Il calciatore del Siena, squalificato per tre anni dalla Disciplinare per la vicenda del calcioscommesse, prosegue lo sciopero della fame - incatenato davanti alla Federcalcio, in via Allegri a Roma, da oltre 24 ore: «Se devo difendermi, voglio difendermi in un processo vero». Il presidente dell'Aic: «Gli esprimo solidarietà dal punto di vista umano, rimanendo convinto che i diversi gradi di giudizio potranno dare ulteriori possibilità, a chi si ritiene indebitamente sanzionato»
ROMA - "Oltre al direttore generale della Federcalcio, Antonello Valentini, non si è fatto sentire nessuno. Se aspetto il procuratore federale Palazzi? Aspetto almeno una sua chiamata per far sentire ai diretti interessati che vorrei questo confronto in aula. Ne va della mia vita e della mia famiglia. Se devo difendermi, voglio difendermi in un processo vero". Il calciatore del Siena, Emanuele Pesoli, squalificato per tre anni dalla Disciplinare per la vicenda del calcioscommesse, prosegue lo sciopero della fame - incatenato davanti alla Federcalcio, in via Allegri a Roma, da oltre 24 ore - nella speranza di poter ottenere un confronto in aula, nel processo d'appello dinanzi alla Corte di giustizia federale, con i pentiti Filippo Carobbio e Carlo Gervasoni che lo accusano della tentata combine in Siena-Varese del 21 maggio 2011. In mattinanta l'ex difensore del Varese, che è assistito dalla moglie Teresa e da una decina di amici, ha ricevuto la telefonata del presidente dell'Assocalciatori, Damiano Tommasi. "Mi aspettavo un appoggio da parte dell'Aic - ha ammesso Pesoli -. Tommasi mi ha detto che ieri ci sono stati dei ritardi nell'inoltro del loro messaggio di solidarietà. Ci sono rimasto un pò male, perchè sono qui da solo a lottare contro una cosa importante, perché ne va della mia vita". "Mi aspetto anche un loro comunicato ufficiale", ha quindi auspicato.
LE PAROLE DI TOMMASI - "Stiamo seguendo da vicino la situazione di Emanuele Pesoli che, dopo la decisione di condanna, è fortemente convinto di essere stato ingiustamente squalificato". Lo scrive, in una nota, il presidente Assocalciatori, Damiano Tommasi. "Gli esprimo solidarietà dal punto di vista umano, rimanendo convinto che i diversi gradi di giudizio potranno dare ulteriori possibilità, a chi si ritiene indebitamente sanzionato - conclude -. Mi auguro che Emanuele riesca a mettere da parte la reazione istintiva e possa affrontare con maggior serenità questa nuova sfida".
ROMA - "Oltre al direttore generale della Federcalcio, Antonello Valentini, non si è fatto sentire nessuno. Se aspetto il procuratore federale Palazzi? Aspetto almeno una sua chiamata per far sentire ai diretti interessati che vorrei questo confronto in aula. Ne va della mia vita e della mia famiglia. Se devo difendermi, voglio difendermi in un processo vero". Il calciatore del Siena, Emanuele Pesoli, squalificato per tre anni dalla Disciplinare per la vicenda del calcioscommesse, prosegue lo sciopero della fame - incatenato davanti alla Federcalcio, in via Allegri a Roma, da oltre 24 ore - nella speranza di poter ottenere un confronto in aula, nel processo d'appello dinanzi alla Corte di giustizia federale, con i pentiti Filippo Carobbio e Carlo Gervasoni che lo accusano della tentata combine in Siena-Varese del 21 maggio 2011. In mattinanta l'ex difensore del Varese, che è assistito dalla moglie Teresa e da una decina di amici, ha ricevuto la telefonata del presidente dell'Assocalciatori, Damiano Tommasi. "Mi aspettavo un appoggio da parte dell'Aic - ha ammesso Pesoli -. Tommasi mi ha detto che ieri ci sono stati dei ritardi nell'inoltro del loro messaggio di solidarietà. Ci sono rimasto un pò male, perchè sono qui da solo a lottare contro una cosa importante, perché ne va della mia vita". "Mi aspetto anche un loro comunicato ufficiale", ha quindi auspicato.
LE PAROLE DI TOMMASI - "Stiamo seguendo da vicino la situazione di Emanuele Pesoli che, dopo la decisione di condanna, è fortemente convinto di essere stato ingiustamente squalificato". Lo scrive, in una nota, il presidente Assocalciatori, Damiano Tommasi. "Gli esprimo solidarietà dal punto di vista umano, rimanendo convinto che i diversi gradi di giudizio potranno dare ulteriori possibilità, a chi si ritiene indebitamente sanzionato - conclude -. Mi auguro che Emanuele riesca a mettere da parte la reazione istintiva e possa affrontare con maggior serenità questa nuova sfida".
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