaccia buttata lì - ha continuato il presidente granata - ma l'ha messa in atto. Poi, dopo l'ammonizione, ha rallentato, ma ha ancora detto a Scaglia: 'So dove abiti, ti brucio la casa'". Informato delle parole di Cairo, il presidente del Brescia Gino Corioni ha replicato stizzito, con evidente sorpresa: "Le accuse? Non esistono. Un presidente non dovrebbe mai rilasciare certe dichiarazioni".