Alessandro Del Piero ha firmato. Adesso è ufficiale: è un giocatore del Sydney F.C. Aveva già salutato la Juve, Ale. Adesso saluta l'Italia. Insigne, che lo vede come un idolo, lo avrebbe invitato a vestire la maglia del Napoli. Giovinco sta raccogliendo la sua eredità in bianconero. Lui dice addio, anzi, probabilmente solo arrivederci alla sua Torino, al suo Paese. E va via. Non come un emigrante in cerca di fortuna. Né come un campione in cerca di denaro. Sì, un ricco contratto lo aspetta: biennale a 1,6 milioni l'anno, nell'A-League sarà il più pagato. Ma lo aspetta soprattutto un'altra cultura, un'altra vita, un altro calcio. Di cui lui sarà ambasciatore. Ed è per questo che lui ha scelto l'Australia.
Le prime parole — "E' un giorno speciale per me. Sono felice di annunciare che ho firmato l'accordo con il Sydney: per i prossimi due anni sarò australiano. Affronterà un'avventura splendida, strepitosa e indubbiamente forte, ma devo ammettere che alla fine di questo lungo viaggio non poteva esserci posto migliore. Quello che è accaduto ha un senso e sono felice di poter cominciare quest'avventura".
Progetto — "Quello che affronterò è un progetto che non mi aspettavo. Del resto tante squadre che non mi aspettavo mi hanno cercato. Non mi sembra opportuno citarle. Ma le ringrazio tutte. Abbiamo toccato tutti i continenti, è stato anche divertente saltare da un posto all'altro con la mente. Ora il salto è finito. Questo suscita in me delle emozioni molto forti e contrastanti, visto che non ho mai cambiato. E questo è un cambio importante, lontano come chilometri ma molto vicino come filosofia. Mi getto in quest'avventura con un desiderio unico. Il progetto è stato costruito su di me. Andrò in un paese che tutti mi descrivono fantastico, in una città che tutti mi dicono bellissima. Una delle domande è stata se c'era la possibilità di vincere e mi è stato detto di sì. Anche l'aspetto agonistico è stato toccato perché io mi sento uno sportivo al 100%. Ma la scelta è stata fatta soprattutto con la mia famiglia e ne sono felice".
Australia — "Dentro di me si stanno mescolando tante sensazioni e tutte mi portano a voler affrontare quest'avventura. Lo farò con l'entusiasmo di chi scopre una cosa nuova. E' un'avventura emozionante, mi auguro e per certi aspetti sono sicuro che la vivremo insieme. Ho voglia di confrontarmi con un paese che è all'avanguardia dal punto di vista sportivo. Cercherò di fare in modo che il calcio australiano possa evolversi anche grazie ai miei consigli. Spero che gli australiani e i tanti italiani che ci sono lì possano divertirsi e che il calcio possa diventare uno sport nazionale di primo livello".
Futuro — "Il progetto richiede una stretta collaborazione tra me, il Sydney e l'A-League. Con queste premesse si può fare tutto. Ci sono tantissime idee. E' una scelta radicale sotto tutti gli aspetti, ma ne sono felice. Ho avuto tutto il tempo per riflettere su altre situazioni, altre squadre, altre idee. Ma il movimento a cui sono chiamato è unico ed estremamente affascinante. Di conseguenza sono orgoglioso, perché non è un progetto di una squadra e una città, ma è una collaborazione globale di tutta la nazione. E' un onore essere chiamato a fare questo".
La scelta — "Ho sempre sottolineato le mie motivazioni per le quali ho declinato le offerte di altre squadre italiane, perché ho un'idea di un certo tipo di coerenza. Ho datto tutto e di più per quella che è stata la mia maglia. Non è che vedo gli altri nemici, ma secondo me è giusto così. Perciò un paese lo avevamo già accantonato. Ma il fatto che molti hanno avuto un pensiero su di me mi fa riflettere su quello che ho fatto in passato e su quello che oggi sono come giocatore".
Torino — "A Torino rimarrà tutto quello che c'è oggi. Il mio ufficio, la mia casa, il nostro negozio. Resterà tutto invariato, ma non mi vedrete per strada da queste parti. La location della conferenza? Quello che ha rappresentato l'Avvocato è unico e resterà sempre nel tempo. La scelta è dettata dalla casualità e la cosa bella è questa: che alla fine ci si ritrova qui".
Ambasciatore — "Pelè in America? A grandi linee so quello che ha fatto. Ma sono periodi diversi. Qui c'è la voglia di creare qualcosa di unico. E mi auguro di poter sostenere presto una conferenza stampa in inglese".
Le prime parole — "E' un giorno speciale per me. Sono felice di annunciare che ho firmato l'accordo con il Sydney: per i prossimi due anni sarò australiano. Affronterà un'avventura splendida, strepitosa e indubbiamente forte, ma devo ammettere che alla fine di questo lungo viaggio non poteva esserci posto migliore. Quello che è accaduto ha un senso e sono felice di poter cominciare quest'avventura".
Progetto — "Quello che affronterò è un progetto che non mi aspettavo. Del resto tante squadre che non mi aspettavo mi hanno cercato. Non mi sembra opportuno citarle. Ma le ringrazio tutte. Abbiamo toccato tutti i continenti, è stato anche divertente saltare da un posto all'altro con la mente. Ora il salto è finito. Questo suscita in me delle emozioni molto forti e contrastanti, visto che non ho mai cambiato. E questo è un cambio importante, lontano come chilometri ma molto vicino come filosofia. Mi getto in quest'avventura con un desiderio unico. Il progetto è stato costruito su di me. Andrò in un paese che tutti mi descrivono fantastico, in una città che tutti mi dicono bellissima. Una delle domande è stata se c'era la possibilità di vincere e mi è stato detto di sì. Anche l'aspetto agonistico è stato toccato perché io mi sento uno sportivo al 100%. Ma la scelta è stata fatta soprattutto con la mia famiglia e ne sono felice".
Australia — "Dentro di me si stanno mescolando tante sensazioni e tutte mi portano a voler affrontare quest'avventura. Lo farò con l'entusiasmo di chi scopre una cosa nuova. E' un'avventura emozionante, mi auguro e per certi aspetti sono sicuro che la vivremo insieme. Ho voglia di confrontarmi con un paese che è all'avanguardia dal punto di vista sportivo. Cercherò di fare in modo che il calcio australiano possa evolversi anche grazie ai miei consigli. Spero che gli australiani e i tanti italiani che ci sono lì possano divertirsi e che il calcio possa diventare uno sport nazionale di primo livello".
Futuro — "Il progetto richiede una stretta collaborazione tra me, il Sydney e l'A-League. Con queste premesse si può fare tutto. Ci sono tantissime idee. E' una scelta radicale sotto tutti gli aspetti, ma ne sono felice. Ho avuto tutto il tempo per riflettere su altre situazioni, altre squadre, altre idee. Ma il movimento a cui sono chiamato è unico ed estremamente affascinante. Di conseguenza sono orgoglioso, perché non è un progetto di una squadra e una città, ma è una collaborazione globale di tutta la nazione. E' un onore essere chiamato a fare questo".
La scelta — "Ho sempre sottolineato le mie motivazioni per le quali ho declinato le offerte di altre squadre italiane, perché ho un'idea di un certo tipo di coerenza. Ho datto tutto e di più per quella che è stata la mia maglia. Non è che vedo gli altri nemici, ma secondo me è giusto così. Perciò un paese lo avevamo già accantonato. Ma il fatto che molti hanno avuto un pensiero su di me mi fa riflettere su quello che ho fatto in passato e su quello che oggi sono come giocatore".
Torino — "A Torino rimarrà tutto quello che c'è oggi. Il mio ufficio, la mia casa, il nostro negozio. Resterà tutto invariato, ma non mi vedrete per strada da queste parti. La location della conferenza? Quello che ha rappresentato l'Avvocato è unico e resterà sempre nel tempo. La scelta è dettata dalla casualità e la cosa bella è questa: che alla fine ci si ritrova qui".
Ambasciatore — "Pelè in America? A grandi linee so quello che ha fatto. Ma sono periodi diversi. Qui c'è la voglia di creare qualcosa di unico. E mi auguro di poter sostenere presto una conferenza stampa in inglese".