ORZINUOVI. L'incredibile tragedia è maturata nel pomeriggio, intorno alle 16,30. Inutili i soccorsi. L'intero paese sotto shock. In un biglietto la richiesta di perdono alla sua famiglia Una comunità sgomenta: «Aveva tutto, era un ragazzo tranquillo»
Orzinuovi. Togliersi la vita a tredici anni, un gesto che ammutolisce, paralizza corpo, sentimenti, ragione, getta nella disperazione più profonda i genitori, i parenti, gli amici, una comunità intera. Come quella di Orzinuovi, dove bene o male ci si conosce ancora tutti, scossa nel pomeriggio di ieri da un evento che lascerà per sempre le stimmate. UN ADOLESCENTE, un ragazzino di 13 anni, ne avrebbe compiuti 14 tra pochi giorni, si è ucciso con un colpo del fucile di proprietà del padre. La notizia ha travolto come uno tsunami la cittadina, attonita, senza parole per quel gesto di auto-distruzione compiuto da una giovanissima vita. Secondo una prima ricostruzione dell'accaduto, verso le 16.30, il ragazzo era rimasto solo in casa. All'improvviso un colpo di fucile, uno dei tanti nella stagione della caccia, ai quali sono abituati nella zona, ma il colpo veniva dall'interno della casa, un rumore secco, forte che ha sorpreso la badante straniera e gli operai occupati a tosare l'erba del giardino. Badante e giardinieri sono subito accorsi verso il bagno dal quale sembrava provenire la fucilata, hanno visto il ragazzo riverso per terra, hanno chiesto aiuto, in un attimo sono sopraggiunti gli operatori del 118, ma non c'era più nulla da fare. Accanto al corpo l'arma e vicino un biglietto sul quale erano vergate poche righe con le quali il ragazzo chiedeva scusa. Mentre Polizia e carabinieri sono impegnati a far luce sulla tragedia, è tutta Orzinuovi adesso ad interrogarsi sui motivi di un gesto senza ritorno, che rende tutti più poveri e soli. «AVEVA TUTTO, era un ragazzo bravo, sveglio. Chissà che cosa è successo» commenta con le lacrime agli occhi un parente. «Era un ragazzo tranquillo. Ci trovavamo sempre all'oratorio» ricordano gli amici con gli occhi gonfi di lacrime. Appena la notizia si è diffusa su facebook è iniziato un vorticoso tam tam di messaggi lanciato dai coetanei. A decine salutano, piangono, abbracciano, chiamano come se potesse sentirli l'amico che non c'è più. L'abitazione della famiglia è raggiunta da molta gente, il padre è una persona conosciuta, impegnato nella vita pubblica. In un primo tempo si era diffusa la voce che fosse stato un incidente, poi con il trascorrere dei minuti ha preso piede un'altra orribile verità e lo sgomento si è fatto ancor più intenso. Il curato don Luciano Ghidoni accorso subito nell'abitazione non riusciva a staccarsi dalla famiglia, mentre all'esterno della casa per tutta la sera si sono formati, sciolti e poi riformati capannelli di persone arrivate a manifestare la loro solidarietà. E a cercare di capire che cosa era accaduto. Sabato, ricordano alcuni amici, lo studente liceale avrebbe preso un brutto voto a scuola e c'era rimasto male, era giù di morale, ma domenica era come sempre all'oratorio Jolly a giocare a pallone. Ieri mattina è andato regolarmente a scuola, poi nel pomeriggio qualcosa si è rotto, la sua mente ha imboccato strade inesplorate e quel colpo di fucile ha spalancato su Orzinuovi le porte della disperazione.