OH YEAH!
Tra i membri del team di sviluppo della nuova piattaforma c’è il designer Yves Behar, responsabile del famoso One Laptop per Child, il portatile super economico per i bambini dei paesi del terzo mondo e insieme a lui, tra i vari guru dell’Hi-Tech, figura anche Ed Fries, ex vice presidente della divisione gaming di Microsoft (Xbox, of course…). Fondamentalmente Ouya è una piattaforma aperta, basata su Android. Le specifiche tecniche gravitano attorno al processore quad core Tegra3 di Nvidia, 1GB di RAM e 8GB di memoria flash interna; il sistema è dotato inoltre di connessione Bluetooth e di prese USB; il controller, infine, prevede una superficie tattile, in modo da emulare le interfacce dei dispositivi touch a cui siamo ormai abituati. È vero, si tratta di caratteristiche che non garantiscono performance da next generation, ma che di sicuro sono in grado di attirare l’attenzione dei team indipendenti. Infatti, il motto del team Ouya è: “ogni sviluppatore potrà pubblicare i propri giochi e tutti i giochi saranno almeno in parte gratis”, a cui fa da corollario: “l’hardware è stato creato per essere hackerato; ogni acquirente riceverà un kit di sviluppo contestualmente alla consegna della console”. Nessuna limitazione e nessuna fee di vendita o di licenza. Wow.
GAMES PEOPLE PLAY
Sulla scia dell’entusiasmo, il progetto, lanciato sul sito di crowdfunding Kickstarter, ha superato di gran lunga i parametri richiesti, 950 mila dollari, raccogliendone oltre 5 da più di 42 mila donatori in poco più della metà del tempo. Ad esprimere consenso e supporto si sono schierati in tanti, a cominciare da Jordan Mechner (Prince of Persia), Adam Saltsman (Canabalt), Jenova Chen (Journey) e Brian Fargo (The Bard’s Tale). Ovviamente non sono mancate le critiche e anche la stampa specializzata si sta muovendo con un certo scetticismo. Uno dei temi centrali riguarda la pirateria, ma Julie Hurman, CEO di Ouya, ribatte confermando che i contenuti a pagamento saranno validati tramite l’accesso ai server proprietari e che la console, da questo punto di vista, è sicura come qualsiasi altra piattaforma Android. Craig Rothwell, fondatore di Pandora, ha constatato che per quanto si riesca a trattare con i cinesi, non è attualmente possibile fabbricare una console con controller a meno di 99$, garantendosi la sopravvivenza commerciale - senza contare le royalties che spettano a Kickstarter.
Tra i membri del team di sviluppo della nuova piattaforma c’è il designer Yves Behar, responsabile del famoso One Laptop per Child, il portatile super economico per i bambini dei paesi del terzo mondo e insieme a lui, tra i vari guru dell’Hi-Tech, figura anche Ed Fries, ex vice presidente della divisione gaming di Microsoft (Xbox, of course…). Fondamentalmente Ouya è una piattaforma aperta, basata su Android. Le specifiche tecniche gravitano attorno al processore quad core Tegra3 di Nvidia, 1GB di RAM e 8GB di memoria flash interna; il sistema è dotato inoltre di connessione Bluetooth e di prese USB; il controller, infine, prevede una superficie tattile, in modo da emulare le interfacce dei dispositivi touch a cui siamo ormai abituati. È vero, si tratta di caratteristiche che non garantiscono performance da next generation, ma che di sicuro sono in grado di attirare l’attenzione dei team indipendenti. Infatti, il motto del team Ouya è: “ogni sviluppatore potrà pubblicare i propri giochi e tutti i giochi saranno almeno in parte gratis”, a cui fa da corollario: “l’hardware è stato creato per essere hackerato; ogni acquirente riceverà un kit di sviluppo contestualmente alla consegna della console”. Nessuna limitazione e nessuna fee di vendita o di licenza. Wow.
Sulla scia dell’entusiasmo, il progetto, lanciato sul sito di crowdfunding Kickstarter, ha superato di gran lunga i parametri richiesti, 950 mila dollari, raccogliendone oltre 5 da più di 42 mila donatori in poco più della metà del tempo. Ad esprimere consenso e supporto si sono schierati in tanti, a cominciare da Jordan Mechner (Prince of Persia), Adam Saltsman (Canabalt), Jenova Chen (Journey) e Brian Fargo (The Bard’s Tale). Ovviamente non sono mancate le critiche e anche la stampa specializzata si sta muovendo con un certo scetticismo. Uno dei temi centrali riguarda la pirateria, ma Julie Hurman, CEO di Ouya, ribatte confermando che i contenuti a pagamento saranno validati tramite l’accesso ai server proprietari e che la console, da questo punto di vista, è sicura come qualsiasi altra piattaforma Android. Craig Rothwell, fondatore di Pandora, ha constatato che per quanto si riesca a trattare con i cinesi, non è attualmente possibile fabbricare una console con controller a meno di 99$, garantendosi la sopravvivenza commerciale - senza contare le royalties che spettano a Kickstarter.