Una morte assurda, atroce. L'operaio romeno Robert Kesler, 27 anni, ieri pomeriggio al Tuscolano è stato dilaniato da una bomba a mano conservata in uno zaino del proprietario della casa che il giovane stava ristrutturando. L'ordigno, una granata risalente alla Seconda Guerra mondiale, apparteneva ad un ex militare dell’esercito (53enne, arrestato per detenzione di munizionamento da guerra e denunciato per morte conseguente di altro delitto) che ha detto di non sapere che la bomba fosse in grado di esplodere, sostenendo che aveva portato l’arma a casa come souvenir del servizio militare. Nella casa al primo piano (al civico 791 di via Tuscolana) uno spettacolo raccapricciante. L’operaio era ancora in vita ma il suo corpo letteralmente in pezzi: frammenti erano appiccicati alle pareti e al soffitto.
Fatalità ha voluto che il giovane abbia fatto cadere (o, forse, appoggiato con troppa veemenza) per terra lo zaino verde che conteneva la granata e che si trovava nello sgabuzzino. Il rumeno è stato soccorso in eliambulanza ma è morto durante il tragitto verso l’ospedale. Gli altri due operai che stavano lavorando nell’appartamento, adibito a studio medico, si sono salvati perché usciti per la pausa pranzo. Ora l'ex ufficiale (ora impiegato presso una casa editrice), dovrà rispondere di omicidio colposo e detenzione illegale di armi da guerra.
E’ stato rintracciato dagli agenti e condotto negli uffici del commissariato Tuscolano: la bomba a mano è del modello srcm 35. Ma nell’appartamento della morte sono state trovate altre tre granate simili, fortunatamente non esplose, oltre ad alcuni bossoli di guerra. L’esplosione è stata talmente forte da essere udita a centinaia di metri di distanza dallo stabile.
Era una bomba a mano e non una caldaia, come si era appreso in un primo momento, la causa dell'esplosione nell'appartamento di via Tuscolana a Roma, che ha causato una vittima. La granata era nascosta in uno zaino all'interno di uno sgabuzzino nell'appartamento. La vittima era un operaio romeno di circa 30 anni, mentre altri due operai stranieri che si trovavano nell'abitazione sono rimasti illesi. Sulla vicenda indaga la polizia.
Era adibito a studio medico l'appartamento nel quale è morto un operaio romeno a causa dell'esplosione di un ordigno. È quanto emerge dai primi accertamenti. La vittima aveva 26 anni e stata effettuando dei lavori di ristrutturazione assieme a due connazionali che lavorano nella stessa ditta. Secondo quanto si apprende, l'ordigno era all'interno di un borsone verde. L'esplosione a distanza ravvicinata ha dilaniato il corpo del giovane operaio, deceduto durante il trasporto in ospedale.
È stato fermato e accompagnato in commissariato M.S. ex militare proprietario delle armi detenute nell'appartamento di via Tuscolana dove c'é stata l'esplosione costata la vita a un giovane romeno. La posizione é al vaglio della polizia. Per lui si profila il reato di omicidio colposo e detenzione illegale di armi da guerra. Nessuna responsabilitá sarebbe al momento riconducibile al fratello, co-proprietario dell'abitazione adibita a studio medico e attualmente in ristrutturazione. Nell'appartamento sono state trovate altre tre granate, fortunatamente non esplose. Terrore nel palazzo. «Abbiamo sentito un forte boato e poi abbiamo visto le fiamme. È stato un inferno» hanno raccontato gli inquilini ai soccorritori.
E’ stato rintracciato dagli agenti e condotto negli uffici del commissariato Tuscolano: la bomba a mano è del modello srcm 35. Ma nell’appartamento della morte sono state trovate altre tre granate simili, fortunatamente non esplose, oltre ad alcuni bossoli di guerra. L’esplosione è stata talmente forte da essere udita a centinaia di metri di distanza dallo stabile.
Era una bomba a mano e non una caldaia, come si era appreso in un primo momento, la causa dell'esplosione nell'appartamento di via Tuscolana a Roma, che ha causato una vittima. La granata era nascosta in uno zaino all'interno di uno sgabuzzino nell'appartamento. La vittima era un operaio romeno di circa 30 anni, mentre altri due operai stranieri che si trovavano nell'abitazione sono rimasti illesi. Sulla vicenda indaga la polizia.
Era adibito a studio medico l'appartamento nel quale è morto un operaio romeno a causa dell'esplosione di un ordigno. È quanto emerge dai primi accertamenti. La vittima aveva 26 anni e stata effettuando dei lavori di ristrutturazione assieme a due connazionali che lavorano nella stessa ditta. Secondo quanto si apprende, l'ordigno era all'interno di un borsone verde. L'esplosione a distanza ravvicinata ha dilaniato il corpo del giovane operaio, deceduto durante il trasporto in ospedale.
È stato fermato e accompagnato in commissariato M.S. ex militare proprietario delle armi detenute nell'appartamento di via Tuscolana dove c'é stata l'esplosione costata la vita a un giovane romeno. La posizione é al vaglio della polizia. Per lui si profila il reato di omicidio colposo e detenzione illegale di armi da guerra. Nessuna responsabilitá sarebbe al momento riconducibile al fratello, co-proprietario dell'abitazione adibita a studio medico e attualmente in ristrutturazione. Nell'appartamento sono state trovate altre tre granate, fortunatamente non esplose. Terrore nel palazzo. «Abbiamo sentito un forte boato e poi abbiamo visto le fiamme. È stato un inferno» hanno raccontato gli inquilini ai soccorritori.
