E intanto sul suolo marziano il rover Curiosity è partito alla caccia di tracce che possano invece testimoniarne la presenza. Lo studio dell'Università del Colorado in collaborazione con l'Università di Poitiers, negherebbe di fatto l'essenza stessa della missione.
Le argille dell'emisfero meridionale di Marte sono spesso considerate come una prova dell'esistenza di acqua liquida sul pianeta rosso in un periodo molto precoce, tra i 4,5 e 4 miliardi di anni fa. Ma il lavoro del team franco-americano guidato da ricercatori dell'Istituto di Chimica dei materiali e ambienti di Poitiers ha messo in dubbio questa interpretazione.
Queste argille sono probabilmente di origine magmatica. Molto spesso infatti la presenza di argilla è stata considerata una possibile prova dell'esistenza della vita su Marte. Ma secondo gli esperti americani, essa si sarebbe formata dalla lava vulcanica, troppo calda per la vita, e non dall'acqua, ben più fredda. Questi risultati potrebbero avere pesanti implicazioni per la ricerca di marcatori di vita su Marte.
La presenza su Marte di argilla ricca di ferro e magnesio, come visto dalla decomposizione di rocce per azione dell'acqua liquida, aveva dato l'impressione che essa fosse stata presente sulla superficie marziana. Ma così non sarebbe.
Per sostenere la loro ipotesi, i ricercatori hanno studiato i basalti dell'Atollo Mururoa (Polinesia Francese) dove si trovano argille che contengono ferro e magnesio simili a quelle trovati su Marte. I ricercatori hanno così dimostrato che queste argille sono formate da residui liquidi magmatici. La formazione di queste argille non richiede però la presenza di acqua liquida in questo caso. Oltre a questi elementi, gli scienziati hanno anche dimostrato che le argille marziane misurate dall'orbiter Mars Express e dal Mars Reconnaissance Orbiter, sono identiche a quelle di Mururoa.
La vita su Marte resterà un sogno degli scienziati? Forse, ma intanto Curiosity continua a cercare...
Lo studio è stato pubblicato su Nature Geoscience.